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Riforma del processo: scontro sulle intercettazioni, "bavaglio" ai giornalisti

La riforma del processo penale. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 24 LUG. (AGI) - La riforma del processo penale non arrivera' al voto fiale della Camera prima della prossima settimana, ma ha gia' infuocato il clima nella gia' surriscaldato Palazzo di Montecitorio, in commissione giustizia. Il testo passa, ma e' una bagarre come la si vede nei momenti piu' effervescenti del dibattito parlamentare, anche se non si e' arrivati come in altre situazioni al lancio di oggetti. Al centro delle proteste delle opposizioni (tra loro si sono distinti i deputati del Movimento 5 Stelle) un emendamento, approvato nel corso della notte. I grillini hanno costretto la commissione a trasferire i lavori nella sala del Mappamondo per far posto ad oltre 40 deputati M5S che non fanno parte della commissione; tra questi c'erano Di Battista, Sibilia, De Rosa, Ruocco, Nuti, Fraccaro che hanno contestato la conduzione dei lavori della presidente Donatella Ferrante. I 5 Stelle hanno accusato la maggioranza e il governo di aver approvato un emendamento "porcata a danno della libera informazione", norma che introdurrebbe una stretta sulle intercettazioni. L'emendamento, a firma Pagano, approvato nella notte in II commissione, prevede fino a 4 anni di carcere per chi diffonde "riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate" per "recare danno alla reputazione o all'immagine altrui". Punibilita' che viene esclusa solo nel caso in cui le riprese o le registrazioni "costituiscono prova" nell'ambito di un processo o utilizzate nel "diritto di difesa". "Noi lo diciamo fin da ora: siamo pronti a dar battaglia per difendere la liberta' d'informazione", si promette dal blog di Beppe Grillo, "Il Governo pare voglia mettere una stretta alla pubblicazione delle intercettazioni". Nel frattempo Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera nonche' relatrice del ddl di riforma del codice di procedura penale, apre ad una modifica dell'emendamento pietra dello scandalo. "Sono disponibile a riflettere su una possibile riscrittura, un aggiustamento dell'emendamento per esplicitarlo meglio", fa sapere. E David Ermini, responsabile Giustizia della segretaria del Pd,annuncia: "si vuole impedire l'uso fraudolento delle conversazioni private: ma, per essere ancora piu' chiari e togliere di mezzo qualunque allarmismo e strumentalizzazione e infondati argomenti di accusa, presenteremo in aula un emendamento per escludere esplicitamente dalla norma l'esercizio legittimo di attivita' professionali". Insomma, il "bavaglio" non dovrebbe scattare.





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