Taranto. Premio Giovanni Paisiello Festival 2017
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Il momento della premiazione (foto D. Lo Cascio) |
Al critico Paolo Isotta l’11ª
edizione del Premio
di Daniele Lo Cascio
TARANTO, 25 SETT. - È stato assegnato a Paolo Isotta, outsider della critica
musicale, storico della musica, e scrittore napoletano di successo, il Premio Giovanni
Paisiello Festival che dal 2007 viene conferito ad una personalità o ad una
istituzione contraddistintasi nella riscoperta e valorizzazione dell’arte del
compositore tarantino. La cerimonia di consegna si è tenuta durante la prima
rappresentazione del «Barbiere di Siviglia» di Paisiello, in programma lunedì
scorso 25 settembre nel restaurato Chiostro di Sant’Antonio, opera conclusiva della
quindicesima edizione del Giovanni Paisiello Festival diretto da Lorenzo Mattei
per gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza».
Questa la morivazione del premio: «Intellettuale eclettico ed erudito, con il consueto acume critico Isotta ha saputo vagliare nelle sue più recenti pubblicazioni lo spessore compositivo paisielliano mettendolo a confronto stilistico con alcune opere mozartiane», recita la motivazione del Premio Paisiello. «Alcune pagine del volume Altri canti di Marte (Marsilio 2015) assegnano in modo definitivo il giusto peso alle composizioni strumentali di Paisiello, liberandole da quella presunta marginalità che fin ad oggi ne ha impedito la piena valorizzazione; il libro Paisiello e il mito di Fedra (Napoli, Artem, 2016) sfata un altro accanito pregiudizio critico che poneva in secondo piano il repertorio serio paisielliano rispetto a quello buffo. Isotta, fautore dell’allestimento a Catania di Fedra, indaga i meccanismi drammaturgici e i nessi tematici di una delle opere chiave per comprendere l’assimilazione italiana della riforma di Gluck. Il fatto che una personalità come Isotta - vero outsider, talvolta scomodo per il suo porsi al di fuori degli schemi - si sia interessato in modo tanto approfondito e appassionato a Paisiello vale come garanzia e conferma di quanto sia necessario studiare, pubblicare e mettere in scena le opere paisielliane che hanno portato l’Europa in Italia e l’Italia in Europa».
L’albo d’oro del Premio annovera Bruno Praticò, Dino Foresio, Pierfranco Moliterni, Roberto De Simone, Dinko Fabris, Festival della Valle d’Itria, Pietro Spada, Alessandro Lattanzi, Giovanni Di Stefano, Domenico Colaianni, Lucio Tufano e da ultimo il Teatro San Carlo di Napoli, lo scorso anno.
Questa la morivazione del premio: «Intellettuale eclettico ed erudito, con il consueto acume critico Isotta ha saputo vagliare nelle sue più recenti pubblicazioni lo spessore compositivo paisielliano mettendolo a confronto stilistico con alcune opere mozartiane», recita la motivazione del Premio Paisiello. «Alcune pagine del volume Altri canti di Marte (Marsilio 2015) assegnano in modo definitivo il giusto peso alle composizioni strumentali di Paisiello, liberandole da quella presunta marginalità che fin ad oggi ne ha impedito la piena valorizzazione; il libro Paisiello e il mito di Fedra (Napoli, Artem, 2016) sfata un altro accanito pregiudizio critico che poneva in secondo piano il repertorio serio paisielliano rispetto a quello buffo. Isotta, fautore dell’allestimento a Catania di Fedra, indaga i meccanismi drammaturgici e i nessi tematici di una delle opere chiave per comprendere l’assimilazione italiana della riforma di Gluck. Il fatto che una personalità come Isotta - vero outsider, talvolta scomodo per il suo porsi al di fuori degli schemi - si sia interessato in modo tanto approfondito e appassionato a Paisiello vale come garanzia e conferma di quanto sia necessario studiare, pubblicare e mettere in scena le opere paisielliane che hanno portato l’Europa in Italia e l’Italia in Europa».
L’albo d’oro del Premio annovera Bruno Praticò, Dino Foresio, Pierfranco Moliterni, Roberto De Simone, Dinko Fabris, Festival della Valle d’Itria, Pietro Spada, Alessandro Lattanzi, Giovanni Di Stefano, Domenico Colaianni, Lucio Tufano e da ultimo il Teatro San Carlo di Napoli, lo scorso anno.
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