Cronaca. Foggia, polso duro della Procura contro l’abusivismo commerciale
Rimozione abusivi commerciali (foto di repertorio) ndr. |
di Redazione
FOGGIA, 11 FEB. - Di seguito si riporta una nota stampa del dott. Francesca Romana Pirrelli, Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Foggia.
Il grado di civiltà di una città dipende dal senso di sicurezza percepito dagli abitanti.
Se parchi , marciapiedi ed altri spazi pubblici sono danneggiati o occupati e nessuno interviene o interviene legittimando le condotte di abusiva occupazione, questi luoghi saranno gradualmente abbandonati dalle persone e gli stessi spazi lasciati dalla comunità saranno progressivamente occupati dai criminali. Se sono tollerati piccoli reati, come appunto l’occupazione di luoghi destinati al passeggio, al parcheggio, alla vita comune, si svilupperanno e accetteranno crimini più gravi. Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo è qualcosa che sembra non interessare a nessuno, allora lì si genererà la criminalità.
Questa mattina il Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia in un’azione congiunta con il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato ha, con ampio impiego di uomini (40 unità del Comando Provinciale dei Carabinieri con l’ausilio di una aliquota del C.I.O. del Battaglione di Bari e 10 unità del Corpo Forestale), proceduto al sequestro di alcune bancarelle per la vendita di prodotti ortofrutticoli che occupavano i marciapiedi ed i parcheggi della città di Foggia.
Il provvedimento è stato eseguito su disposizione del Gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo dauno.
Si è trattato di un’azione mirata che ha avuto ad oggetto le cd edicole per la vendita della frutta , realizzate in legno , prive di precarietà strutturale e funzionale, su marciapiedi e luoghi destinati al parcheggio della città di Foggia.
L’indagine è stata avviata nell’aprile del 2015 , dopo il rilascio da parte del Dirigente del Servizio Attività Economiche del Comune di Foggia di sei autorizzazioni temporanee al commercio su aree pubbliche per la durata di mesi sei , rinnovabili, in favore di esercenti di attività commerciali spesso non dotati di autorizzazioni al commercio idonee o con autorizzazioni scadute, privi dei requisiti morali perché pregiudicati e comunque privi del certificato antimafia perché mai richiesto alla Prefettura.
In tali autorizzazioni , alla luce dell’atto di indirizzo comunale n.36/2015 , si disponeva che si potessero realizzare su aree pubbliche (marciapiedi e parcheggi comunali) strutture in legno lamellare aventi dimensioni e caratteristiche meglio definite nei progetti allegati alla domanda presentata dagli interessati e asseverata attraverso la relazione di un tecnico di fiducia (per tutti i richiedenti formulata e firmata dal medesimo architetto).
I manufatti, pur non essendo dotati per caratteristiche strutturali e funzionali della natura di opere precarie, venivano realizzati in assenza delle autorizzazioni edilizie previste da legge.
Alla emissione delle autorizzazioni al commercio e all’occupazione del suolo pubblico seguiva, tra la fine del mese di aprile e l’inizio del mese di maggio (in un solo caso l’autorizzazione viene rilasciata in giugno con immediato inizio dei lavori fra fine giugno e luglio), l’immediata edificazione dei chioschi sulle aree indicate. Il Comando Provinciale dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Municipale accertavano che molti dei manufatti erano stati realizzati con cubature persino superiori a quelle assentite con le (illegittime) autorizzazioni al commercio e posizionati in violazione delle norme del Codice della Strada. Gli inquirenti accertavano inoltre che, alla scadenza dei sei mesi di efficacia delle autorizzazioni, i manufatti, non venivano rimossi e permanevano ad occupare il suolo pubblico con coeva prosecuzione dell’attività commerciale .
I titolari delle autorizzazioni sono indagati per i reati di abuso edilizio e di occupazione di suolo pubblico. Nei confronti di uno solo di essi non veniva notificato il decreto di sequestro , in quanto il GIP riteneva, allo stato dell’indagine , non accertati tutti i presupposti per procedere all’emissione del decreto di fermo reale.
Oltre al sequestro dei manufatti e all’apposizione dei sigilli , il Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia e il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato ha provveduto - ai sensi dell’art.73 ord. giud che attribuisce al P.M. il compito di vegliare sull’osservanza delle leggi, a notificare alle società di gestione delle forniture di acqua, elettricità e fogna di cui molti dei chioschi erano dotati - il provvedimento di sequestro affinché operino , ove non ostino motivi di natura contrattuale, il distacco delle utenze.
E’ stato nominato custode dei manufatti occupanti il suolo pubblico comunale il Sindaco della Città di Foggia.
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