Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

La Buona Politica - Pd e Renzi, centristi in vista

Matteo Renzi. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 15 GIU. -  Le elezioni regionali e comunali, tra i tanti verdetti emessi (il Pd arretra, la Lega Nord stravince, Forza Italia si aggrappa all'ultimo salvagente, il Movimento 5 Stelle si radica pur con qualche defalliance) sembrano averne uno anche per Alleanza popolare, la coalizione 'parlamentare' alla quale partecipano Ncd e Udc: dichiarare finito il progetto centrista o spostarsi decisamente a destra, dalle parti di Matteo Salvini e di Silvio Berlusconi.Cristo è morto, Marx è morto e la Sinistra non se la passa per niente bene. 

La famosa citazione di Woody Allen si adatta alla descrizione di un Paese in cui il Pd a trazione renziana-democristiana ha appena eletto Sergio Mattarella presidente della Repubblica. Ecco allora che i mal di pancia emergono forti. Ed arrivano soprattutto dalla base, da quei territori che non capiscono la linea governativa tenuta sin qui da Angelino Alfano. Un Alfano che - non hanno dubbi parlamentari Ncd e Udc - "porta via voti, non è in grado di coagulare consenso alla base". Anche perchè, viene fatto notare, il ministro dell'Interno "è espressione di palazzo, non di territorio". In questi giorni il ministro dell'Interno ha però chiarito che "a livello nazionale non cambia nulla" e che anzi, rispetto alle ultime elezioni europee, nelle sette regioni dove si è votato Ncd e Udc hanno tenuto bene se non addirittura migliorato. Insomma sembra essere diventata una "alleanza stretta" quella di Ap con il Pd di Matteo Renzi perché, è il ragionamento che più ricorre in queste ore nella formazione centrista, si sta in una coalizione solo se si portano a casa risultati. E qui i risultati sembrano non arrivare. Per una De Girolamo che si dice pronta ad uscire dall'alleanza c'è un Cesa che sembra voler rimanere: ma il denominatore comune alla fine è il rapporto con Renzi e solo attraverso una definizione di questo si può probabilmente evitare la conclusione dell'esperienza di Ap. 

Il premier non è un caso che in questi giorni non parli più del 'partito della nazione', impegnato come è a riflettere sull'emorragia di voti avuta dal Pd. E' evidente come Renzi non possa permettersi un abbandono della coalizione da parte di Alleanza popolare, perchè se è vero che sul territorio complessivamente il valore dei centristi è di circa il 3% (in teoria quindi trascurabile) fra Camera e Senato Ap ha circa 70 parlamentari, indubbiamente decisivi. Viviamo una fase di transizione molto particolare. Se nei primi anni 90 l’Italia ha visto lo smottamento dei partiti cardine della Prima Repubblica, Dc e Psi, sostituiti improvvisamente dal messaggio affascinante di Silvio Berlusconi, oggi assistiamo allo sbriciolamento della sinistra moderata – quella radicale è già scomparsa – dietro la quale si intravede lo scricchiolamento della forza sindacale.. La sinistra è il vuoto perché rispetto ai paradigmi della modernità non è riuscita a sviluppare un’istanza critica, ma si è impantanata anch’essa nella rincorsa al voler essere moderni ad ogni costo, senza nemmeno capire, analizzare o prendere in considerazione cosa questa parola, modernità, potesse significare oggi. Si può scorgere un elemento di fondo nella fase politica che stiamo vivendo. Questo elemento è rappresentato dall’acceso scontro fra l’azione riformatrice del governo e la resistenza di chi, a vario titolo, a tale azione si oppone. Si tratta di un passaggio delicato, dall’esito del quale dipende buona parte della possibilità che il nostro paese esca dalla condizione di blocco che lo affligge da lungo tempo e che, è bene precisarlo, non è causato dalla grave crisi economica che stiamo vivendo ma da fattori che hanno radici ben più profonde. 

In ogni caso, il messaggio che Renzi vuole trasmettere è che, con lui, i tempi delle decisioni si fanno veloci, gli obiettivi raggiungibili. Negli ultimi vent'anni, le difficoltà della politica nel mediare i conflitti sociali hanno ridotto il ruolo del Parlamento nel farsi carico della mediazione tra i soggetti sociali:poca cosa se si pensa al compito più articolato a cui viene chiamato per diritto/dovere elettivo.





***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento