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Economia. La Cisl presenta a Bari le sue proposte per rilanciare il Mezzogiorno

Annamaria Furlan, segretario della Cisl
BARI, 13 OTT. – “Ripartire dal Mezzogiorno per far crescere il Paese”: è questo lo slogan della manifestazione che la Cisl svolgerà venerdì 16 ottobre a Bari, alle 14, nell'hotel Parco dei Principi. «Questa grande iniziativa di tutta la Cisl confederale nazionale per il Mezzogiorno – spiega Giuseppe Boccuzzi, segretario generale Cisl Bari – porrà le basi per una piattaforma seria che possa individuare le direttrici di sviluppo del nostro Mezzogiorno. Un Mezzogiorno stanco, che oggi ha bisogno di una spinta propulsiva possibile attraverso il rilancio della domanda interna, dell'occupazione giovanile e l’abbattimento della pressione fiscale sui lavoratori e sui pensionati». Gli fa eco il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, responsabile del Dipartimento Mezzogiorno: «Faremo conoscere le proposte della Cisl per il rilancio del Mezzogiorno e le confronteremo con chi, insieme a noi, ha la responsabilità di indicare una nuova e concreta prospettiva di crescita e di lavoro per i territori del Sud». Farina aprirà i lavori dopo il saluto del segretario generale della Cisl di Puglia Basilicata, Giulio Colecchia. All'iniziativa della Cisl è prevista la presenza di Alessandro Laterza, vice presidente della Confindustria per il Mezzogiorno e le Politiche regionali, Claudio De Vincenti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, i governatori di Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, e i vice presidenti di Campania, Sardegna e Molise. Chiuderà la manifestazione la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. «Il rilancio dell'economia del Mezzogiorno non è solo questione di solidarietà o di riduzione delle disuguaglianze con il resto del Paese – precisa Farina – ma è anche la condizione necessaria per dare più forza alla crescita ed allo sviluppo di tutto il Paese. E' ormai evidente, infatti, che senza un più forte contributo della ricchezza prodotta e dei consumi degli oltre 25 milioni di italiani che abitano le regioni del Sud, non sarà possibile una più rapida uscita dalla crisi e la crescita dell'occupazione in tutto il Paese». (C. St.)





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