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Chiesa Cattolica. Bagnasco, "i figli non sono oggetti"

Il Card. Angelo Bagnasco. (foto Agi) ndr.

di Redazione

GENOVA, 14 MAR. (AGI) - "Avere dei figli e' un desiderio bello e legittimo", ma "e' diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiche' non sono cose da produrre". Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha voluto riaffermarlo aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Genova in vista del Congresso Eucaristico Nazionale. Nell'occasione ha ribadito la contrarieta' dei vescovi italiani "alle situazioni paramatrimoniali" che di fatto potrebbero scaturire dalleleggi in discussione. E in merito al tema dell'utero in affitto, che il dibattito Stepchild adoption evoca inevitabilmente, il cardinale ha sottolineato che "certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei piu' poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi". Nella prolusione, Bagnasco ha anche citato la dichiarazione congiunta firmata a Cuba da Papa Francesco e dal Patriarca Kirill che avevano espresso ramamrico perche' "altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternita' e di maternita', come vocazione particolare dell'uomo e della donna nel matrimonio, viene estromesso dalla coscienza pubblica". Il cardinale ha collegato la sua difesa della famiglia alla necessita' che di essa ha il Paese per uscire da una crisi crisi che non e' solo economica. Per l'Italia, infatti, e' scoccata, ha detto, "l'ora di una grande responsabilita', perche' i germogli possano diventare presto raccolto abbondante, perche' l'occupazione, la famiglia e lo stato sociale siano a portata di tutti, specialmente dei giovani che hanno diritto di farsi la propria famiglia". "I beni materiali sono certamente necessari per vivere con dignita', ma esiste un patrimonio invisibile che non ha prezzo e che non si puo' comprare: e' la fiducia, la speranza", ha ricordato richiamando l'attenzione dell'opinione pubblica sull'"inverno demografico", documentato dai dati ISTAT del 2015 che, ha sottolineato, "sono i dati peggiori dall'Unita' d'Italia: lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese". Per Bagnasco, tutto questo "e' il sintomo di una crisi piu' profonda di quella economica". Citando l'omicidio Varani ("il recente raccapricciante delitto" dal quale "emerge un inquietante, assoluto vuoto interiore") il cardinale Bagnasco ha poi fotografato il disagio diffuso tra i giovani alla ricerca dello "sballo" e cioe' "una disperata noia di vivere che esige un insaziabile bisogno di sensazioni forti". "Ma - si e' chiesto il cardinale - come si puo' reagire a tutto questo? Come societa' siamo talmente accecati di fronte ai segni della decomposizione culturale da continuare a mettere energie, tempo, risorse in tutt'altro?". "Siamo preoccupati - ha detto a nome dei vescovi italiani - che non si sia aperto un serio, corale dibattito pubblico; che si continui a mostrare colpevole superficialita' o vile rassegnazione di fronte alla cultura dello 'sballo' con droghe, alcool, azzardo, fino al disprezzo totale della vita propria e altrui". Su un fronte del tutto diverso, quello dei respingimenti ai migranti", Bagnasco ha usato parole altrettanto severe ricordando che dall'inizio del 2015 sono morte 4.200 persone, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo!". "Che spettacolo da' di se' l'Europa? Puo' l'Europa, culla di civilta' e diritti, erigere muri e scavare fossati?", ha chiesto denunciando il perpetrarsi della strage dei migranti mentre molti paesi chiudono le loro frontiere. "L'indifferenza globale e' qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio", ha scandito. Per il presidente della Cei, invece, "il nostro Paese e' sempre stato in prima linea, non solo perche' e' la 'porta d'Europa', ma soprattutto ha mostrato da subito generosita' e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna Nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali" ha rivendicato sottolineando che "nessuno puo' negare" quanto fatto dall'Italia. Importante per il cardinale anche la risposta all'appello di Papa Francesco che ha chiesto a ogni parrocchi adi accogliere almeno un a famiglia di migranti: sono "circa quarantacinquemila", infatti, gli immigrati accolti finora, "compresi quanti in questi giorni arrivano a noi attraverso i corridoi umanitari", ha reso noto assicurando che "la Chiesa Italiana continua a portare il proprio contributo attraverso parrocchie, istituti religiosi, organizzazioni come le Caritas Diocesane e gli Uffici per i migranti". Nella prolusione anche il tema della pedofilia che Bagnasco ha affrontato in risposta alle sollecitazioni che arrivano, ha detto, da "alcune recenti circostanze" (le audizioni del cardinale australiano Pell, l'inchiesta che tocca il cardinale francese Barbarin e il film Spotlight, ndr). In merito, il porporato ha rivendicato che "i vescovi italiani sono stati tra i primi a mettere in essere con rigore le indicazioni della Santa Sede in ordine all'accertamento degli addebiti e all'erogazione delle pene, e hanno rafforzato le strutture di recupero nonche' i criteri di prevenzione". Ma soprattutto ha espresso a nome dei voscovi italiani "il dolore e la vicinanza alle vittime e ai familiari" ribadendo "la condanna dei colpevoli, mentre cresce la preoccupazione per lo scandalo delle anime".






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