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Scuola: primo ok della Camera alla riforma, ok a proteste

Un'aula scolastica. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 20 MAG. (AGI) - L'aula della Camera da' il primo via libera al ddl scuola, Matteo Renzi esulta, chiede che la scuola non sia terreno di scontro, ma le proteste continuano, con critiche che piovono sia dai partiti di opposizione che dai sindacati, che presidiano piazza Montecitorio da ieri. Il ddl ha avuto l'ok della Camera, con 316 si', 137 no e 1 astenuto. Contro il provvedimento hanno votato Sel, M5s, Lega e Fi. La sinistra dem ha espresso in un documento le sue critiche al ddl ed ha auspicato che si possa proseguire l'opera di modifica al Senato. Molti esponenti dem, tra cui Bersani, Cuperlo, Fassina, Speranza ed Epifani, non hanno preso parte al voto. Il ministro Stefania Giannini si e' detta "emozionata e soddisfatta" per il si' dell'aula. Gia' di prima mattina il premier Renzi aveva difeso il suo provvedimento. "Non voglio imporre le mie idee o la mia linea. La mia idea di scuola e' che l'uguaglianza e' di partenza" ha detto, "per me e' importante che questa riforma vada avanti e che i professori vengano coinvolti. La scuola non sia piu' terreno di scontro, cerchiamo di ripartire insieme". Renzi ha definito "un errore" l'ipotesi di blocco degli scrutini: "hanno tutto il diritto di farlo, per me sarebbe una cosa sbagliata, un errore. Noi siamo un Paese libero e democratico". Proprio mentre parlava il premier, l'autorita' garante degli scioperi ha riferito che Unicobas, Cobas e Usb hanno esplicitamente escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico. "La scuola e' il futuro dell'Italia", ha detto ancora il premier, "l'Italia e' di tutti non soltanto dei sindacati", "io vado avanti". "I sindacati, quando e' stata approvato la legge Fornero, non hanno scioperato, ora stanno protestando perche' abbiamo messo tre miliardi in piu' sulla scuola", ha osservato il premier che ha anche affermato che il suo e' il governo che "ha messo piu' soldi sulla scuola perche' ci crediamo". Quanto al merito del provvedimento, Renzi ha difeso la contestata norma sui presidi: "questo non e' un preside sceriffo, e' un preside che si prende qualche responsabilita' in piu', io non lo voglio il preside burocrate e passacarte, perche' quelli sono la fine della scuola". E "l'importante e' che ci sia un principio: agli insegnanti bravi vanno dati i soldi in piu', bisognera' dare un po' di attenzione e prestigio, e, se possibile, denaro in piu'". Quanto allo stralcio del 5 x mille dal ddl scuola, "abbiamo fatto un passo indietro, proprio perche' non vogliamo imporre la nostra linea o le nostre idee. Io lo avrei lasciato. Ne riparleremo nella legge stabilita'". "Con il voto di oggi non si chiude la battaglia ma la battaglia continua" ha commentato critica il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.





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