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Italia. Yvan Sagnet “Cavaliere dell’Ordine della Repubblica Italiana”

Yvan Sagnet (foto L. Manna) ndr.
La comunicazione dalla segretaria particolare del Presidente della Repubblica

di Luciano Manna

ROMA, 13 NOV. - Vengono conferite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ben quaranta onorificenze a premio dei campioni dell'Italia che resiste e sa aiutare gli altri. Tra queste c'è quella di Yvan Sagnet, che ha 31 anni, nato in Camerun e vive in Italia dal 2007 dove si è laureato in ingegneria delle comunicazioni. E' ben nota la storia di Yvan che per mezzo delle sue denunce contro il fenomeno del caporalato, a seguito della sua esperienza in Puglia, nella masseria Boncuri e nei campi di Nardò, ha contribuito in prima persona all'avvio del processo SABR (abbreviazione del nome di uno dei principali imputati, il tunisino Saber Ben Mahmoud Jelassi, detto “Giuseppe il tunisino” o “Capo dei capi”) dove lui stesso è testimone chiave e parte civile ed inoltre ha dato avvio all'iter legislativo che produce la prima legge sul caporalato (Legge n. 148/2011) e che recentemente ha prodotto una nuova legge (29 ottobre 2016, n. 199) approvata definitivamente alla Camera dei Deputati il 18 ottobre 2016. Yvan Sagnet fa sapere sul social che ha ricevuto una telefonata dalla segretaria particolare del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che gli comunica: "Il presidente, che in questi anni ha seguito con grande attenzione le sue battaglie, le conferirà il merito di Cavaliere dell’Ordine della Repubblica italiana". Nello stesso pomeriggio abbiamo raggiunto Yvan telefonicamente per chiedergli una battuta a caldo, lui, con gioia e disponibilità ci ha dichiarato quanto segue: "Sono molto contento ed onorato di ricevere questa onorificenza dalla massima carica dello Stato italiano, il Presidente Sergio Mattarella che ringrazio per questo importante riconoscimento. Per me tutto ciò è anche fonte di motivazione per il lavoro e la battaglia che stiamo portando avanti e significa che in tutto quello che stiamo facendo non siamo soli. Voglio dedicare questa onorificenza a tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi anni: a tutti i compagni del Cetri-Tires, a tutti i lavoratori, alle associazioni e ai miei familiari e a tutte le coloro che hanno identificato in me la persona giusta per poter portare avanti questa battaglia. Ora però continueremo a lavorare, questo non è un punto di arrivo ma è una nuova ripartenza, c'è ancora molto da fare. Grazie a tutti e un caro saluto alla redazione de La Gazzetta Meridionale”.





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