Bari. Arrestato camionista per resistenza a P.U. e ricettazione [CRONACA DELLA P.S. ALL'INTERNO]
Il camion sequestrato. (foto P.S.) ndr. |
di Redazione
BARI, 19 MAG. - Ieri mattina a Bari sulla circonvallazione all’altezza dello svincolo di Carrassi, la Polizia di Stato ha proceduto all’arresto di un camionista responsabile di resistenza a P.U. e ricettazione.
Su indicazioni della sala operativa della Polizia Stradale, la volante individuava l’autoarticolato cisterna condotto dall’arrestato, che marciava in direzione sud all’altezza dello svincolo della Zona Industriale, facente parte di un gruppo di tre cisterne contenenti olio di oliva (ciascuna del valore di circa 200.000 euro), asportate dallo scalo marittimo di Livorno.
Gli operanti nel tentativo di procedere al blocco del mezzo, intimavano l’alt polizia, ma il predetto reagiva con delle manovre elusive, cambiando repentinamente corsia, mettendo in grave pericolo gli utenti della strada e tentando, senza riuscirvi di bloccare la corsa della Volante, stringendola contro il new jersey. Dopo poco all’altezza dello svincolo di Carrassi la Volante riusciva a fermare il mezzo.
Alla guida dell’autoarticolato, veniva identificato un 38enne incensurato di San Michele Salentino (LE).
- Nel pomeriggio e nella serata di ieri, la Polizia di Stato ha effettuato rafforzati controlli in zona Libertà e San Girolamo, finalizzati al controllo dei luoghi di maggiore aggregazione sociale e abituale ritrovo di giovani, per prevenire il fenomeno dei reati predatori e dello spaccio di stupefacenti.
Alle 14.50, in zona Libertà , dagli Agenti delle Volanti hanno denunciato a piede libero per rapina impropria in concorso un cittadino georgiano 40enne, incensurato.
Il personale di un supermercato segnalava al 113 un uomo che si era reso responsabile del furto di alcune bottiglie di liquore e che bloccato subito dopo le casse aveva spinto con forza il personale addetto alla vigilanza, guadagnando la fuga nelle vie adiacenti.
Sul posto la volante apprendeva dal personale del supermercato che l’uomo era stato visto scendere da una Bmw di cui fornivano la targa e che mentre questi era all’interno del supermercato, all’esterno alla guida del mezzo era atteso da un complice. Poco dopo l’auto veniva rintracciata in via Nicolai e l’autista corrispondente alle descrizioni fornite quale complice del rapinatore veniva fermato e condotto in Questura al fine di verificare la sua posizione in relazione alla rapina. Al termine degli accertamenti il fermato veniva denunciato a piede libero ed il mezzo posto sotto sequestro penale.
Durante i controlli nelle ore pomeridiane e serali, eseguiti dagli Agenti delle Volanti della Questura, del Reparto Cinofili e del Reparto Prevenzione e Crimine “Puglia” sono state identificate 115 persone, di cui 39 con precedenti di polizia; sono state eseguite 5 perquisizioni e controllati 6 esercizi pubblici; 7 i posti di blocco effettuati, nell’ambito dei quali 19 i ciclomotori e 9 le auto controllate, con conseguenti 5 violazioni al Codice della Strada elevate ed una persona denunciata, per inosservanza all’Avviso orale del Questore.
- Alle 05.30 di ieri, la Polizia di Stato ha rinvenuto sulla SS 100, all’interno di un furgone di provenienza furtiva, 1355 kg di cavi elettrici in rame
Una pattuglia della Polizia Stradale, del Distaccamento di Gioia del Colle, impegnata nell’ordinario servizio di vigilanza stradale, intercettava lungo la SS 100, all’altezza di Casamassima, un furgone HYUNDAY di colore bianco che, a causa della sostenuta velocità , insospettiva gli operanti. Il conducente del veicolo, notato il sopraggiungere della pattuglia, si fermava e consentiva la discesa di alcuni individui che, dopo aver scavalcato il guard rail, si dileguavano per le campagne circostanti, approfittando delle pessime condizioni climatiche, che rendevano la visibilità pessima. Poco dopo il mezzo riprendeva la marcia in direzione Bari a forte velocità , tentando, con manovre repentine e spericolate, di mandare fuori strada la pattuglia che, a causa della pericolosità delle manovre effettuate dal fuggitivo e della scarsa visibilità dovuta alla densa foschia, sceglieva di tutelare l’incolumità degli utenti della strada, rallentando la marcia e allentando la conseguente pressione sul fuggitivo. Dopo alcuni minuti il conducente del furgone arrestava la marcia e fuggiva a piedi nelle campagne abbandonando il mezzo che veniva posto sequestro penale.
- Andria Confiscati beni al clan Pesce-Pistillo per 600 mila euro
La scorsa settimana, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento di applicazione della misura della confisca emesso dal Tribunale di Trani Sezione Misure di Prevenzione, a carico di P.L. di anni 66, indiscusso leader della predetta consorteria criminale, attualmente detenuto in quanto condannato in primo grado per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento rappresenta ancora un altro duro colpo al clan Pesce-Pistillo nel cuore della città di Andria in un percorso di legalità cominciato con un primo Provvedimento di Sequestro Anticipato, emesso in data 30 agosto 2014 dallo stesso Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Trani, in accoglimento della proposta del Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Bari a conclusione di una capillare attività di indagine patrimoniale. Oggetto della confisca sono due unità immobiliari completamente arredate ubicate nel centro storico di Andria adibite ad abitazione principale e rimessa/deposito del nucleo familiare di un esponente di spicco del clan “Pesce-Pistillo”, operante nel settore del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Gli immobili in questione, a seguito di accurati accertamenti patrimoniali svolti in questi mesi, sebbene risultati intestati ad insospettabili prestanome, sono stati ricondotti nella assoluta disponibilità di tutta la famiglia Pesce. Il Tribunale in quest’ultimo provvedimento, ha evidenziato l’assoluta sproporzione tra il valore dei lavori di ristrutturazione effettuati dal proposto P.L. nell’appartamento di via Santa Chiara e la sua capacità di reddito e dei suoi familiari, nonché l’assenza di contestazioni formali da parte degli effettivi intestatari degli immobili. Con il provvedimento ha ordinato non solo la confisca dei beni immobili ma anche ogni cosa all’interno contenuta, compresi due scooter ed una moto in ottimo stato, accessori da moto e varie biciclette. Tutti i beni sono ubicati nella centralissima storica via Santa Chiara, con affaccio sulla rinomata piazza Re Manfredi nei pressi dell'antica chiesa di San Domenico, sono costituiti da pregiate unità d’epoca, che compongono una palazzina in soluzione indipendente, con vasto appartamento in primo piano molto grande, che consta di ben 13 vani disposti, su una superficie totale di 300 m2, avente un elevato valore catastale. Tale unità abitativa è molto ben rifinita ed arredata con mobilio di pregio in tutte le sue stanze e si compone anche di ampi locali a piano terra adibiti a deposito e garage, il tutto stimato avente valore commerciale di circa € 600.000,00. Nel corso della attività di indagine svolte dagli Agenti della Polizia di Stato è emerso che gli immobili oggi sequestrati venivano utilizzati, dallo stesso P.L. e da altri conviventi, anch’essi detenuti perché appartenenti alla medesima organizzazione, quale “Roccaforte” per la gestione, il controllo e la custodia delle armi in possesso del gruppo criminale nonché degli stupefacenti, che nelle vie limitrofe venivano spacciati grazie alla militare occupazione dei luoghi da parte di pushers e vedette dislocate nei punti nevralgici di accesso ai vari siti di spaccio. Nell’ambito della medesima attività investigativa, coordinata dalla D.D.A. di Bari e condotta dalla Squadra Mobile di Bari e dal Commissariato di P.S. di Andria, anche grazie all’ausilio di collaboratori di giustizia, dal 2011 al 2013 sono state eseguite complessive 60 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Bari per altrettanti soggetti ritenuti a vario titolo appartenenti alla organizzazione criminale della quale il P.L. era considerato leader indiscusso.
Il furgone rubato con il carico di rame. (foto P.S.) ndr. |
Una pattuglia della Polizia Stradale, del Distaccamento di Gioia del Colle, impegnata nell’ordinario servizio di vigilanza stradale, intercettava lungo la SS 100, all’altezza di Casamassima, un furgone HYUNDAY di colore bianco che, a causa della sostenuta velocità , insospettiva gli operanti. Il conducente del veicolo, notato il sopraggiungere della pattuglia, si fermava e consentiva la discesa di alcuni individui che, dopo aver scavalcato il guard rail, si dileguavano per le campagne circostanti, approfittando delle pessime condizioni climatiche, che rendevano la visibilità pessima. Poco dopo il mezzo riprendeva la marcia in direzione Bari a forte velocità , tentando, con manovre repentine e spericolate, di mandare fuori strada la pattuglia che, a causa della pericolosità delle manovre effettuate dal fuggitivo e della scarsa visibilità dovuta alla densa foschia, sceglieva di tutelare l’incolumità degli utenti della strada, rallentando la marcia e allentando la conseguente pressione sul fuggitivo. Dopo alcuni minuti il conducente del furgone arrestava la marcia e fuggiva a piedi nelle campagne abbandonando il mezzo che veniva posto sequestro penale.
- Andria Confiscati beni al clan Pesce-Pistillo per 600 mila euro
La scorsa settimana, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento di applicazione della misura della confisca emesso dal Tribunale di Trani Sezione Misure di Prevenzione, a carico di P.L. di anni 66, indiscusso leader della predetta consorteria criminale, attualmente detenuto in quanto condannato in primo grado per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento rappresenta ancora un altro duro colpo al clan Pesce-Pistillo nel cuore della città di Andria in un percorso di legalità cominciato con un primo Provvedimento di Sequestro Anticipato, emesso in data 30 agosto 2014 dallo stesso Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Trani, in accoglimento della proposta del Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Bari a conclusione di una capillare attività di indagine patrimoniale. Oggetto della confisca sono due unità immobiliari completamente arredate ubicate nel centro storico di Andria adibite ad abitazione principale e rimessa/deposito del nucleo familiare di un esponente di spicco del clan “Pesce-Pistillo”, operante nel settore del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Gli immobili in questione, a seguito di accurati accertamenti patrimoniali svolti in questi mesi, sebbene risultati intestati ad insospettabili prestanome, sono stati ricondotti nella assoluta disponibilità di tutta la famiglia Pesce. Il Tribunale in quest’ultimo provvedimento, ha evidenziato l’assoluta sproporzione tra il valore dei lavori di ristrutturazione effettuati dal proposto P.L. nell’appartamento di via Santa Chiara e la sua capacità di reddito e dei suoi familiari, nonché l’assenza di contestazioni formali da parte degli effettivi intestatari degli immobili. Con il provvedimento ha ordinato non solo la confisca dei beni immobili ma anche ogni cosa all’interno contenuta, compresi due scooter ed una moto in ottimo stato, accessori da moto e varie biciclette. Tutti i beni sono ubicati nella centralissima storica via Santa Chiara, con affaccio sulla rinomata piazza Re Manfredi nei pressi dell'antica chiesa di San Domenico, sono costituiti da pregiate unità d’epoca, che compongono una palazzina in soluzione indipendente, con vasto appartamento in primo piano molto grande, che consta di ben 13 vani disposti, su una superficie totale di 300 m2, avente un elevato valore catastale. Tale unità abitativa è molto ben rifinita ed arredata con mobilio di pregio in tutte le sue stanze e si compone anche di ampi locali a piano terra adibiti a deposito e garage, il tutto stimato avente valore commerciale di circa € 600.000,00. Nel corso della attività di indagine svolte dagli Agenti della Polizia di Stato è emerso che gli immobili oggi sequestrati venivano utilizzati, dallo stesso P.L. e da altri conviventi, anch’essi detenuti perché appartenenti alla medesima organizzazione, quale “Roccaforte” per la gestione, il controllo e la custodia delle armi in possesso del gruppo criminale nonché degli stupefacenti, che nelle vie limitrofe venivano spacciati grazie alla militare occupazione dei luoghi da parte di pushers e vedette dislocate nei punti nevralgici di accesso ai vari siti di spaccio. Nell’ambito della medesima attività investigativa, coordinata dalla D.D.A. di Bari e condotta dalla Squadra Mobile di Bari e dal Commissariato di P.S. di Andria, anche grazie all’ausilio di collaboratori di giustizia, dal 2011 al 2013 sono state eseguite complessive 60 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Bari per altrettanti soggetti ritenuti a vario titolo appartenenti alla organizzazione criminale della quale il P.L. era considerato leader indiscusso.
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