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Per la manovra non c'è un piano B. Il deficit resterà al 2,4%

Il Ministro dell'Economia Tria. (foto Agi) ndr.
Il governo tirerà dritto di fronte alle dure critiche giunte dall'Europa. Oggi prima riunione della cabina di regia per stringere sui numeri

di Redazione

ROMA, 02 OTT. (AGI) - Di fronte alla preoccupazione per la tenuta finanziaria manifestata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il governo ribadisce che l'impostazione del Def non cambia, il rapporto deficit/Pil resta al 2,4%, non c'è un piano B. La sintesi della giornata è nelle posizioni espresse dal premier Giuseppe Conte, che a mezzogiorno è salito al Colle per ribadire la bontà della manovra economica. L'argine di M5s e Lega alle pressioni dell'Unione europea tiene. Con il capo dello Stato che ha attivato una rete di protezione per ascoltare le intenzioni dell'esecutivo a fronte dell'andamento dello spread che ha sfondato quota 282 e delle critiche mosse dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e dal commissario europeo agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici. M5s e Lega attendono le tabelle: oggi è prevista la prima riunione della cabina di regia a palazzo Chigi e potrebbe tenersi un vertice per stringere sui numeri. M5s difende il reddito di cittadinanza, nonostante i dubbi dei leghisti, con Di Maio che sulla pace fiscale chiarisce che "non ci sarà alcun condono". Mentre il partito di via Bellerio si aspetta che su 'quota cento' il Mef non faccia scherzi. Intanto Tria, tornato ieri sera in anticipo a Roma dopo aver abbandonato l'Ecofin, sottolinea che non e' in programma alcuna uscita dall'area euro e chiede ai suoi colleghi di stare "tranquilli", "il rapporto tra debito e Pil scende". L'esecutivo in ogni caso nega una possibile marcia indietro sul deficit, anche nei prossimi anni ma restano le preoccupazioni per la tenuta delle Borse e un eventuale declassamento delle agenzie di rating dell'economia italiana. Da una parte quindi lo scetticismo delle istituzioni europee - "Se l'Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell'euro. Bisogna essere molto rigidi", osserva il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker - dall'altra le rassicurazioni di Tria e gli attacchi di Di Maio e Salvini. "C'è qualche istituzione europea che con le sue dichiarazioni gioca a fare terrorismo sui mercati. Se c'è pregiudizio nei nostri confronti non c'è Def che tenga", afferma il primo. "In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia", chiosa il secondo.



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