Taranto. XV Giovanni Paisiello Festival
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Néstor Losà n e Graziana Palazzo (foto D. Lo Cascio) |
Il Barbiere di Siviglia secondo Paisiello
di Daniele Lo Cascio
TARANTO, 25 SETT. – Si è conclusa nella nuova cornice del Chiostro di
S.Antonio appena restaurato e ora sede della Soprintendenza per i Beni Archeologici,
Belle Arti e Paesaggio, la XV edizione del Giovanni Paisiello Festival diretto
da Lorenzo Mattei per gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza». Le due rappresentazioni di ierie e di oggi
del Barbiere di Siviglia di Paisiello che hanno inaugurato il palcoscenico di
questo nuovo contenitore cittadino, hanno visto una versione del Barbiere composta
dal musicista tarantino a San Pietroburgo nel 1782 e che solo trentaquattro
anni dopo Rossini, nel 1816 ripropose con un assetto e delle sonoritÃ
completamente diverse.
L’edizione critica di Francesco Paolo Russo messa in scena nell’allestimento in coproduzione con VoceAllOpera di Milano si nota come, nonostante Figaro sia il personaggio che da il nome all’opera, in realtà i veri protagonisti del Barbiere secondo Paisiello sono il Conte d’Almaviva, grande di Spagna sotto il nome di Lindoro e Don Bartolo, tutore di Rosina, entrambi sono innamorati della giovane, l’uno manifestatamente, l’altro in forma più velata. Naturalmente la figura di Fiagro rimane centrale per realizzare l’incontro tra Rosina e il giovane aristocratico. Ben assortita e preparata l’intera compagnia di canto nella quale si sono distinti Néstor Losà n nei panni del Conte d’Almaviva, che ha dato prova di una voce ben gestita, dall’ottimo timbro sin dall’aria di esordio “Ecco l’ora si avvicina di veder la mia Rosina”, ben rendendo per tutta l’opera l’immagine del perso per amore.
A
Néstor Losà n abbiamo rivolto qualche domanda. Com’è stata quest’esperienza? “L’esperienza è stata molto buona perchè è un’opera che ho già fatto in altre occasioni a Milano e qui è con una compagnia che già conosco, siamo quasi una famiglia e mi trovo molto bene con loro, inoltre in questa bella città ci hanno trattato benissimo sin dal primo giorno”. Come ti sei sentito nei panni del Conte d’Almaviva, grande di Spagna? “Per me è andata bene perchè posso contribuire abbastanza dal momento che vengo dalla Spagna e sento particolarmente questa Siviglia, la Galizia, l’Andalusia.
A questo proposito vi racconto un piccolo aneddoto: nei primi giorni di prove cantai anzichè Almaviva, Almabiva, così come si pronuncia in spagnolo per le risate di tutti”, - ci racconta Néstor per dire quanto fosse compenetrato nella parte. Ti piacerebbe ritornare qui? “Naturalmente, sarei incantato di ritornare a Taranto, sempre”. Quali i prossimi impegni? “Un Elisir d’Amore a Bologna, alcuni concerti in Spagna, una masterclass al Teatro della Zarzuela a Madrid, e poi interpreterò il ruolo di Camille de Roussillon nella Viuda Alegre nel Teatro Coccia di Novara”.
Luca Simonetti nell’impersonare Don Bartolo ha saputo coniugare la
vocalità del basso buffo con la presenza scenica. Bene anche Graziana Palazzo, Rosina, Gabriele Nani, Figaro e il brillante Luca Vianello nel
ruolo di Don Basilio.
Il giovanissimo direttore Fabio Maggio ha diretto con piglio e disinvoltura l’Orchestra da Camera del Giovanni Paisiello Festival. La regia di Gianmaria Aliverta è stata di grande efficacia per tutta l’opera unita alle scene molto semplici che insieme ad elementi simbolici, come la scala al posto del balcone di Rosina, aiutavano a polarizzare l’attenzione sui personaggi e sulla musica. Il Festival Paisiello in questa sua quindicesima edizione ha raggiunto un alto livello di proposte musicali dimostrando che anche a Taranto è possibile fare buona musica quando si incontrano le risorse con le menti.
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(foto D. Lo Cascio) |
L’edizione critica di Francesco Paolo Russo messa in scena nell’allestimento in coproduzione con VoceAllOpera di Milano si nota come, nonostante Figaro sia il personaggio che da il nome all’opera, in realtà i veri protagonisti del Barbiere secondo Paisiello sono il Conte d’Almaviva, grande di Spagna sotto il nome di Lindoro e Don Bartolo, tutore di Rosina, entrambi sono innamorati della giovane, l’uno manifestatamente, l’altro in forma più velata. Naturalmente la figura di Fiagro rimane centrale per realizzare l’incontro tra Rosina e il giovane aristocratico. Ben assortita e preparata l’intera compagnia di canto nella quale si sono distinti Néstor Losà n nei panni del Conte d’Almaviva, che ha dato prova di una voce ben gestita, dall’ottimo timbro sin dall’aria di esordio “Ecco l’ora si avvicina di veder la mia Rosina”, ben rendendo per tutta l’opera l’immagine del perso per amore.
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Il tenore Néstor Losà n (foto D. Lo Cascio) |
Néstor Losà n abbiamo rivolto qualche domanda. Com’è stata quest’esperienza? “L’esperienza è stata molto buona perchè è un’opera che ho già fatto in altre occasioni a Milano e qui è con una compagnia che già conosco, siamo quasi una famiglia e mi trovo molto bene con loro, inoltre in questa bella città ci hanno trattato benissimo sin dal primo giorno”. Come ti sei sentito nei panni del Conte d’Almaviva, grande di Spagna? “Per me è andata bene perchè posso contribuire abbastanza dal momento che vengo dalla Spagna e sento particolarmente questa Siviglia, la Galizia, l’Andalusia.
A questo proposito vi racconto un piccolo aneddoto: nei primi giorni di prove cantai anzichè Almaviva, Almabiva, così come si pronuncia in spagnolo per le risate di tutti”, - ci racconta Néstor per dire quanto fosse compenetrato nella parte. Ti piacerebbe ritornare qui? “Naturalmente, sarei incantato di ritornare a Taranto, sempre”. Quali i prossimi impegni? “Un Elisir d’Amore a Bologna, alcuni concerti in Spagna, una masterclass al Teatro della Zarzuela a Madrid, e poi interpreterò il ruolo di Camille de Roussillon nella Viuda Alegre nel Teatro Coccia di Novara”.
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Gabriele Nani e Luca Simonetti (foto D. Lo Cascio) |
Il giovanissimo direttore Fabio Maggio ha diretto con piglio e disinvoltura l’Orchestra da Camera del Giovanni Paisiello Festival. La regia di Gianmaria Aliverta è stata di grande efficacia per tutta l’opera unita alle scene molto semplici che insieme ad elementi simbolici, come la scala al posto del balcone di Rosina, aiutavano a polarizzare l’attenzione sui personaggi e sulla musica. Il Festival Paisiello in questa sua quindicesima edizione ha raggiunto un alto livello di proposte musicali dimostrando che anche a Taranto è possibile fare buona musica quando si incontrano le risorse con le menti.
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