Terlizzi (Ba). I fioroni di locale produzione “studiati” dai ricercatori dell’Università di Foggia
Michelangelo De Chirico. (foto com.) ndr. |
di Massimo Resta
TERLIZZI (BA), 13 LUG. - I fioroni di locale produzione, che hanno richiesto la certificazione del marchio di Denominazione di Origine Protetta (Dop), sono “studiati” nei laboratori di ricerca dell'Università di Foggia. L'obiettivo degli studiosi dauni è quello di allungare la freschezza dei gustosi frutti non solo per ridurre la loro deperibilità ma anche per farne crescere la “vita commerciale”. La notizia non è sfuggita alla stampa specializzata nazionale del commercio di frutta verdura (FlashPlaza), che ha puntato la propria attenzione sui fioroni terlizzesi e soprattutto sull'imprenditore locale Michelangelo De Chirico, il titolare dell’azienda De Chirico Prodotti Tipici Pugliesi con sede a Molfetta, coinvolto dallo studio scientifico avviato dall'Università di Foggia. "Noi confezioniamo due tipi di fioroni - spiega alla Gazzetta Meridionale l’imprenditore De Chirico - il Tauro ed il Petrelli. Il primo si conserva in cella frigorifera fino a dieci giorni e dunque lo si può confezionare anche alcuni giorni dopo la sua raccolta e, dunque, senza problemi per la distribuzione. Il secondo, invece, già due ore dopo la raccolta cambia colore. Ha capacità organolettiche superiori al Tauro, ma la sua elevata deperibilità - sottolinea De Chirico - ne limita dunque la distribuzione che al momento avviene solo a livello locale". Tutte le speranze di far superare al Petrelli i confini cittadini e della provincia sono legate alle ricerche universitarie foggiane, che puntano ad un trattamento delle piante dei fioroni dopo la raccolta per allungarne la vita di quattro-cinque giorni. Al progetto collabora anche il prof. Giancarlo Colelli, che ha iniziato con l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari una ricerca avviata in Egitto per la valorizzazione della locale produzione dei fioroni.
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