«Il trionfo dell’onore» di Alessandro Scarlatti
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foto Cecilia Vaccari |
ritorna l’opera in
masseria al 44º Festival della Valle d’Itria
di
Daniele Lo Cascio
MARTINA
FRANCA (TA) – Quando cantanti, musici e maestranze
si trasferiscono nella corte di una delle più belle residenze della campagna
martinese è tornata l’«opera in masseria». Il
trionfo dell’onore di Alessandro Scarlatti ha inagurato il ciclo Opera in
Masseria presso la Masseria Palesi a Martina Franca, fortunata ambientazione
per opere che beneficiano del particolare effetto scenografico, tanto gradito
non solo dal pubblico estero ma anche da quello locale. L’opera è una commedia in musica andata in
scena per la prima volta al Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1718 a cui
fecero seguito ben 18 repliche. Si tratta dell’unica opera buffa del
compositore palermitano su una produzione di circa sessanta opere serie, una
trentina di oratori, dodici sinfonie di concerto
grosso e varie composizioni
per tastiera. Caduta nell’oblio per due secoli, fu riportata in epoca moderna
in auge da Carlo Maria Giulini con una incisione nel 1950 con l’Orchestra della
Rai di Milano. Il soggetto ricalca un po quello del Don Giovanni mozartiano, ma
da questi se ne differenzia per il fatto che il protagonista, Riccardo, temendo
la dannazione eterna, in finale d’opera si ravvede, da qui il sottotitolo «il
dissoluto pentito». Con quest’opera ad Alessandro Scarlatti va il merito di
essere di aver segnato una tappa importante nell’evoluzione della commedia in
musica avendo scelto la lingua italiana (non il dialetto napoletano) e
l’ambientazione toscana, regione dove si riteneva risiedere la purezza della
lingua, per svincolare decisamente questo genere dall’ambito partenopeo.
Musicalmente l’opera appare posta tra tradizione e innovazione, tra Seicento e tutto
ciò che seguirà, i recitativi non sono più secchi ma accompagnati in musica e
vi è un catalogo completo di vocalità: ben tre quelle en travesti, Erminio mirabilmente interpretato dal celebre
controtenore Raffele Pe, Riccardo, Rachael Jane Birthisel, giovane promessa
proveniente dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e Cornelia per la
voce tenorile di Nico Franchini, che segna un’importante operazione di recupero
filologico (così prevedeva il libretto originale) per la prima volta intrapresa
in epoca contemporanea. A dirigere l’Ensamble barocco del Festival della Valle
d’Itria, formazione che impiega strumenti originali, Jacopo Raffaele che ha curato anche la
revisione del manoscritto autografo.
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foto Cecilia Vaccari |
Del cast oltre al già affermato Francesco
Castoro (Flaminio) molto bene anche gli altri allievi dell’Accademia del
Belcanto “Rodolfo Celletti”, Erica Cortese nei panni di Leonora, Federica Livi
in quelli di Doralice, Patrizio La Placa in quelli di Rodimarte e Suzana
Nadejde in quelli di Rosina. L’intera messa in scena è stata curata dalla
compagnia teatrale Eco di fondo, composta da Giacomo Ferraù, Giulia Viana e
Libero Stelluti, che hanno sostanziato il senso dell’opera nell’onore, perso da
Leonora, sedotta e abbandonata e poi ritrovato da Riccardo, protagonista della
storia che si pente del proprio vissuto e sposa Leonora. Il tutto è stato letto
attraverso gli occhi di un bambino, osservatore di una vicenda familiare,
ambientata in un paesino del sud Italia carica di pregidizi che alla fine si
dissolveranno come nuvole.
Il progetto è una
coproduzione con la Fondazione Paolo Grassi in collaborazione con l’Accademia
di Belle Arti di Bari, con le scene di Stefano Zullo, i costumi di Sara
Marcucci e il contributo della Fondazione Puglia. Prossime repliche 26 e 28
luglio.
Per il pubblico è
anche previsto un servizio navetta a pagamento che da Palazzo Ducale porterà
alla Masseria Palesi e viceversa. Appuntamento alle 19:45 di fronte al Palazzo
Ducale (costo del servizio: 5 euro. Il biglietto va ritirato la mattina dello
spettacolo entro le ore 12).
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