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Spettacolo. Vito Signorile festeggia 50 anni di attività con “Dante sui sagrati”

Vito Signorile in scena
di Maria Caravella
BARI, 13 OTT. – I più bei canti della Divina Commedia riproposti in vernacolo. Un esperimento ardito, una novità decisamente “alternativa”, portata in scena su un palcoscenico di rara suggestione, come la Basilica di San Nicola, a Bari. E’ “Dante sui sagrati”, di e con Vito Signorile, realizzata da Gaetano Savelli, con l’accompagnamento musicale di Pino Petrella alla ghironda e altri strumenti medievali. Lo spettacolo, inserito nel festival per le celebrazioni del 750° anniversario della nascita del Sommo Poeta, è uno dei tasselli che compongono il progetto “Dante, l’Immaginario”, un percorso pluriennale di letture dantesche organizzato dall’Università “Aldo Moro” di Bari.
Vito Signorile festeggia così i 50 anni di attività artistica. Il decano del teatro barese, ha inteso ringraziare la sua città con un evento inedito: la lettura dei testi danteschi sia nel testo originale sia nella traduzione in dialetto barese. «Nel mezzo del cammin di nostra vita …»: l’incipit solenne del poema declamato con dedizione, nell’emozionante luogo sacro, è riecheggiato quasi come un monito e ha centrato la sensibilità dei presenti, resi silenziosi e attenti nella contemplazione quasi soprannaturale per un così grande capolavoro.
Oggetto della declamazione i versi dell’Inferno, cantica di solenne bellezza dedicata da Dante all’agire umano e alla sua naturale debolezza, che da sempre rende l’uomo fragile creatura di Dio e preda del peccato. I versi in vernacolo, seguiti alla declamazione dell’originale, in un primo momento hanno suscitato ilarità, ma poi hanno guadagnato consistenza. Ne ha beneficiato la recitazione, che ha acquisito una significativa densità emotiva e ha raggiunto il culmine nella declamazione del Quinto Canto, quello dedicato a Paolo e Francesca, in cui la musicalità dei versi ha regalato al pubblico la consapevolezza della poliedricità del dialetto barese, capace – al pari del fiorentino dantesco – di essere considerato una lingua che sa far sorridere e allo stesso tempo commuovere.





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