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Attualità. Allarme da Aci e Istat: "Troppe vittime di incidenti nei centri urbani"

Aumentano i decessi per incidenti in città
ROMA, 4 NOV. – Battuta d’arresto nella riduzione delle vittime della strada in Italia, mentre rallenta, ma non si ferma, il calo degli incidenti e dei feriti. Come rileva l’ultimo Rapporto Aci - Istat presentato a Roma, nel 2014 rispetto al 2013 il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito dello 0,6% a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti.
In totale nel 2014 si sono registrati in Italia 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone (181.660 nel 2013), che hanno causato 3.381 morti (3.401 nel 2013) e 251.147 feriti (258.093 nel 2013). In media, nel 2014, ogni giorno si sono verificati 485 incidenti, sono morte 9 persone e ne sono rimaste ferite 688. Il costo dei sinistri stradali ammonta nel 2014 a circa 18 miliardi di euro (stima su parametri Mit 2010). La situazione italiana trova pieno riscontro a livello europeo: il calo delle vittime nella UE si è infatti attestato tra 2014 e 2013 su una media del -0,5%.
Con 55,6 morti per incidente ogni milione di abitanti, l’Italia si colloca al 15° posto nella graduatoria europea. A pesare sul dato italiano soprattutto l’incremento della mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. I grandi Comuni che presentano il più alto indice di mortalità sulle strade urbane sono Messina (1,6 morti ogni 100 incidenti) e Catania (1,4), mentre i valori più bassi si registrano a Bari (0,3), Milano (0,4) e Genova (0,4). Torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni e i ciclisti, mentre prosegue il calo della mortalità sulle due ruote a motore.
La fascia di età più a rischio resta sempre quella dei giovani tra 20 e 24 anni (268 vittime), ma aumentano i decessi tra gli over 75 (+11,1%) e i bambini tra 0 e14 anni (+12,7% ). Distrazione, velocità elevata e distanze di sicurezza non adeguate si confermano le prime cause di incidente sulle strade extraurbane, mentre in città è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri, seguita da distrazione e velocità. Da evidenziare, infine, il calcolo in via sperimentale del numero dei feriti gravi, secondo le indicazioni della Commissione Ue: nel 2014 i feriti gravi a seguito di un incidente stradale, sulla base dei dati di dimissione ospedaliera, sono stati circa 15.000, in aumento del 16% rispetto al 2013.
«I dati dimostrano l’urgenza di garantire l’utilizzo di almeno il 50% dei proventi delle multe per favorire la mobilità e la sicurezza stradale soprattutto in ambito urbano – dichiara il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani – con attraversamenti pedonali moderni e visibili, percorsi ciclabili protetti, rotatorie efficaci a scongiurare i pericolosi urti laterali. Anche le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione: gli autovelox nascosti sono inutili e i cartelli che ne annunciano la presenza poi non riscontrata dai conducenti sono addirittura dannosi. Aci presenterà una proposta legislativa sistemica già nella prossima Conferenza del Traffico e della Circolazione, in programma a Roma il 18 novembre».
Secondo il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, «è sempre più importante disporre di dati di elevata qualità e non di resoconti parziali o aneddotici. La strategia vincente per raggiungere questo obiettivo è stata attivare un modello aperto di coordinamento, con la regia dell’Istat, tra Stato, Regioni ed Enti locali». (C. St.)







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