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Interviste. SOLULABS, intervista al Responsabile Scientifico il dottor Daniele Savio

Il Progetto SOLULAB. (foto R.Ventrella) ndr.

di Redazione

ROMA, 1 APR. - Abbiamo intervistato in questi giorni il responsabile scientifico del Progetto SOLULAB, di seguito riportiamo ciò che ha rilasciato ai nostri microfoni... 

Il progetto Soulabs C.R.E.B., assieme all'azienda ideatrice di R&D Solutions, è partito dal Bari Calcio. Perchè la scelta di collaborare con questa società? 

La scelta del Bari calcio è stata, come spesso succede, alquanto casuale; mi spiego un amico in comune tra R&D Solutions e la F.C. Bari 1908 inizia a parlare ad un ex calciatore professionista, attualmente allenatore al Bari, di un progetto che R&D Solutions sta allestendo e sviluppando in ambito sportivo. Tramite questa persona viene fissato un contatto diretto e quindi la presentazione del progetto all’attuale Presidenza del Bari. Dopo lunghi mesi di discussione anche dal punto di vista scientifico, che hanno coinvolto non solo lo staff tecnico della società, ma anche e soprattutto le competenze medico/sanitarie, il progetto prende il via e si conclude, dopo quasi un anno di lavoro con l’inaugurazione avvenuta il 22 marzo scorso. 

Durante la conferenza stampa di martedì 22 marzo dove veniva presentato il progetto, non si è parlato solamente di una componente legata esclusivamente al mondo dello sport. In quali altri campi può essere applicato? 

Solulabs è un progetto modulare ossia un progetto che può modificarsi in base alle valutazioni che ritieni di effettuare alla persona che hai di fronte. Solulabs può e deve essere adattato a seconda delle necessità e quindi non prevede solo la valutazione della persona sportiva sia essa professionista o dilettante, ma prevede anche la valutazione del bambino e dell’anziano. Può essere adattato a qualsiasi realtà tu voglia valutare; ad esempio a Vercelli abbiamo presentato un progetto al Provveditorato degli Studi per promuovere uno studio pilota sugli allievi delle classi medie inferiori della città atto a valutare la postura dei ragazzi ed eventualmente apportare modifiche per poterla correggere e migliorare. Altro esempio di applicazione è legato alla possibilità di immersione del soggetto in una realtà virtuale in modo tale da fargli compiere esercizi utili a sviluppare e/o consolidare particolari attività motorie. Ovviamente ciascun protocollo di utilizzo deve tenere necessariamente conto dell’età della persona che viene valutata. 

Quali sono i vantaggi e i riscontri che questo progetto può avere nel capoluogo pugliese? 

Il vantaggio che questo progetto può trarre dall’essere stato sviluppato a Bari, è senza dubbio legato alla passione, nonché alla fede calcistica che accomuna gli abitanti del capoluogo, infatti durante i nostri innumerevoli viaggi fatti per controllare l’avanzamento dei lavori, abbiamo potuto toccare con mano la passione che lega i tifosi alla maglia: quindi anche quando la squadra non ha espresso appieno il proprio valore, in discussione c’erano i calciatori, ma non l’attaccamento ai colori sociali. La Bari, come dicono loro, si ama al di sopra delle persone e delle figure societarie. Il vantaggio quindi, è di avere a disposizione una cassa di risonanza molto importante. Questo fatto non è di secondaria importanza se si tiene conto che il progetto non è rivolto solo all’atleta professionista, ma anzi gran parte della sua valenza la esprime verso la popolazione “normale” in quanto i protocolli di studio sviluppati poggiano la loro forza sul come prevenire particolari problematiche legate alla postura sbagliata o alla cattiva deambulazione. 

Dottor Savio vuole presentarci questa struttura situata all'interno dello stadio San Nicola? 

La struttura è ubicata sotto la tribuna est dello stadio San Nicola, stadio costruito su progetto dell'architetto Piano in occasione dei mondiali di calcio del 1990 tenutisi per l'appunto in Italia. Gli spazi messi a disposizione dalla F.C. Bari 1908 sono di circa 450 mq. Tale area è stata da noi ridisegnata in funzione delle necessità del progetto. Solo per darle un’idea al fine di poter sistemare le piattaforme di forza in modo tale che non possano essere viste dalla persona che sta eseguendo la valutazione, abbiamo dovuto fare ex novo la pavimentazione. 

Il progetto prevede due kit ben specifici: vuole spiegarci la differenza? 

La differenza tra i due kit è sostanziale. Il kit di primo livello viene utilizzato per uno screening “di massa”, parliamo di pedana baropodometrica, sensore inerziale di movimento e elettromiografia di superficie dei muscoli massetere e temporali (muscoli interessati alla masticazione). Questo primo livello permette quindi di evidenziare se ci sono particolari problemi legati alla postura e al movimento della persona; se tutto va bene l’indagine termina qui, mentre se si evidenzia qualche problema, il soggetto viene inviato al laboratorio di secondo livello dove le valutazioni vengono completate e approfondite con la strumentazione e i protocolli più sofisticati. Occorre inoltre ricordare che il kit di primo livello è completamente portatile, quindi le valutazioni possono essere eseguite direttamente presso la persona che le richiede, mentre il kit di secondo livello è un laboratorio vero e proprio presso il quale è necessario recarsi.

Dal punto di vista pratico quali sono gli strumenti utilizzati e come vengono applicati in funzione dell'atleta? 

Dal punto di vista pratico parliamo di elettromiografi di superficie, di marker utilizzati per evidenziare particolari “punti repere”, parliamo di telecamere sia in campo del visibile che infrarosso, utilizziamo pedane baropodometriche e sensori inerziali di movimento, apparecchiature in grado di valutare la barriera antiossidante. A tutto questo possiamo aggiungere valutazioni biochimiche (ma non le tradizionali, bensì valutazioni legate al rapporto tra metalli nobili e tossici, indagini sull’attività intestinale e ormonale), e valutazioni psicologiche, perché è nostra convinzione che una persona per svolgere al meglio le proprie attività, qualsiasi esse siano, deve essere in uno stato psicofisico di benessere. 

Dottor Savio, vi sono eventuali sviluppi che verranno intrapresi in futuro? Bari viene considerata come un punto di partenza oppure come un punto di arrivo?

Vista la duttilità del progetto, Bari è senza dubbio un punto di partenza, perché provi solo ad immaginare l’utilizzo su larga scala di questa tecnologia, mi spiego, il poter valutare e seguire nel tempo senza essere invasivi bambini delle scuole, bambini che svolgono attività sportive, persone che hanno necessità di ritrovare una mobilità “normale”, permetterebbe da un lato prevenire l’insorgenza di manifestazioni che si possono rendere maggiormente evidenti solo con il passare del tempo e dall’altro di valutare in modo oggettivo i miglioramenti durante la fase di recupero funzionale. Queste sono solo alcune delle potenzialità che il progetto prevede, ma, come ho detto prima, essendo un progetto molto versatile, la personalizzazione è la sua arma vincente.






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