Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Cronaca. Tutto da rifare: colpo di scena al processo "Ambiente svenduto" a Taranto

Il presidente della Corte d’Assise Michele Petrangelo
TARANTO, 10 DIC. – “Ambiente svenduto”: tutto da rifare. Dopo due rinvii, nell’ultima udienza un improvviso colpo di scena blocca il processo sul disastro ambientale causato dall'Ilva di Taranto. Colpa di un errore, banale in sé, ma grave nella circostanza. All’udienza preliminare del 23 luglio scorso erano assenti dieci avvocati. Nello spazio del verbale in cui si sarebbero dovuti indicare i sostituti il cancelliere ha lasciato il rigo in bianco. E’ un motivo sufficiente a far crollare tutto il percorso già avviato. L'intero procedimento torna così all'udienza preliminare. Un intoppo che causerà un ritardo di molti mesi al processo. I precedenti rinvii erano stati causati da un'omessa notifica e dallo sciopero dei penalisti. Siccome il gup Vilma Gilli si era già pronunciata, adesso toccherà a un magistrato diverso decidere se mandare a processo gli imputati. Le accuse sono: associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni. Sotto accusa 3 società e 44 persone, tra componenti della famiglia Riva (proprietaria dell'Ilva), direttori e dirigenti dello stabilimento, ispettori dei ministeri, esponenti politici e amministratori pubblici, fra i quali l’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, e l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, accusati di aver agito in modo da consentire ai Riva di inquinare. Indagato anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, accusato di omissione in atti d'ufficio per non aver adottato le opportune cautele a tutela della salute dei tarantini. (D. Loc.)







Nessun commento