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Ambiente. Veleni nell'aria a Taranto: Peacelink chiede al Sindaco di chiudere le cokerie dell'Ilva

La manifestazione di PeaceLink a Taranto
di Daniele Lo Cascio
TARANTO, 30 NOV. - L'associazione ecologista Peacelink ha presentato oggi, davanti al Municipio di Taranto, il Dossier sui picchi Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici), sostanze cancerogene che a Taranto raggiungono livelli allarmanti nell'atmosfera. Alessandro Marescotti, presidente dell'associazione, ha esordito rendendo noto che i valori rilevati poche ore prima, mediante un analizzatore che si basa sulla stessa tecnologia di quelli dell'Arpa, erano pari a 82,1 nanogrammi per metro cubo, mentre quelli rilevabili in una stanza chiusa dove c'é un fumatore sono 54,1. Una concentrazione, dunque, che supera quella del fumo passivo quando a Taranto soffia il vento da Nord-Ovest, ossia dall'area industriale, dove l'Ilva ha ancora in funzione 4 batterie della cokeria su 10.
Lo stabilimento siderurgico produce, secondo Arpa Puglia, il 99% degli Ipa e la cokeria inciderebbe su questi per il 98%. Il problema, rileva Marescotti, è che «per chi provoca il fumo passivo da sigaretta in scuole, ospedali, locali pubblici ci sono delle sanzioni e una persona deputata al controllo; per l’Ilva, che inquina molto di più, no». Il presidente dell’associazione ambientalista si è dunque chiesto chi in una città deve far rispettare la legge. Aprendo una finestra a Taranto mentre fuori c’è un picco di inquinamento rilevante aumenta la concentrazione degli Ipa in casa, così come quando ci si ferma al distributore di carburante con il finestrino aperto.
Queste situazioni andrebbero scongiurate, tant’è che l’Arpa ha raccomandato di non esporre soggetti deboli a questi contaminanti. Giova ricordare che non esistono soglie minime sotto le quali sono scongiurati gli effetti sanitari avversi degli Ipa. L’associazione Peacelink, alla luce di questo rapporto, chiede al sindaco Ippazio Stefàno di emanare un’ordinanza urgente per fermare la cokeria dell’Ilva per almeno due settimane, dal momento che – in base alle previsioni metereologiche per due settimane – il centro urbano di Taranto sarà investito senza sosta da vento proveniente dall’area industriale.
In tali condizioni meteo il quartiere Tamburi di Taranto sarà particolarmente esposto a picchi di Ipa, cancerogeni, e Pm10 (polveri sottili), che possono avere effetti avversi sulla salute con possibili conseguenze sanitarie anche a breve termine sulle fasce più fragili della popolazione (bambini, donne in stato di gravidanza, anziani, asmatici, cardiopatici). Non a caso, in tali condizioni meteo l’Aia dell’Ilva prevede una riduzione della produzione della cokeria.
PeaceLink chiede esplicitamente al Sindaco di Taranto «di assumersi le sue responsabilità come ufficiale sanitario, oltre che, deontologicamente, come pediatra» e invita i cittadini ad evitare di aprire le finestre tra le sette e le otto del mattino per evitare di riempire la casa di aria cancerogena. Alla presentazione del dossier non era presente nessun rappresentante dell’Amministrazione comunale o delle istituzioni, all’infuori del leader della lotta ecologista tarantina, Angelo Bonelli, che ha detto: «Ma perché le iniziative assunte da Peacelink non arrivano dalle istituzioni? Perché deve essere un’associazione ambientalista a sostituirsi al ruolo delle istituzioni di monitorare l’aria per capire se c’è un danno alla salute? I dati riscontrati da Peacelink - ha continuato Bonelli - dovrebbero portare il ministro dell’Ambiente e quello della Salute, il Presidente della Regione e il Sindaco, che è il primo ufficiale sanitario, a emanare urgenti provvedimenti in assenza dei quali sembra obbligato il ricorso per l’ennesima volta all’autorità giudiziaria».







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