Autopsia egiziana "Regeni torturato più volte", Il Cairo nega
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Giulio Regeni. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
IL CAIRO 1 MAR. (AGI) - Giulio Regeni fu sottoposto a torture per sette giorni a intervalli di 10-14 ore prima di morire. Lo riferiscono fonti della procura del Cairo citate da diversi mass media internazionali che riportano la testimonianza del medico legale Abdel Hamid, direttore del dipartimento di Medicina legale del Cairo, colui che eseguì l'autopsia sul corpo del ricercatore italiano. Tipiche e brutali tecniche di interrogatorio utilizzate da chi vuole ottenere informazioni, che avvalorerebbero la tesi sostenute dalle associaioni per i diritti umani, secondo cui Regeni fu prelevato dai servizi di sicurezza del Cairo. Immediata la smentita del viceministro della Giustizia egiziano Shaaban al-Shami: "Si tratta di notizie senza fondamento diffuse da agenzie di stampa straniere", dice senza mezzi termini all'edizione online del quotidiano filo-riformista 'al-Masry al-Youm'. Eppure, sempre a detta del viceministro, il medico legale non sarebbe "mai stato interrogato dalla Procura, che non l'ha mai convocato". Lo stesso Shami ha quindi messo in guardia "dal diffondere queste notizie false, perché chi le scrive ne risponderà davanti alla legge". Il giovane ricercatore italiano scomparve nel centro della capitale dell'Egitto la sera del 25 gennaio.
Intanto al Cairo un team congiunto di esperti egiziani e italiani lavora al caso: i risultati dell'inchiesta saranno resi noti non appena l'indagine sarà conclusa. Lo ha detto il primo ministro egiziano, Sherif Ismail, nel corso di un'intervista televisiva alla trasmissione "Ana Misr". "Un team congiunto è al lavoro per portare alla luce le circostanze della morte di Giulio Regeni, i risultati delle indagini saranno resi pubblici una volta conclusa l'inchiesta", ha dichiarato aggiungendo che "le relazioni tra Egitto e Italia restano forti nonostante i tentativi volti a rovinare il legame tra i due paesi".
Secondo quanto riferito questa settimana dalla stampa locale, gli inquirenti egiziani hanno ristretto il campo dei sospettati. La procura ha ricevuto la relazione delle compagnie telefoniche con i tabulati delle chiamate dalle quali sperano di trarre informazioni che invece non sono riusciti a ottenere dalle telecamere in strada. Secondo il quotidiano egiziano "Akhbar alYoum", l'analisi delle compagnie telefoniche ha dato prove chiare di alcuni sospettati, portando gli inquirenti ad avvicinarsi all'individuazione dei responsabili dell'omicidio.
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