Canosa di Puglia (Bat). Detiene in casa un bazar di armi bianche, ma è un sorvegliato e non può tenerle. Arrestato [CRONACA DEI CC. ALL'INTERNO]
Le armi bianche sequestrate. (foto cc.) ndr. |
di Redazione
CANOSA DI PUGLIA (BT9, 17 MAG. (C. St.) - Sebbene fosse sottoposto alla sorveglianza speciale, misura che vieta il possesso di qualsiasi tipo di arma, deteneva in casa un bazar di armi bianche e per questo è stato arrestato.
A fare la scoperta sono stati i Carabinieri di Canosa di Puglia, che hanno arrestato l’altra mattina un sorvegliato speciale 58enne del posto, accusato di violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale.
I militari, nel corso di una perquisizione compiuta presso l’abitazione dell’uomo, hanno rinvenuto, in una stanza, una rastrelliera su cui erano appese due katana, tipiche spade da samurai, mentre in un armadio della stessa stanza, sono stati trovati due pugnali da sub, due balestre comprese di dardi, una frusta e un manganello, che sono stati sequestrati.
Scattato immediatamente l’arresto, il sorvegliato, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Le armi bianche, invece, sono state sequestrate.
SPINAZZOLA (BT). RUBANO NEI GARAGE. PRESI TRE BARESI A MINERVINO MURGE
Trasportavano nella loro auto un fusto da 30 kg di olio extravergine di oliva, rubato in un garage e per questo sono finiti in carcere.
È accaduto l’altra notte a Minervino Murge, dove i Carabinieri hanno arrestato tre pregiudicati baresi, del quartiere San Paolo, di 43, 40 e 26 anni, con l’accusa – in concorso - di furto in abitazione.
I militari, durante un servizio di prevenzione nel centro abitato del paese, di passaggio in via Cairoli, si sono insospettiti nel notare una Renault Megane che, alla loro vista, aveva improvvisamente arrestato la marcia, nel tentativo di cambiare direzione.
Per questo motivo si sono immediatamente avvicinati e hanno bloccato il veicolo. Sulla mezzo sono stati identificati i tre barese, i quali hanno tentato di sviare il controllo, giustificando, goffamente, la loro presenza in quel posto, mentre uno dei due passeggeri aveva contemporaneamente nascosto qualcosa sotto il sedile. A questo punto i Carabinieri hanno deciso di ispezionare il mezzo, rinvenendo, sotto il sedile anteriore, due cacciaviti, una torcia elettrica tascabile e due mazzi contenenti una trentina di chiavi di vario tipo. Davanti al sedile anteriore, invece, è stato trovato un fusto in acciaio contenente 30 kg di olio di oliva extravergine, mentre sul sedile posteriore è stata trovata un’autovettura giocattolo elettrica, ancora imballata.
Gli accertamenti compiuti dai militari hanno permesso di appurare che quanto rinvenuto altro non era che il provento di un furto commesso ai danni di due garage ubicati in un condominio di via De Gasperi, a Spinazzola. In effetti, da una verifica delle chiavi ritrovate, due di esse aprivano perfettamente le saracinesche dei garage in cui erano stati sottratti i beni ritrovati. Sulle stesse, infatti, non sono stati riscontrati segni di effrazione.
Scattato immediatamente l’arresto, la Procura della Repubblica di Trani ha disposto per il terzetto il trasferimento in carcere.
La refurtiva, invece, è stata restituita ai legittimi proprietari.
RUTIGLIANO (BA). QUANDO L’ESTORSORE SI FINGE BENEFATTORE “A SCOPO DI LUCRO”. PIZZO AD IMPRENDITORI AGRICOLI E DANNEGGIAMENTI A VIGNETI: 2 ARRESTI
Imponevano il pizzo ad imprenditori agricoli, minacciando il danneggiamento dei vigneti, con il taglio dei tiranti e dei tralci di vite, così da compromettere l’intero raccolto e quando non riuscivano ad ottenere la pretesa, assoldavano un intermediario per convincerli “bonariamente” a cedere al ricatto.
A spezzare questa “catena” ci hanno pensato i Carabinieri della Compagnia di Triggiano e della Stazione di Rutigliano che, hanno troncato di netto il fenomeno, arrestando due individui della zona, noti alle forze dell’ordine, in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare (una in carcere e l’altra agli arresti domiciliari) emesse dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della locale Repubblica, per tentata estorsione aggravata. Si tratta di Nicola Gagliardi, sorvegliato speciale 40 enne di Rutigliano, che dovrà anche rispondere della violazione degli obblighi imposti e Antonio Nitti, 37enne di Noicattaro: il primo in carcere, il secondo agli arresti domiciliari.
Con loro è convolta una terza persona, V.D., un 38enne incensurato di Rutigliano: l’amico della vittima, che si è prestato a confondere i ruoli estorsore/intermediario. Per lui il Tribunale ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il fenomeno in questione è diffuso nell’agro barese; ammontano a qualche decina i casi denunciati solo nella passata stagione, tra i mesi di giugno e settembre. Il modus operandi è sempre simile: avvicinamento della vittima con richiesta di denaro e, in caso di non cedimento alla richiesta estorsiva, esecuzione notturna dei danneggiamenti ai tiranti, ai tendoni e alla vite stessa, con la consequenziale compromissione dell’intero raccolto.
Due gli episodi in questione, entrambi avvenuti in Rutigliano.
Il primo imprenditore, nel periodo dei tentativi di avvicinamento, viene contattato ben nove volte. Riceve nove telefonate intimidatorie con richiesta della stessa somma: 20 mila euro, a seguito delle quali due suoi vigneti vengono danneggiati irrimediabilmente, in due distinte occasioni. Di fronte alla volontà dell’imprenditore di non cedere alle richieste estorsive, l’estorsore, deciso a guadagnarci, si “traveste” da intermediario e assolda un “vero” amico della vittima, da cui lo fa insistentemente avvicinare, cui assegna il compito di presentarlo alla vittima con il pretesto che solo lui può “calmare le acque”, ovviamente dietro lauto compenso, tra la vittima e gli estorsori; insomma in un modo o nell’altro, nelle vesti di estorsore o di intermediario/benefattore, il “lauto compenso” deve arrivare.
Il secondo imprenditore è più fortunato, non subisce danni perché denuncia subito e riferisce ai Carabinieri già la prima richiesta di avvicinamento, ammontante sempre alla stessa somma: 20 mila euro. Basta solo una chiamata e il cerchio si restringe sempre intorno allo stesso estorsore.
Si invitano gli imprenditori che hanno subito danneggiamenti, a recarsi presso i Carabinieri della Compagnia di Triggiano per riferire circa eventuali tentativi di “avvicinamento” e/o di indebiti pagamenti.
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