Taranto. Arresti domiciliari per sei appartenenti alla polizia stradale
TARANTO, 29 GEN. (COM. STAMPA) - A seguito di indagini dirette dalla Procura
della Repubblica (titolare del fascicolo il P.M. Maurizio CARBONE) e
condotte da personale della Polizia di Stato, in mattinata è stata
data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di sei misure cautelari
personali di custodia cautelare agli arresti domiciliari, disposte
dal Giudice per le Indagini Preliminari (Paola INCALZA) del Tribunale
di Taranto nei confronti di sei appartenenti alla Sezione di Polizia
Stradale di Taranto, gravemente indiziati, in concorso con altri
soggetti, di più ipotesi di induzione indebita a dare e/o promettere
utilità , in relazione a fatti commessi nel territorio di questa
provincia nel periodo compreso tra i mesi di Luglio ed Ottobre 2016
Gli
indagati, abusando della qualità e dei poteri di appartenenti alla
FF.OO, nel corso della loro attività di controllo della circolazione
stradale, inducevano diversi conducenti di autoarticolati e rimorchi,
a corrispondere loro somme di denaro non dovute, omettendo per contro
di elevare verbali di contestazione per violazioni al Codice della
Strada.
Gli
stessi conducenti sono indagati per la medesima condotta, ovvero per
avere, seppure indotti, promesso e/o dato le utilità richieste.
L'indagine
ha preso avvio a seguito di una telefonata anonima giunta alla sala
operativa della Questura di Taranto, nel corso della quale un ignoto
chiamante segnalava la presenza sulla S.S. 100, in direzione di Bari,
di un equipaggio della Polizia Stradale intento a caricare nel
bagagliaio dell'auto di servizio (posta a fari spenti sul ciglio
della strada) alcune casse di pesce prelevate dall'interno di un
furgone per il traporto di prodotti ittici fermato per un controllo.
Alla
luce di questa segnalazione, e soprattutto delle discordanze emerse
nella ricostruzione degli accadimenti relativi ai controlli
effettuati da una delle pattuglie in servizio quella sera, proprio
nelle immediate vicinanze del luogo oggetto di segnalazione, i
dirigenti della Squadra Mobile e del Compartimento della Polizia
Stradale Puglia, Sezione di Taranto, hanno deciso di predisporre dei
servizi di osservazione e controllo, che se inizialmente non
conducevano ad alcun utile risultato investigativo, hanno consentito
in ultimo di rilevare e videoregistrare, in almeno due occasioni,
l’effettiva consegna di banconote da parte di conducenti di mezzi
pesanti sottoposti a controllo dall’equipaggio della stradale verso
cui erano maturati i sospetti.
All'esito
dei servizi di osservazione e controllo (che in ogni caso sono
proseguiti anche nelle settimane successive) è stata richiesta ed
autorizzata attività di captazione audio-video all'interno delle
autovetture di servizio.
La
predetta attività ha consentito di registrare i commenti scambiati
tra gli indagati all'interno della vettura monitorata sia
nell'immediatezza dei controlli che subito dopo la partenza dei
conducenti dei veicoli controllati, quindi i riferimenti fatti a
violazioni rilevate alle quali però non era seguita alcuna
compilazione di verbali di contravvenzione, con omesso inserimento
dei nominativi dei conducenti e dei dati identificativi dei mezzi
nelle schede di controllo, tutti elementi indiziari delle condotte
delittuose contestate.
Sono
stati documentati diversi controlli effettuati su strada nei
confronti di autotrasportatori dai quali i suddetti appartenenti
hanno ricevuto somme di denaro non meglio quantificate.
I
medesimi indagati hanno peraltro maturato nel tempo la convinzione di
essere sottoposti a controllo, riuscendo pure ad accertare la
presenza degli impianti di monitoraggio installati all'interno delle
vetture utilizzate per il pattugliamento delle strade.
Hanno
così iniziato a cercare di acquisire ulteriori informazioni su
quanto fosse già noto agli inquirenti, addossando la responsabilitÃ
della denuncia a loro carico ai vertici del loro ufficio di
appartenenza e della Questura, pianificando non solo un'attività di
boicottaggio dei servizi tecnici, ma anche una serie di azioni
ritorsive e denigratorie nei confronti dei colleghi che stavano
indagando sul loro conto.
Come
evidenziato nel provvedimento del G.I.P., nonostante la contezza
dell'esistenza di investigazioni a loro carico, gli indagati hanno
manifestato sfrontatezza nel reiterare con disinvoltura i delitti
loro addebitati, seppure ricorrendo all'adozione di maggiori cautele.
Da
qui il ritenuto pericolo non solo di inquinamento probatorio ma anche
di reiterazione dei reati della stessa specie che hanno giustificato
l’applicazione della misura degli arresti domiciliari.
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