Cronaca. Olio extracomunitario venduto come italiano: maxifrode scoperta dal Corpo Forestale tra Bari e Brindisi
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Uomini della Forestale in un frantoio |
BARI, 3 DIC. – Sull’etichetta c’era scritto “100% italiano”, all'interno della confezione parlava straniero. L’ennesima frode ai danni dei consumatori e dei produttori. Oltre settemila tonnellate di olio ottenuto con la miscela di prodotto proveniente dall’estero (in prevalenza da Paesi extracomunitari come Siria, Marocco, Tunisia e Turchia), un giro d’affari stimato in decine di milioni di euro.
La maxifrode è stata scoperta tra Bari e Brindisi dal Corpo Forestale dello Stato, grazie ad una innovativa tecnica del riconoscimento del dna mediante analisi molecolare. L'olio veniva venduto sul mercato italiano e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura “100% italiano”, configurando così una frode in danno al “Made in Italy”. Sei le persone indagate. Le accuse: frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
I controlli hanno interessato una decina di aziende tra Fasano, Grumo Appula e Monopoli e un laboratorio di certificazione. L'inchiesta è stata avviata dalla Dda di Bari. Gli investigatori si sono rivolti all'Istituto di bioscienze e biorisorse di Perugia. I risultati delle analisi, incrociati con quelli sulla tracciabilità ricavati dai registri informatici, hanno permesso di accertare che migliaia di tonnellate di prodotto era ottenuto mediante la miscelazione di olii presumibilmente extravergini provenienti anche da Paesi extra Unione Europea.
Un centinaio le guardie che sono stati impegnate in perquisizioni, ispezioni e sequestri di lotti di falso olio extravergine di oliva. Le indagini della Forestale continuano e sono mirate anche ad accertare la effettiva natura dell'olio extracomunitario e la sua genuinità. I controlli dovranno inoltre verificare eventuali complicità di altre aziende. (V. Mas.)
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