Strappo di Civati, "lascio il Pd". Ma Renzi non si spaventa
Pippo Civati. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 6 MAG. (AGI) - Il lungo addio di Pippo Civati al Pd si concretizza oggi con l'annuncio delle sue dimissioni dal gruppo per dedicarsi alla costruzione di una sinistra di governo.
Colui che ha condiviso con Matteo Renzi il progetto della rottamazione della vecchia classe dirigente, e' il primo ad andarsene dal partito perche', dice, "il premier non rispetta i patti". Matteo Renzi, da parte sua, invita i suoi a tenere un profilo basso, a non esacerbare i toni e a rimanere uniti in vista delle regionali. Non e' un caso che a Montecitorio parlamentari renziani definiscano quella di Civati una mossa in vista dell'appuntamento elettorale inn Liguria, dove e' in corsa il civatiano Luca Pastorino. In casa Pd, tuttavia, non e' solo alle regionali che si guarda. C'e' da portare a casa la partita delle riforme, con il ddl Boschi atteso alla prova dell'Aula di Palazzo Madama. Da questo punto di vista, lo strappo dell'ex rottamatore non desta preoccupazioni anche se i fari rimangono puntati sui Venti dissidenti che con Miguel Gotor sottoscrissero la lettera di solidarieta' a Roberto Speranza, quando il capogruppo a Montecitorio si dimise. La maggioranza renziana non avra' nemmeno la certezza di poter contare, salvo sorprese, sul soccorso azzurro. Era accaduto al passaggio dell'Italicum a Palazzo Madama. Oggi il Patto del Nazareno e' lontano e il partito di Silvio Berlusconi tutt'altro che compatto. Le speranze sono appese alla truppa dei 'verdiniani' di Palazzo Madama che, riferiscono fonti azzurre, dovrebbero vedersi questa sera a casa di un senatore toscano. Attorno al tavolo siederanno in dieci. Troppo pochi, forse, per essere determinanti.
Del suo futuro, per il momento, Civati ha solo certezza che sa sara' fuori dal Pd, in "una sinistra di governo" alla quale dovrebbe lavorare anche Sel e per il quale occorrera' mettersi in moto gia' a partire dalle prossime settimane. "Siamo interessati al dialogo con tutti quelli che maturano queste distanze, siamo pronti a mettere in discussione il gruppo parlamentare e i nostri assetti di partito e a continuare il percorso avviato in molte regioni dove si vota, con liste unitarie con tutta la sinistra", dice Sel attraverso Nicola Fratoianni. Un altro potenziale interlocutore e' rappresentato anche da Maurizio Landini: "Landini l'ho visto questa mattina", ha riferito il deputato a Otto e Mezzo, su La7: "Continua a fare la sua battaglia nel sindacato. Per me e' un interlocutore. Non credo che questa sua iniziativa si chiuda in un fronte sindacale. Non facciamo tutto in un giorno. Ci seguira'? Certamente si' ma non penso in prima persona perche' Landini nega di volersi impegnare in prima persona".
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