Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

FESTA PATRONALE MARIA SANTISSIMA DELLE GRAZIE e SAN ROCCO Sabato 5- DOMENICA 6 e lunedì 7 SETTEMBRE a Toritto (Ba)

Una immagine della Festa Patronale. (foto) ndr.

di Donato Scarpa

BARI, 5 SETT. - Nei prossimi giorni 5, 6 e 7, prima settimana di settembre, come da epoche remote, a Toritto i cittadini continueranno a manifestare la venerazione per i loro santi patroni:Maria Santissima delle Grazie e San Rocco. Tranne un periodo in cui i festeggiamenti furono anticipati al mese di agosto, per permettere ai cittadini emigrati di partecipare, la festa grande, come viene anche chiamata la festa in onore dei santi patroni, si è svolta sempre a settembre (quando la raccolta delle mandorle va concludendosi). All’interno del programma ancora il primo giorno è dedicato proprio ai torittesi emigrati, che tanto hanno contribuito per la crescita di Toritto, delle chiese e della festa patronale. La Festa grande dal 1978 è tornata ad essere una per entrambi i santi patroni, mentre dal 1903 al 1977 si festeggiavano i due santi separatamente e ad anni alterni. Brevi cenni Maria Santissima delle Grazie : a Toritto subito dopo la porta a Sud del paese tra Piazza Castello e borgo Madonna delle Grazie, l’antica chiesetta ivi esistente a causa del terremoto del 1731 fu danneggiata. Nel 1746 il facoltoso don Ettore D’urso avviò i lavori per la costruzione dell’attuale chiesa completata nel 1756. Sull’architrave del portale la scritta PROTEGAM URBEM HANC ET SALVABO EAM PROPTER ME (proteggerò questa città e la salverò proprio io). È la Vergine Maria, alla quale i totrittesi da sempre sono stati devoti, che promette protezione e salvezza a Toritto. Toritto che prima del 1500, privo di muri di difesa ha subito diverse incursioni e saccheggi, decide di costruire due porte a Sud, a pochi metri dalla Chiesa Madonna della Stella e a Nord a due passi dalla Chiesa Madonna delle Grazie. Porte alte 4 metri e circondate da un fossato, venivano affidate al portinaio che al suono dell’Ave Maria invitava chi era fuori paese a rientrare, chiudendo la prima anta e ad alta voce richiamando gli abitanti “pe l’Avemmaréje ò à chèse ò pe vèje” (per l’Ave Maria o a casa o – fuori- per la via). E dopo aver fatto dondolare la lampada della netta diceva: “In nòme de Dèje, ce jè jìnde, ce jè fèure è fèure” (In nome di Dio chi è dentro resta dentro, chi è fuori resta fuori), e chiudeva la porta vigilando sugli abitanti. E così al mattino presto spalancava quella porta eslamando: “Cu nòme de Dèje, buòn dèje a tùtte” Col nome di Dio bon dì a tutti. Segno di una civiltà contadina, ma fortemente religiosa. Il borgo Madonna delle Grazie, come pure il borgo Madonna della Stella, sono segno evidente dell’antichissima devozione alla mamma celeste da parte dei torittesi, che all’imbrunire e alla recita dell’Ave Maria rientravano dai campi nel loro paese. Devozione antichissima tramandata nei secoli, e sotto ogni dominazione. La chiesetta Madonna delle Grazie dal 1858, è luogo di culto dell’omonima confraternita, sicuramente di più antica istituzione, all’epoca a Toritto l’arciprete era don Gaetano Scarangella, il sindaco D’urso Francesco, il priore Spano Emanuele, mentre il padre spirituale era don Vito Perugine. La Madonna delle Grazie, titolare della chiesa e dell’omonima confraternita è da sempre, insieme con san Rocco, la protettrice del Comune di Toritto, cui gli abitanti si rivolgevano fiduciosi nell’infuriare delle calamità naturali. La “Madonna delle Grazie” era denominata anche “Madonna dell’acqua”. Il motivo è nelle periodiche siccità del passato che causavano incalcolabili danni all’agricoltura, agli animali (macchine di quel tempo) e ai cittadini tutti. Per questo tutte le case erano provviste di pozzi, e il paese di cisterne, come quella adiacente all’antica cappella della Madonna delle Grazie, ad uso dei poveri e dei viandanti. E quando la pioggia non cadeva e le cisterne erano vuote la popolazione ricorreva fiduciosa alla Madonna dell’acqua portando l’immagine in processione dalla Chiesetta alla Chiesa Madre. Processione alla quale tutti prendevano parte a piedi nudi e con i ragazzi con capo coronato di rovi elevando la preghiera Madonna della Grazia, Fontana di ogni Grazia Veniamo a cercare Grazia, Madonna ganne grazie. La scarsità dell’acqua, gli incendi, i terremoti, le inondazioni specie del 1905 – 1915 – 1926 vedevano i torittesi ai piedi della madonna supplicanti. Soccorso che la stessa madre celeste da sempre non ha fatto mancare. Proprio l’accresciuto numero degli abitanti è la testimonianza di questa divina protezione. Specie nel 1721 quando il tifo sterminava interi paesi vicini Toritto che si affidò alla sua madre celeste ottenne che a settembre il morbo terminava lasciando salvo il paese. Grati per la protezione ed il soccorso la popolazione, riconoscente innalzò IL CARRO TRIONFALE, su cui venne collocata la statua della Vergine. Come anticamente i romani portavano in trionfo il vittorioso Imperatore, così Toritto ha voluto rendere il doveroso trionfo alla vittoriosa Regina e Madonna delle Grazie. Non va dimenticato quando ad agosto 1943 gli aerei che bombardavano a vicina Sannicandro, con boati che gli spaventati torittesi udivano forti, sospesi tra la vita e la morte invocando l’amata protettrice furono ancora una volta salvati apprendendo che l’8 settembre 1943, festività della Madonna giunse l’armistizio. Il primo carro era simile a una navicella che solca i flutti del mare, a simboleggiare la protezione di noi naufraghi in un mare di calamità. Il secondo carro, alto 13 metri a forma di Torre, fu costruito nel 1933 dal devoto emigrato Domenico Poveromo. E agli stessi emigrati il paese dedica una cerimonia di cordiale bentornati. Durante la processione dopo la solenne celebrazione eucaristica oggi viene portato in processione il terzo carro costruito nel 1996 con l’ingegno di Vincenzo Appice. Giunta in piazza la processione, avviene la consegna delle chiavi del paese ai due santi patroni Maria Santissima delle Grazie e San Rocco. Il Paese si ritrova addobbato con luminarie, tante luci, allegria e ottima musica delle bande, oltre alle attrazioni delle giostre per tutti. Del primo carro-navicella resta solo la memoria storica, del secondo alcune foto, tra cui quella in cui l’allora amato vice sindaco Mest Cicc Stranghich consegna con infinita devozione le chiavi alla nostra Madonna delle Grazie, suscitando un fragoroso applauso degli emozionati fedeli prima del trionfale suono della grancassa.





***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento