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Incarico, preincarico, incarico esplorativo: le tre opzioni di Mattarella, spiegate

Il rostro delle consultazioni al Quirinale. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 12 APR. (AGI) - Nuova tornata di consultazioni per il capo dello Stato alla ricerca di una soluzione per il governo. Un vademecum Incarico, preincarico, incarico esplorativo: concetti sfumati che sanno di passi felpati su tappeti secolari, seguendo le regole di cerimoniali un po’ polverosi e carichi di storia. Tutti sanno più o meno che vogliono dire, ma nessuno lo sa con certezza. Per questo, se si deve parlare di cosa sia un preincarico, o un incarico esplorativo, è bene rivolgersi alla Treccani, che è come se fosse la Cassazione. Ecco allora che il preincarico viene definito, senza possibilità di appello, “incarico conferito dal capo dello Stato, in caso di crisi di governo, a personalità di rilievo politico perché verifichi le possibilità di soluzione; viene affidato (e si distingue pertanto dall’incarico, o mandato, esplorativo) a chi presumibilmente riceverà poi l’incarico vero e proprio”. Leggi: Se Bersani avesse avuto un pugno di voti in più, nel 2013, addio manovre di Renzi, che sarebbe rimasto a fare il sindaco a Firenze anche dopo il governo Letta. Ma Bersani non li aveva, e fu peggio per lui. 

I privilegi dell’esploratore 

Se ne evince, specularmente, che l’incarico esplorativo è quello affidato ad una personalità istituzionale che debba, per l’appunto, esplorare se una crisi di governo presenti qualche possibilità di soluzione. È l’arma del Presidente della Repubblica per scardinare i veti incrociati che bloccano le consultazioni al Quirinale: il Capo dello Stato delega qualcuno che gli fa il grosso del lavoro, in modo meno formale, e poi viene a riferire. E non è detto che non sia lui, l’ambasciatore designato, alla fine ad ottenere l’incarico pieno, perché se trovi la soluzione alla fine la torta è tua. È successo e nessuno se ne stupisca, perché quelli che sembrano bizantinismi e liturgie degne della corte del papa re in realtà sono metodologie ben studiate. E se, come avviene nel 99 percento dei casi, l’esploratore è il presidente della Camera e del Senato, si calcoli che per essere arrivato così in alto deve essere stato eletto da qualcuno, e quindi ha alle spalle un consenso che gli viene dall’accordo dei partiti che lo hanno designato. Alle corte: ha i voti in almeno una delle due camere, e questo vuol dire che tanta parte del lavoro per arrivare a Palazzo Chigi è già stato fatto.



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