Teatro. Suggestioni del Macbeth verdiano nel Teatro Petruzzelli di Bari
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L'Opera Macbeth. (foto) ndr. |
di Adriana De Serio
BARI, 23 MAG. - Un’indimenticabile rappresentazione dell’opera verdiana “Macbeth” nel Teatro Petruzzelli ha solcato le vie della storia culturale barese, per merito della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. L’Orchestra della Fondazione, diretta da Fabrizio Maria Carminati, e il coro (preparato da Franco Sebastiani), hanno magnificamente supportato i cantanti solisti Luca Salsi (Macbeth), Ugo Guagliardo (Banco), Tamar Iveri (Lady Macbeth), Daria Masiero (Lady Macbeth), Margherita Rotondi, Salvatore Cordella, Massimiliano Chiarolla, Antonio di Matteo, Gianluca Tumino, Martina Pepe, Ivana D’Auria, i mimi Luca Lamorgese, Antonella Lippolis, Mariano Cipriani. Impegnati in parti tecnicamente impervie, affrontate però con esemplare dominio vocale e musicale, i cantanti hanno disegnato il plot drammaturgico in un’atmosfera onirica, in cui uno stuolo di attori silenziosi nella loro nudità mimava sullo sfondo, dietro pannelli trasparenti, movimenti fluttuanti, mentre botole sul pavimento periodicamente spalancavano le ampie fauci per inghiottire, o far scaturire, personaggi dell’opera. La regia di Lydia Biondi (assistente alla regia Pia Di Bitonto), che ha valorizzato le geniali intuizioni dello scomparso Giancarlo Cobelli, ha contribuito a creare fascinose suggestioni, insieme alle scene e ai costumi curati da Valentina Dellavia sul modello di Carlo Maria Diappi, e al disegno luci di Giuseppe Ruggiero. Il coro, immobile nella sua fissità , collocato, in perenne oscurità , su entrambi i lati del palcoscenico, raccontava, quasi voci che sembravano adire meta-dimensioni, mentre l’intervallo musicale di seconda minore, l’intervallo del sangue (anche nel “Wozzeck” di Berg), scandiva ulteriormente la tinta cupa del “Macbeth”, dominata dal fato. L’elemento fantastico, sovrannaturale, con streghe e spiriti e relativi vaticini e rituali, che appare quale importante protagonista in quest’opera verdiana, ispirando con il proprio potere follia e crimine ai due Macbeth, coniugi sanguinari, pervade con potente incisività le quattro parti del melodramma (libretto di Francesco Maria Piave, tratto dall’omonima tragedia di Shakespeare), realizzato nel Teatro Petruzzelli con l’allestimento prodotto dal Teatro Comunale di Modena nel 2001. Va infine meritoriamente citata la consuetudine di facilitare al pubblico (foltissimo) la comprensione dei testi cantati, attraverso lo scorrimento dei versi su un pannello sovrastante il palcoscenico. L’encomiabile stagione operistica 2015 della Fondazione proseguirà , dopo la pausa estiva, con due opere di sicuro gradimento da parte del pubblico, “La Bohème” di Puccini e “L’Elisir d’amore” di Donizetti.
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