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Sea Watch ad un miglio da Lampedusa ma Salvini non cede: "Porti chiusi per i complici dei mercanti di morte"

La OMG Seawatch. (foto RaiNews) ndr.
Salvini aveva ribadito: i porti restano chiusi, divieto assoluto. Meloni: trasbordare i passeggeri e affondare la Sea Watch. A bordo restano 47 migranti 

di Redazione

LAMPEDUSA, 18 MAG. (RAINEWS) - Sea Watch 3' con 47 migranti a bordo è davanti al porto di Lampedusa. Lo confermano fonti della ong tedesca che ribadisce di avere chiesto, attraverso il comandante, "la revoca del diniego di ingresso per ragioni umanitarie che superano le motivazioni addotte nella direttiva del Viminale". Il Viminale ha confermato il no allo sbarco. 

La nave, spiega la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi, "si trova in questo momento alla fonda a ridosso di Lampedusa. E' stata avvicinata da una motovedetta della Guardia di Finanza che ha chiesto quali le fossero le intenzioni del comandante, che sono state spiegate e restano le stesse: motivi umanitari, il tempo (c'è un onda di 3 metri con vento di rinforzo da nord nord-ovest) e le condizioni psicofisiche delle persone a bordo. Restiamo in questo momento alla fonda - prosegue - in attesa che termini l'avvicendamento dei traghetti sull'isola per poi poter procedere all'ingresso in porto che speriamo si verifichi nelle prossime ore". La nave ha ricevuto l'autorizzazione a gettare l'ancora alla fonda. Mercoledì la nave della ong tedesca aveva soccorso 65 migranti (tra cui 8 minori non accompagnati, 5 bambini e 2 neonati) su un gommone a 30 miglia dalle coste libiche: ieri 18 profughi (le famiglie e una donna ferita) sono stati sbarcati. Nelle ultime ore la nave era rimasta posizionata in acque internazionali, ai margini di quelle italiane. L'annuncio del comandante della nave "Il comandante di Sea Watch ha annunciato l'intenzione di entrare nelle acque territoriali italiane e dirigersi verso Lampedusa", aveva detto la portavoce italiana Giorgia Linardi, sottolineando che il comandante è stato "in costante contatto con la Guardia Costiera". 

La decisione di chiedere la revoca del divieto d'ingresso, sostiene ancora Linardi, è stata presa per "ragioni umanitarie": le condizioni a bordo, stando alle valutazioni di medici ed equipaggio, "supererebbero le motivazioni che hanno portato al diniego". Salvini: "Sea Watch non entrerà in un porto italiano" "Dalla Sea Watch 3 abbiamo fatto scendere neonati e malati perché mai dirò a qualcuno 'voltati dall'altra parte' mentre un bambino rischia la vita. La vita è sacra. Bimbi, ustianti e malati sono scesi, ma quella nave in un porto italiano non entra finché sono ministro" ha detto Matteo Salvini dal palco di Milano. "Non possono - ha aggiunto - uno stato e un continente farsi dettare le regole dai complici degli scafisti, pagati dai Soros di turno. Se riaprissimo i porti come vuole qualcuno in Parlamento e spero non al governo tornerebbero a morire migliaia di persone". Meloni: trasbordare i passeggeri e affondare la Sea Watch "La Sea Watch pronta a entrare in acque italiane. Trasbordare i passeggeri e poi affondare la nave: questo farebbe un governo che intende difendere i propri confini. 

O anche stavolta la daremo vinta alle Ong?" scrive su Twitter il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. I medici della Sea Watch: "Alcuni minacciano il suicidio" "Siamo molto preoccupati perché alcune delle persone rimaste a bordo di Sea Watch 3 parlano di autoinfliggersi ferite o addirittura di suicidarsi pur di interrompere questa situazione". Lo denuncia il team medico della Ong tedesca Sea Watch. Non solo dal punto di vista fisico, "ma anche psicologico la situazione è difficile, soprattutto dopo che sono stati fatti sbarcare alcuni, mentre altri sono rimasti a bordo in una condizione di incertezza. Dal punto di vista medico la situazione non è positiva, stiamo mantenendo un equilibrio molto fragile e precario". Ieri sera lo sbarco delle famiglie con bambini Motovedette della Guardia costiera e della Finanza hanno portato poco dopo le 19 di ieri a Lampedusa i due neonati e i cinque bambini piccoli con i rispettivi genitori, sette mamme e tre papà e un uomo gravemente ferito. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, che si trova a Lampedusa per gli interrogatori del comandante e del capomissione della Mare Jonio, ieri sera è andato al molo allo sbarco delle famiglie fatte scendere dalla Sea Watch e ha aperto, come prassi, un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.



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