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Politica. Un’agorà spontanea per il buon futuro di Monte Sant’Angelo

Monte Sant'Angelo, lo storico quartiere Junno (foto) ndr.
di Nico Baratta - Redazione di Foggia

MONTE SANT'ANGELO (FG), 28 AGO. - L’argomento, da quanto leggo nei post di social network e in quelli di alcuni blog locali, è acceso, molto sentito e, come giusto che sia giacché riusciamo ancora a dir la nostra, diverso.

Dir la nostra, appunto. Un pensiero che deve renderci liberi, che spesso è assoggettato da terzi a colori e casacche. Vedete, per tante volte cito i sostantivi “colori e casacche”. E ciò è voluto poiché oggi in ogni pensiero scritto c’è sempre chi stupidamente lo assoggetta ad appartenenze, senza mai porsi una domanda, quella del libero pensiero.

È da tempo che scrivo sulle vicende di Mafia Capitale e sul Consiglio Comunale di Monte Sant’Angelo sciolto per mafia. Leggo e rileggo le 40 e più pagine della relazione del Ministero degli  Interni e quella della Prefettura di Foggia, le pagine delle vicende del Campidoglio, senza trovar differenze sostanziali che possano giustificare decisioni differenti. Una, anzi due singolari verità ci potrebbero essere –seppur tutte da provare-, quella di evitare che il Consiglio Comunale di Roma venga sciolto per mafia per evitare ulteriori atti illeciti poiché a garanzia vi sarebbe, secondo quanto dice il Governo, il Sindaco, e quella di non rovinare economicamente eventi programmati, come il prossimo Giubileo. Ma è anche vero che per il Giubileo si potrebbe costituire una governance appropriata, conferendo più poteri al Prefetto Gabrielli, tra l’altro già coadiuvato da altri due commissari straordinari. Tuttavia, se la garanzia a Roma sarebbe il Sindaco Marino, per me è solo una decisone puramente politica e di parte. Con ciò non attacco Marino, ne tantomeno lo difendo giacché lui continua a dire che non sapeva nulla di quello che stava accadendo. Eppure alcuni suoi Assessori sono parte in causa di Mafia Capitale. E se un Assessore è la persona di fiducia del Sindaco, i conti non tornano. È anche vero che più dell’80% delle persone implicate in Mafia Capitale sono della scorsa amministrazione, di centrodestra, ma che dalle prove in mano agli inquirenti, le stesse che son state pubblicate molte volte, si evincono palesi cooperazioni. 

Ed allora perché sciogliere il Consiglio Comunale di Monte Sant’Angelo e non anche quello di Roma? La politica c’entra al 100%. Ricordo solo che al Governo non c’è solo il PD, ma anche l’NCD e, guarda caso, molti inquisiti del centrodestra dell’ex Sindaco Alemanno sono di quel partito.

Nei social network ci si torva di tutto: opinioni, pensieri, offese, critiche, anche verità. E giacché so no interessato a parlare del territorio in cui vivo, la questione Monte mi è cara. Sfogliando le pagine di facebook di alcuni amici di Monte, mi ha colpito il post di un amico, Vittorio de Padova, il quale dice: «Rispetto le opinioni di tutti ma dire che paragonare Monte a Roma è fuorviante, mi sembra alquanto assurdo. Decine di titoli di giornali e servizi televisivi hanno certificato non condizionamenti mafiosi ma un lavoro a braccetto con la MAFIA, ma la differenza è sostanziale. MARINO e la sua giunta è ancora al suo posto e aggiungerei chissà perché. DI IASIO e la sua giunta sono a casa in massa senza se e senza ma. Senza entrare nel merito, poi mi piacerebbe capire oltre all'immobilismo amministrativo da sempre posto sotto accusa in questa e in altre amministrazioni, mi piacerebbe capire la posizione del PD di Monte nei confronti di un GOVERNO che ha il Premier Renzi segretario del PD e che a mio avviso ha utilizzato due pesi e due misure. Ripeto le parole di un magistrato, PAOLO BORSELLINO, che ha dato la vita per la lotta alla mafia e alla politica corrotta "Lo Stato e la Mafia sono due poteri forti che vivono sullo stesso territorio o si fanno la guerra o si mettono d'accordo". Dal 1991 ad oggi sono stati sciolti per lo stesso motivo 253 Comuni in Italia tutti da Napoli in giù. Sono convinto come disse Borsellino che alla Stato Italiano è più comodo dire che la Mafia è al Sud, così con la stessa si fanno affari insieme al nord dove si sono susseguiti i più grossi investimenti pubblici vedi Mose e Expò. EVVIVA L'ITALIA.....»

Il post è interessante poiché è scritto da una persona che vive sulla propria pelle le vicende che accadono a Monte. Vittorio critica Renzi, pur essendo un uomo di centrosinistra, legato al PD. Se lo fa è perché ama la sua città, quella Monte Sant’Angelo che da tempo si sta chiedendo, pur sapendo delle implicazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni, se davvero le persone che erano incarica sono parte attiva o implicati maldestramente dal sistema malavitoso locale. Ecco perché ci si chiede perché Monte è stata sciolta e Roma no. Ecco perché ci si chiede, come fa de Padova « MARINO e la sua giunta è ancora al suo posto e aggiungerei chissà perché. DI IASIO e la sua giunta sono a casa in massa senza se e senza ma.»

Come affermo da sempre, il Governo con il suo Renzi, il Ministro Alfano, amici degli amici, hanno messo in campo due pesi e due misure, discriminando il Sud dell’Italia. Una sacrosanta verità la dice Vittorio quando cita che dal 1991 da Napoli in giù  253 comuni sono stati sciolti per mafia dal 1991, riprendendo un pensiero al di sopra di ogni sospetto, quello del magistrato Paolo Borsellino, che per lo Stato Italiano è più comodo dire che la Mafia è al Sud. Tutti sappiamo che al Nord dell’Italia non c’è solo la mafia, bensì c’è camorra e soprattutto ‘ndrangheta, che controlla vasti territori, in primis Milano. Una piaga che non si rimargina e che è più cruenta di tante altre organizzazioni malavitose e che ha saputo infiltrarsi nelle istituzioni in modo latente e intelligente. Ovviamente se tutto ciò fosse “certificato” dallo Stato e “riconosciuto” dal Governo, vi sarebbe un grosso problema, quello del crollo dell’economia e con essa chi ne detiene redini e trae profitti.

Monte, ripeto, per le 40 e più  pagine della ormai famosa o famigerata –fate voi- andava sciolta, ma con responsabile discrimine di persone e cose, semmai ponendo in essere inizialmente azioni verso chi da molti anni figura nelle indagini dell’Antimafia, così da preservare attuali persone che hanno subito l’onta del malfatto. Contestualmente anche Roma andava sciolta. 

Aggrapparsi a scuse, pur essendo verità singolari –ma tutte ancora da provare-, è l’ennesimo fango buttato in faccia al Sud Italia, a chi non ha ricevuto mai un avviso di garanzia né tantomeno un indizio che possa ricondurlo a legami mafiosi. 

Checché se ne dica, credo che non debbano essere i partiti o chi ne fa parte a prender posizioni sulla vicenda Monte; abbiano almeno il pudore di attenersi ai fatti e non ai tanti sventolati proclami pre-elettivi: non servono perché il marcio sta in tutto e risiede proprio in ambiti politici che si sono succeduti da 30 anni a oggi.  Saranno i cittadini a prendere posizioni, sperando che pensino liberamente e senza condizionamenti politici, giacché i risultati ottenuti hanno sortito effetti indesiderati. A decidere saranno quegli elettori che ora vogliono conoscere i fatti, vogliono sapere dalla Magistratura e da quella inquirente chi sono le persone che hanno incancrenito Monte. Sarebbe ora che oltre alle 40 e più pagine della relazione del Ministero degli  Interni e quella della Prefettura di Foggia, a Monte si incominciassero ad ascoltare nomi e cognomi, tale da costituire un’agorà spontanea per il buon futuro di Monte Sant’Angelo.

#puntidisvista  



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