Politica. Fitto, a Bisceglie, indica la strada per battere Renzi ai Conservatori e Riformisti della Bat
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L'apertura dei lavori dell'assemblea |
BISCEGLIE, 24 OTT. - «Un nuovo assetto europeo, un progetto politico italiano di lungo respiro che riparta dai territori, ritorni a guardare negli occhi e a parlare con la gente per interpretarne e viverne i bisogni: è l’unico modo per mettere in campo una proposta alternativa di governo a Renzi, come a qualunque governo di centrosinistra». Parole e musica di Raffaele Fitto, leader dei Conservatori eRiformisti, alla prima Assemblea provinciale che il movimento ha svolto nella Sesta provincia pugliese. Con l’europarlamentare ed ex ministro, la capogruppo del movimento in consiglio provinciale Tonia Spina a fare gli onori di casa, il deputato Benedetto Fucci e il consigliere regionale Francesco Ventola. Fitto ha tracciato gli obiettivi del nuovo movimento. «Conservatori e Riformisti è un’opportunità per chi nel centrodestra ha voglia di ricominciare fuori da vecchie logiche e da leadership consunte dal tempo e dall’ambiguità del potere. Per chi ha voglia di ritornare a scommettere su politiche moderne e liberali, per chi non si arrende alla facilità della propaganda del governante di turno e alla polemica sterile di chi fa opposizione o insultando o guardando al passato. Sono loro i migliori sostenitori di Renzi. Il nostro obiettivo è quello di ritornare a parlare con quei dieci milioni di italiani che ci hanno voltato le spalle alle elezioni degli ultimi anni e si sono arresi perché sfiduciati e delusi. E lo faremo insieme a tutti coloro che hanno voglia di coniugare nell’azione politica quella che noi consideriamo l’unica ricetta per uscire dalla crisi: meno tasse per favorire una vera crescita socio-economica». L’ex Governatore della Puglia indica la strada: «Ripartire dai territori, dalle assemblee programmatiche, perché dal confronto delle idee, dalle discussioni sui programmi, scevre di propaganda elettorale, si costruisca una nuova forza politica che non sia un progetto di plastica o peggio mediatico, ma concretezza e presenza». Fitto si è soffermato anche sulle questioni di politica regionale, sul confronto con Emiliano, sulle opportunità per la Puglia e dei rischi che questi primi mesi stanno già adombrando, in sanità ed agricoltura in primis. Gestita a colpi di spot, la Sanità continua a prelevare più soldi che altrove dalle nostre tasche, mentre si continua a prevedere la chiusura di ospedali senza una adeguata medicina territoriale. Per l’Agricoltura, «aspettiamo ancora l’approvazione e l’avvio del Piano di Sviluppo rurale 2014-2020; con un settore già in ginocchio, è grave essere in ritardo di oltre un anno e mezzo alla faccia delle parole e buoni proposti». Su questi tempi, in particolare, si è concentrato Francesco Ventola. «Non c’è nulla di cui scandalizzarsi se su alcuni provvedimenti voteremo a favore, la Puglia è nostra, è di tutti i pugliesi. Se i provvedimenti sono giusti e colgono gli obiettivi che noi abbiamo posto, non ne facciamo una questione di partigianeria. Più che opposizione costruttiva, come spesso si dice, noi facciamo opposizione seria, che non cerca clamore e che non offende, ma che analizza le questioni nel merito. Visto il tempo trascorso e le giravolte funamboliche del governatore Emiliano su alcune questioni molto sfruttate in campagna elettorale, presagisco una bella battaglia. Intanto siamo in ritardo. Emiliano, più che litigare con Renzi, si occupi della Puglia e dei ritardi che stiamo accumulando. Certo, da una parte abbiamo meno spazio di chi oggi riesce a stare sotto i riflettori gridando o offendendo, come già successo in passato con altri movimenti che poi hanno dimostrato limiti e contraddizioni. Dall’altro non abbiamo voluto fare operazioni di palazzo come coloro che oggi stanno cambiando atteggiamento venendo sulle nostre posizioni. Ma noi non abbiamo fretta. Sarà il tempo a darci ragione. Saranno le tante persone sfiduciate, deluse e disorientate a scegliere la coerenza e l’affidabilità che abbiamo dimostrato da amministratori, di chi sa conservare il buono e riformare quanto serve innovare». (C. St.)
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