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Politica. Foggia, Domenico Verile querela il Sindaco Landella

Domenico Verile (foto) ndr.
Redazione di Foggia

FOGGIA, 13 SETT. - Di seguito riportiamo il comunicato dell'ex Sindaco, consigliere e assessore comunale di Foggia Domenico Verile.

«Nella giornata di ieri ho provveduto a depositare formale querela per diffamazione nei confronti del sindaco di Foggia, Franco Landella, per le affermazioni false e denigratorie con cui lo scorso 6 agosto ha inteso rimuovermi dalla carica di assessore al Bilancio del Comune di Foggia”. Lo comunica Domenico Verile, già consigliere comunale in quota “Conservatori e Riformisti”.“Le motivazioni addotte dal sindaco per estromettere un assessore evidentemente scomodo dalla sua giunta dopo meno di 40 giorni di mandato – continua Verile - non solo sono menzognere ma hanno arrecato grave pregiudizio all’immagine del sottoscritto, da sempre improntata alla più rigorosa rettitudine e correttezza morale, tanto nel pubblico quanto nel privato”. 

“Il mio curriculum e la mia storia politica parlano da soli e chiaramente ed il sindaco ha osato infangarli con dichiarazioni false e calunniose al sol fine di dare una giustificazione ad una azione certamente preordinata e figlia di una barbarica idea che nulla ha di politico ma che evidentemente è frutto di una visione padronale della cosa pubblica e, pertanto, non rispondente ai minimali principi di rappresentanza democratica che dovrebbero, invece, appartenersi a soggetti espressione ed oggetto di legittimazione popolare nei vari livelli di rappresentatività”.

“E’ di tutta evidenza, infatti, lo scempio perpetrato nei confronti delle migliaia di cittadini che liberamente hanno inteso farsi rappresentare da me e dagli amici Gianni De Rosa e Gabriella Grilli,; scempio che la dice lunga sul modo di interpretare la gestione della cosa pubblica da parte di Franco Landella, il quale, evidentemente, confonde la elezione diretta del sindaco della città con il diritto di proprietà della stessa, rischiando così di creare un pericolosa deriva dalla quale si evince un diritto imperativo che mal si concilia con i più basilari elementi riconducibili alla rappresentatività del consesso di cui si è espressione”.

“E per questi motivi – conclude Verile- che ho inteso procedere a formale querela nei confronti del sindaco, ritenendo questa mia azione  un primo momento di tutela in grado di ripristinare non solo  la verità dei fatti e la mia dignità, ma anche di evidenziare la indispensabilità di far prevalere interessi generali e di rappresentanza rispetto ad una visione padronale della cosa pubblica». 



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