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Bisceglie (Bat). Aggressione al commissario straordinario della Casa Divina Provvidenza: un arresto della Gdf [CRONACA DELLA GDF ALL'INTERNO]

Un arresto della Gdf a Bisceglie (Bat). (foto) ndr.

di Redazione

BISCEGLIE (BT), 3 MAR. (C. St.) - Questa mattina, finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza Bari e i Carabinieri del Compagnia di Trani hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nonchè perquisizioni locali e domiciliari. La persona tratta in arresto - su ordine del G.I.P. di Trani dr.ssa Rossella Volpe, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani (dell’indagine sono titolari il Procuratore Aggiunto dr. Francesco Giannella ed il Sostituto Procuratore dr.ssa Silvia Curione), è il 45enne Antonio Nardella, residente in Foggia, dipendente della AMBROSIA TECHNOLOGIES S.r.l. di Milano, società che aveva stipulato un contratto pluriennale per i servizi di mensa e pulizia con la Casa Divina Provvidenza di Bisceglie (BT), ora in amministrazione straordinaria ai sensi della Legge Prodi bis. Il Nardella è stato associato alla Casa Circondariale di Trani. La Casa Divina Provvidenza, di Bisceglie era stata già interessata alle indagini sul crack di circa 500 milioni di euro di cui alla nota Operazione ORO PRO NOBIS (diretta dalla Procura di Trani e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari) del giugno 2015, che aveva portato all’arresto di numerosi responsabili per reati di associazione a delinquere, bancarotta e altro. L’arresto del Nardella - accusato di estorsione, minaccia e violenza, aggravate - si inquadra nell’ambito delle indagini svolte in seguito all’aggressione posta in essere il 15 febbraio u.s., da un “commando di violenti” di circa 30 persone, nei confronti dell’Avv. Bartolomeo COZZOLI, nominato - dal Ministro per lo Sviluppo Economico - Commissario Straordinario dell’Ente Religioso Casa Divina Provvidenza, di Bisceglie (BT) e dei suoi collaboratori. In quell’occasione, a seguito di una vera e propria irruzione negli uffici della Casa Divina Provvidenza, in Bisceglie, il gruppo di persone, capeggiato dal Nardella, minacciò gravemente l’avv. Cozzoli con parole del tipo “tu non te ne vai di qua se non firmi la revoca”, “tu non esci vivo”, “ti ammazzo”, “bastardo”, dove sta la tanica della benzina” ; il pubblico ufficiale fu anche strattonato e picchiato, riportando escoriazioni al ginocchio ed alla bocca. Analoghe minacce hanno subito i suoi diretti collaboratori, tra cui il Direttore Amministrativo dell’Ente, Marcello Paduanelli, al quale fu messa a soqquadro la scrivania ed il Direttore Finanziario Massimo Rubini, sfiorato addirittura da un pugno. Il motivo dell’aggressione era da ricercare nella disdetta del contratto che il Commissario Straordinario aveva notificato, alcuni giorni prima, alla società Ambrosia - a causa della sua eccessiva durata ed onerosità, avvalendosi dei poteri straordinari concessi dalla Legge Prodi bis. Ciò, nonostante egli avesse assicurato al personale dipendente che la risoluzione del contratto non avrebbe determinato la perdita dei posti di lavoro. L’irruzione guidata dal Nardella, come riportato innanzi, dipendente di Ambrosia S.r.l. per la sede di Foggia della CDP, aveva, invece, il preciso scopo, di costringere il Commissario a redigere immediatamente un documento che annullasse la precedente disdetta nei confronti della stessa Ambrosia S.r.l.. Solo dopo aver raggiunto tale scopo, il gruppo dei violenti era andato via. Le indagini cominciate la sera stessa dell’aggressione, condotte da Guardia di Finanza e Carabinieri, hanno portato all’identificazione del capo del gruppo dei facinorosi. Proseguono ulteriori investigazioni per procedere nell’identificazione degli altri partecipanti all’aggressione. 

OPERAZIONE “RED TAIL” ARRESTATE DUE PERSONE PER USURA ED ESTORSIONE AGGRAVATE DAL METODO MAFIOSO

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 persone, gravemente indiziate di usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. Le misure cautelari personali, disposte dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, traggono origine da indagini scaturite a seguito di una denuncia sporta alla Guardia di Finanza da alcune persone offese che, trovandosi in grave stato di disagio economico, si erano rivolti ai due indagati, oggi tratti in arresto. Gli arrestati, entrambi baresi, sono Prospero SIMEONE, di 52 anni, e Davide ANNOSCIA, di 34 anni. Le indagini hanno fatto emergere chiaramente che i due indagati, in concorso tra loro, approfittando delle condizioni di difficoltà economica e finanziaria delle persone offese, hanno concesso prestiti di denaro esigendo interessi ad un tasso annuo oscillante tra il 60% ed oltre il 1.200%. In uno specifico caso è stato accertato che, a fronte di una dazione pari ad € 2.000, è stata restituita dalla vittima, dopo soli tre giorni, la somma di € 2.200, equivalente ad un tasso annuo pari a circa il 1.217%. In particolare, dalle indagini effettuate è chiaramente emerso che il SIMEONE, a decorrere dal mese di Novembre 2013, avrebbe concesso prestiti di denaro esigendo interessi usurari mentre l’ANNOSCIA avrebbe messo in relazione le persone offese con il predetto “finanziatore usuraio”. Dopo l’erogazione delle somme prestate, l’opera congiunta dei due indagati si è concretizzata mediante pressioni, minacce e pesanti intimidazioni esercitate verso le vittime onde costringerle all’adempimento coatto delle controprestazioni “usuraie”. E’ stato accertato che il SIMEONE ed il proprio complice e socio nelle operazioni usurarie, Davide ANNOSCIA, hanno esercitato una notevole forza di intimidazione verso le vittime evocando loro la fama criminale di Giuseppe SIMEONE, figlio di Prospero, esponente di rilievo del clan “Diomede”, arrestato il 5 novembre dell’anno scorso per l’omicidio di Christian MIDIO avvenuto due giorni prima.






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