Ventimiglia. Blitz migranti: 50 trasferiti nell'Hotspot di Taranto
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L'hotspot di Taranto (foto L.Manna) ndr |
di Luciano Manna
I controlli alla
stazione ferroviaria su 120 stranieri
TARANTO, 10 OTT. – Si è svolta nella mattinata di
ieri presso la stazione ferroviaria di Ventimiglia un blitz condotto dagli
agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza al fine di verificare la
posizione di 120 stranieri provenienti dal continente africano. 50 di questi
sono stati poi trasferiti con i bus presso l'hotspot di Taranto per essere
identificati ed eventualmente espulsi. Gli altri migranti sono stati trasferiti
presso il centro del Parco Roja gestito dalla Croce Rossa.
L'hotspot di Taranto è più
volte finito sulle cronache nazionali per i metodi adottati nei confronti dei
migranti. C'è chi lo ha definito un vero e proprio "lager" come nel
caso di alcuni migrati minori non accompagnati provenienti dal Gambia, Mali,
Costa d’Avorio, Senegal e Bangladesh che da maggio a luglio 2017 furono
costretti a rimanere nell'hotspot senza poter uscire e né contattare i parenti. Il
caso finì con una denuncia alla Corte Europea dei diritti dell'uomo da parte di
un avvocato dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione così
come ampiamente descritto in questo articolo dell'Osservatorio Diritti. In altre occasioni si parlò dell'hotspot tarantino quando più volte le organizzazioni
locali, tra cui Campagna Welcome Taranto, fecero notare che la struttura era
sommersa dai minerali del siderurgico tarantino sino a colorare di rosso le
stesse tensostrutture che ospitano i migranti. In ultimo sono ben noti ed
documentati sulla stampa nazionale e locale i trattamenti riservati nei
confronti della stampa che sull'hotspot di Taranto hanno un faro puntato a
causa della gestione non molto chiara nei confronti dei migranti.
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