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Calcio. Il Foggia nella bufera ecco cosa rischia

Fedele Sannella patron del Foggia Calcio (foto web) ndr
di Mario Schena

FPGGIA, 17 MAG. - I momenti belli del Foggia Calcio hanno assunto spesso i connotati di brevi parentesi felici spazzate via da difficoltà finanziarie o da vicende giudiziarie. Anni fa l’ex patron Pasquale Casillo artefice e realizzatore, ma soprattutto finanziatore di quell’eccezionale parco divertimenti calcistico che fu “Zemanlandia” fu privato della società rossonera a seguito dell’inchiesta e del conseguenziale suo arresto legato alle accuse di collusione con famiglie mafiose, accuse poi fatte incredibilmente decadere dopo tredici anni di un calvario giudiziario che portò alla distruzione dell’impero Casillo. Ci sono voluti diciannove anni per rivedere il Foggia in un campionato che conti qualcosa come la Serie B, passando per fallimenti e ripescaggi dalla serie D fino a concludersi felicemente con la cavalcata vincente iniziata con mister De Zerbi e conclusa felicemente da mister Stroppa. 
Ora il sodalizio rossonero è ritornato tra le grinfie della Giustizia Ordinaria e conseguentemente in quelle della Procura Federale. Infatti il Procuratore Federale ed il Procuratore Federale Aggiunto, esaminati gli atti di indagine posti in essere dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ed espletata l’attività istruttoria in sede disciplinare, hanno deferito al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare il Foggia per responsabilità diretta ed oggettiva e 37 soggetti tra dirigenti, calciatori, tecnici e figure dello staff tecnico. Il deferimento è legato ad una serie di presunte violazioni legate “ai principi di corretta gestione delle società affiliate alla FIGC per avere reimpiegato nell’attività gestionale e sportiva della Foggia Calcio s.r.l., nel corso delle stagioni sportive 2015/2016 e 2016/2017 quantomeno – allo stato degli atti – un importo monetario molto ingente, sia a mezzo di bonifici, sia a mezzo di denaro contante, proventi di attività illecite di evasione e/o elusione fiscale, alcune delle quali integranti anche reato”.  
Cerchiamo di fare chiarezza. Il Foggia calcio viene accusato di aver pagato compensi per un totale di 233.767 euro a dodici tesserati. Per tali violazioni le sanzioni per tale tipo di illecito sono contemplate e previste dall'art. 8 del Codice di giustizia sportiva. Va precisato che il processo sportivo dovrà chiarire se la norma violata è quella prevista al comma 2 (elusione della normativa federale in materia gestionale ed economica) o quella più grave del comma 6: “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l'ammenda da uno a tre volte l'ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”. Il proprietario delle quote di maggioranza del club rossonero Fedele Sannella, è ritenuto colpevole di aver ricevuto e riciclato parte del denaro proveniente dall’attività illecita dell’ex vicepresidente Massimo Curci. La somma contestata è d i 378.750 euro, con parte della quale pari, ribadiamo, ad 233.767 euro sarebbero stati pagati in nero calciatori, allenatori e procuratori, ostacolando l’identificazione della provenienza del denaro. Il filone è quello dell’inchiesta «Security», che lo scorso dicembre aveva portato all’arresto di Curci. 
Nell’ordinanza del Gip di Milano risulta che due allenatori, due procuratori e otto giocatori hanno percepito somme in nero dal Foggia: tutti rischiano una squalifica che può andare da tre a sei mesi. Gli allenatori sono De Zerbi (15.050 euro) e Possanzini (15.049 euro), attualmente entrambi al Benevento. I procuraori di Guarna (6.000 euro)  e di Empereur(7.500 euro) i calciatori Guarna (13.500 euro), Floriano (25.000 euro), Empereur (50.000) ora al Bari, Arcidiacono (20.000 euro) ora alla Sicula Leonzio, Chiricò (15.000 + 3.477 euro) attualmente al Cesena ed in procinto di passare al Lecce, Sarno (14.055 euro) ora al Padova, Vacca (24.568 euro) in organico al Parma e Iemmello (24.568 euro), punta del Benevento. La situazione del sodalizio rossonera è aggravata dal fatto che la giustizia ordinaria ha colpito non soltanto i dirigenti ma anche, e direttamente, la società, con l’applicazione per la prima volta nei confronti di una società di calcio delle norme previste dalla Legge 231 che disciplina la responsabilità penale degli enti. L’esito del processo dovrebbe far slittare  alla prossima stagione i provvedimenti contro il Foggia sia per i tempi ristretti e sia perché l'eventuale penalizzazione in classifica comminata potrebbe non comportare alcun effetto pratico in questa stagione causando la discesa in classifica in zona play out o retrocessione, pertanto la sanzione verrà applicata nel 2018/19. 
Sanzione che potrebbe quantificarsi in un’ ammenda di un importo tra i 200mila e i 700mila euro e la penalizzazione in classifica per un numero di punti (10/18) su cui inciderà anche il fatto dei diversi tesserati coinvolti che a loro volta, ribadiamo, rischiano una squalifica da tre a sei mesi ed una sanzione amministrativa. Il sodalizio rossonero si è dichiarato pronto a tutelarsi e a difendersi fino all’ultimo grado di giudizio. Per i tesserati coinvolti sono  previste squalifiche e sanzioni amministrative.



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