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Ambiente. Sì della Cassazione al referendum "No Triv": ora tocca alla Consulta [VIDEO]

Manifestazione No Triv in Consiglio Regionale
di Vittorio Massaro
BARI, 28 NOV. – Referendum contro le trivellazioni in mare: la Corte di Cassazione dice sì a sei quesiti. Nella partita per la difesa dell’ambiente e contro la ricerca di petrolio e altri idrocarburi in mare, il primo gol è segnato dalle regioni che avevano depositato l’istanza il 30 settembre scorso: Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Sardegna e Veneto. Due le ordinanze adottate dall’Ufficio centrale per il Referendum della Corte di Cassazione. Adesso occorre attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale, che emetterà la propria sentenza entro il 10 febbraio 2016.
I sei quesiti puntano all’abrogazione della normativa che – introdotta con l'art. 38 dello “Sblocca Italia” e con l'art. 35 del decreto “Sviluppo” – ha semplificato l’iter consentendo al Governo di autorizzare le trivellazioni. Esulta il movimento “No Triv” che in questi anni ha svolto un importante ruolo di pungolo nei confronti delle Regioni. Reazioni unanimi di soddisfazione anche dai massimi esponenti politici della Regione Puglia.
Il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, ha osservato: «Il primo scoglio è superato. Era il più agevole visti i precedenti relativi alle due proposte referendarie della Puglia sui tribunali minori, respinte successivamente dalla Consulta nel gennaio 2014 e 2015. Ora resta appunto l'esame di merito della Corte Costituzionale, ma attendiamo l'esito con fiducia. L’iniziativa referendaria è una mano tesa al Governo nazionale, perché si apra un dialogo sull'intera questione degli idrocarburi sottomarini, che un movimento istituzionale e sociale chiede restino in mare, a tutela delle coste, del territorio e dell'economia delle nostre regioni marinare».
Il Governatore, Michele Emiliano, ha rimarcato che «è un momento nel quale la Costituzione della Repubblica si incarna e dà alle nostre comunità la possibilità di decidere sulle ricerche di idrocarburi, che possono essere sì un'opportunità, ma anche una minaccia che rischia di rovinare il nostro mare, che è la principale risorsa e attrattiva turistica delle regioni del Sud. Noi siamo per ridurre queste ricerche di idrocarburi, per azzerarle se è possibile. Voteremo per questo referendum e cercheremo di negoziare con il governo, dopo la consultazione, condizioni per le quali le comunità abbiano sempre diritto di parola in casi del genere. Si tratta in fondo di lasciare la possibilità a noi tutti di decidere come destinare i doni che la natura ci ha dato».








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