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Foggia.Scoperta importante: chiesa bizantina rinvenuta nella Valle di Carbonara, vicino Monte Sant’Angelo

La chiesa bizantina nella Valle di Carbonara (foto) ndr.
Redazione di Foggia

MONTE SANT'ANGELO (FG), 24 GIU. - Importanti novità sul fronte delle ricerche e degli studi che hanno avuto ad oggetto, in questi ultimi anni, quello che anche agli occhi dei più scettici sembra essere il sito archeologico ubicato nei pressi di Monte Sant’Angelo. Negli ultimi giorni infatti sono state effettuate nuove scoperte che hanno gettato una luce di curiosità su quello che sembra essere a tutti gli effetti un sito con numerose testimonianze archeologiche risalenti oltre che all’era preistorica anche ad epoche più recenti, strutture megalitiche, grotte e chiesette rupestri, rinvenute intorno all’abitato della città cara all’Arcangelo Michele che in tutto questo tempo erano rimaste nascoste all’occhio degli studiosi, e che ora stanno venendo alla luce grazie alla curiosità e alla caparbietà di alcuni escursionisti ed esperti di storia locale avvezzi a scandagliare il territorio garganico che regala sempre angoli di paradiso naturalistico e tracce di un antico passato che sta pian piano riemergendo da un lungo e millenario oblio. Sono venute alla luce infatti in questi ultimi giorni delle testimonianze archeologiche di inestimabile rilievo storico forse risalenti, secondo coloro che ne hanno effettuato la scoperta, all’ epoca bizantina. Questa volta, infatti, come è desumibile dalle numerose foto scattate dagli escursionisti – esploratori, pare sempre più verosimile che siano stati scoperti importanti monumenti archeologici forse risalenti al VI - VII secolo, anche se la conferma della Sovrintendenza deve ancora arrivare. Per la precisione è stata rinvenuta un’antica chiesetta di tipo rupestre forse risalente al periodo dell’influenza bizantina, all’interno della quale si conservano ancora i resti dell’altare, il catino absidale e i sedili che servivano per accogliere i fedeli che partecipavano ai riti in queste chiesette abbarbicate sui costoni della Montagna Sacra. Sono visibili anche diverse nicchie incastonate in antiche mura che probabilmente dovevano ospitare gli arredi sacri, mentre all’interno potrebbero trovarsi importanti epigrafi che ad una prima osservazione paiono essere bizantini, epigrafi che permetteranno di gettare luce sugli aspetti di quella che è stata l’introduzione del culto micaelico sul Monte Gargano a cavallo fra il periodo di influenza bizantina e la dominazione longobarda. All’esterno sono stati rinvenuti anche numerosi ipogei monumentali che arricchiscono il quadro di un sito di inestimabile valore storico che fino ad oggi era rimasto nell’oblio e che forse fra non molto potrà fregiarsi del marchio della Sovrintendenza per i beni culturali della Puglia, intenzionata ad apporre il vincolo archeologico. La paternità di questa importante scoperta è da attribuire all’escursionista e conoscitore degli antichi sentieri garganici, Franco Vaira, a cui si deve anche il nome della grotta dedicata alla Dea Madre sul costone della valle di Carbonara, ormai conosciuta da tutti come Grotta Vaira. Sono, queste, scoperte che stanno a testimoniare una volta di più come prima di raggiungere la grotta dell’Arcangelo Michele, i numerosi fedeli, che in epoca tardo antica e altomedievale salivano per sentieri scoscesi ed impervi della Montagna del Sole, erano soliti sostare in chiesette rupestri ricavate in anfratti naturali dove si riposavano e pregavano in attesa di riprendere il cammino. Si tratta delle cosiddette Stationes, antiche chiese costruite sul pendio della montagna, presenti in gran numero nel passato e visibili ancora oggi. La chiesetta bizantina rinvenuta sul costone della Valle di Carbonara attesta che anche dalla Valle di Mattinata  e non solo da Nord Ovest e da Sud Ovest salivano i pellegrini diretti alla grotta di San Michele. Ora l’auspicio è che l’amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo, di concerto con gli altri enti locali, sappia valorizzare il patrimonio storico-monumentale presente sui pendii della Montagna del Sole, dando credito alle tesi di Franco Vaira e degli altri studiosi come Raffaele Renzulli, Armando Gravina e Michel Di Bari, impegnati nella catalogazione di queste importanti strutture monumentali risalenti a tanti secoli fa.
Matteo Rinaldi



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