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Estero. Germania approva aiuti ad Atene Si' arriva con ampia maggioranza

Immagini dal Parlamento tedesco. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 19 AGO. (AGI) - Semaforo verde del Parlamento tedesco al nuovo piano di salvataggio della Grecia, con 454 si', 113 no e 18 astenuti. Il numero dei deputati contrari e' risultato piu' basso rispetto al mese scorso quando la Camera bassa fu chiamata a votare per il riavvio del negoziato sul piano di aiuti: in quell'occasione il via libera arrivo' con l'opposizione di 119 deputati. Un risultato che e' stato salutato positivamente dalla borsa di Atene, in rialzo dell'1,3% nonostante il ribasso generalizzato dei listini europei sui timori per il rallentamento dell'economia cinese. Prima del voto, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble aveva definito "irrinunciabile" e "cruciale" la partecipazione del Fmi al nuovo programma di aiuti alla Grecia. "A ottobre - ha detto - il Fmi decidera' il suo coinvolgimento nel programma", attraverso una dichiarazione del direttopre generale dell'istituto. Non solo, ma considerato il livello "estremamente alto" dell'indebitamento di Atene per Schaeuble "a ottobre, alla luce dei pagamenti attuali, si potranno trarre dei giudizi. Sono sicuro che a ottobre potremmo osservare un miglioramento della situazione e, se sara' necessario, ci sara' un alleggerimento del debito". Scheuble ha fatto riferimento a un possibile "allungamento delle scadenze", mentre "un taglio del debito non e' possibile, in base agli accordi europei". Le borse europee intanto stanno proseguendo una seduta negativa: Milano perde lo 0,45% (maglia nera Francoforte con il -1,3%). Risentono cosi' del fatto che dopo tre decenni di crescita stellare, la locomotiva cinese rallenta. E' stata infatti un'estate nera per il Dragone (oggi Shanghai e' stata in altalena perdendo inizialmente oltre il 5% e recuperando in chiusura fino ad arrivare al +1,24%), ed ora rischia seriamente di non raggiungere l'obiettivo del +7% del Pil a fine anno. I ripetuti crolli della borsa di Shanghai, il deprezzamento dello yuan, lo sgonfiamento della bolla immobiliare, lo scivolone dell'8,3% dell'export a luglio, sono avvisaglie di un'economia che appare sempre piu' inceppata, appesantita, frenata. Se nel 2008-09, il Pil e' cresciuto intorno al 9,5%, nel 2010 e nel 2011 ha accelerato a +10%, poi ha iniziato a perdere colpi: +7,8% nel 2012, +7,7% nel 2013 e +7,4% l'anno scorso, il livello piu' basso da 24 anni a questa parte.





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