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Estero. Pioggia acida e cianuro nell'acqua, Tianjin una citta' da incubo

Pioggia acida a Shangai. (foto Agi) ndr.

di Redazione

SHANGAI (CINA), 20 AGO. (AGI) - Cianuro a livelli insostenibili nelle acque e pioggia acida e urticante. Dopo il disastro, Tianjin si e' trasformata in una citta' da incubo. In prossimita' del deposito petrolifero e di sostanze chimiche esploso nella citta', in cui sono morte 114 persone, la concentrazione di cianuro nell'acqua ha raggiunto un nuovo picco pari ad oltre 356 volte il limite massimo accettabile. Lo hanno reso noto le autorita' cinesi sostenendo allo stesso tempo che l'acqua distribuita nelle condotture della citta' e' sicura. Il governo locale ha anche annunciato che spostera' gli impianti chimici dall'area da dove ai residenti e' stato ordinato di evacuare in attesa di una bonifica. La pioggia e' divenuta acida. La pelle di chi viene toccato dall'acqua piovana si arrossa e prude, mentre il governo sostiene che i livelli di inquinamento di aria e acqua "rimangono nei limiti". Tuttavia, un funzionario sulla scena invita giornalisti e soccorritori a "stare lontano, se possibile". In alternativa, la cosa migliore e' quella di procurarsi teli impermeabili. La popolazione della zona e' colpita anche dalla decisione di non intervenire sui danni riportati dalle abitazioni della zona. Centinaia di residenti continuano a manifestare per chiedere al governo di pagare dei risarcimenti, oppure ricomprare le case distrutte dalle 12 esplosioni che si sono susseguite lo scorso 12 agosto 2015 nel porto della citta'. Secondo le prime indagini, circa 17.500 abitazioni private hanno subito danni seri. Ci sono migliaia di residenti sfollati di imperio, che per il momento vivono in 12 scuole e in altri 3 complessi residenziali di proprieta' del governo. I funzionari incaricati della loro gestione dicono di poter ospitare circa 15mila persone, ma non e' chiaro se e come sara' consentito loro di tornare a casa. Gli organi di stampa ufficiali hanno dato ampio risalto alla messa in stato di accusa di Yang Dongliang, capo dell'Amministrazione statale per la sicurezza sul lavoro di Tianjin. L'uomo, che fino a ora ha guidato le operazioni di soccorso, e' accusato di "violazioni alla legge e alla disciplina del Partito", eufemismo che indica corruzione. Tuttavia non e' stato per ora messo in correlazione con le esplosioni.





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