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Orazio Sciortino (foto Festival) ndr. |
di
Daniele Lo Cascio
MARTINA
FRANCA (TA), 16 LUG. – È iniziato
sabato scorso con Gatta canta, gatto danza il ciclo Novecento e oltre,
ciclo quest’anno dedicato a celebrare il 150º anniversario della morte di Gioachino
Rossini. Cuore del concerto l’opera contemporanea Gattomachia del giovane pianista e compositore siracusano
Orazio Sciortino, una fiaba musicale per narratore, violino concertante ed
archi ispirata all’omonimo poemetto epico burlesco scritto da Lope de Vega nel
1634
e andato in scena recentemente al
Teatro alla Scala in prima esecuzione assoluta. «Ho concepito la partitura de La
Gattomachia – ci dice Orazio Sciortino che per l’occasione ha diretto l’Orchestra
ICO della Magna Grecia – - come un vero e proprio laboratorio, una
“wunderkammer” o scatola delle meraviglie, fatta di oggetti sonori, gesti
strumentali, effetti timbrici, che l’ascoltatore è libero di trasformare e
interpretare, come dei giocattoli da scoprire. Così un accordo, una dissonanza,
una certa linea melodica appena accennata in quel dato momento della
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Mauro Lamatia (foto Festival) |
narrazione, può diventare luogo della memoria, pretesto per un viaggio
all’interno di se stessi e del proprio vissuto, reale o presunto. Il lavoro,
pur essendo pensato in un’unica arcata formale, è caratterizzato da undici
brevi sezioni, costruite su uno stesso materiale compositivo continuamente
reinterpretato. Si tratta, al tempo stesso, di un vero e proprio doppio
concerto, nel quale sia la voce narrante, sia il violino solista, svolgono un
ruolo concertante in relazione al resto degli archi». Protagonisti vocali della serata sono stati per
Gattomachia l’attore Mauro Lamantia, e il baritono pugliese Domenico Colaianni per
la seconda parte del programma che prevedeva: Un mot à Paganini di Rossini
(versione per violino e orchestra di Sciortino), la Sinfonia de L’Italiana in
Algeri e celebri arie rossiniane come “Medaglie incomparabili” (Il viaggio a
Reims), "Sia qualunque delle figlie" (La Cenerentola) e “Co’ ‘sta
grazia e ‘sta portata” (La gazzetta). Un’opera nuova dunque che si colloca in
quel secondo binario percorso dal Festival rappresentato dalla valorizzazione
delle novità della cultura musicale contemporanea, un divertissement sostanzialmente riuscito con la voce narrante e
accattivante di Mauro Lamantia, il violino solista di Riccardo Zamuner,
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Riccardo Zamuner (foto Festival) ndr. |
l’orchestra
di soli archi, tutti volti a rappresentare sonorità, stati d’animo (gelosie,
fusa, diffidenza) che si è soliti attribuire ai felini.
Il concerto sarà replicato a Matera (26 luglio, ore
21 – Corte dell’ex Ospedale San Rocco), a Cisternino (27 luglio, ore 21 –
Teatro Paolo Grassi) e a Ceglie Messapica (28 luglio, ore 21 - Atrio del
Castello).
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