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Teatro. Al "Bravò" di Bari voci, suoni e ricordi della Città vecchia negli anni Quaranta

"Come eravamo", in scena al teatro Bravò
di Maria Caravella
BARI, 8 OTT. – La nostalgia dei tempi che furono e l’amore per la baresità diventano ispirazione per mettere in scena, al teatro Bravò di Bari, “Come eravamo”, a cura di Nietta Ragone, un affresco che rievoca Bari vecchia negli anni Quaranta.
Un rapido passaggio di tempo, in cui i baresi hanno vissuto momenti travagliati e altalenanti, sospesi tra grandi novità (i primi cinematografi, i primi cafè-chantant), eventi drammatici (la Grande guerra: le invasioni, le bombe) e l’arte di arrangiarsi (i baresi dovettero imparare per poter sopravvivere con dignità).
Lo spettacolo, realizzato come lettura scenica recitata, porta sul palcoscenico Dino Loiacono, Renzo Deandri e la stesa Nietta Ragone, che conducono gli spettatori incuriositi verso la narrazione del tempo che fu, alternando parti recitate con simpatiche canzoni dell’epoca interpretate da Vittoria Pomes. Si recita in vernacolo e con linguaggio colorito, si fa riferimento ad avvenimenti realmente accaduti e debitamente documentati, senza mai trascendere nella volgarità.
Si racconta la storia di Bari vecchia di quegli anni, quando nei sottani la gente seduta su vecchie sedie impagliate davanti all’uscio di casa, cantava e si divertiva con poco, raccontava barzellette e indovinelli, mentre alla radio rimbombava la voce del Duce che parlava agli italiani. Vengono ricordati anche i vecchi mestieri: l’ombrellaio, il cunzasegge, la capera, il cunzapiatti, il molaforbici.
E’ anche l’epoca delle processioni dei misteri ispirate a statue spagnoleggianti ed è soprattutto l’epoca del cinematografo: al famoso cinema Umberto si proietta la pellicola “Giglio infranto”, uno dei più famosi film d’amore di allora, e i baresi sono tutti lì, tra spinte, urla e bestemmie, per conquistare un posto in poltrona.
Nel frattempo, in città si verificano eventi drammatici come il bombardamento al porto che miete numerose vittime e lascia tutti basiti e costernati. Ma, nonostante tutto, arriva il tempo della Fiera del Levante, piccolo evento di mondanità che aiuta i baresi a distrarsi dalla triste realtà. Si narra anche dell’annunciata visita del Re alla città, mai avvenuta, e di Colino e Marietta, che si preparano al grande evento appostandosi sugli scogli per cercare di intravvedere Sua Maestà.
Applausi a scena aperta: il pubblico ha apprezzato.





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