Lucera. Indagine “Drug wash”. Maxi operazione antidroga di Carabinieri e Finanzieri. Eseguite in nottata catture e perquisizioni: i nomi. Smantellato sodalizio criminale locale spintosi sino al Molise.
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Carabinieri e Guardia di Finanza - immagine di repertorio (foto web) ndr. |
LUCERA (FG), 24 LUG. (Com. St.) - La Sezione del Riesame delle Misure Cautelari del Tribunale Penale di Bari ha emesso un‘ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove soggetti, tutti appartenenti ad un sodalizio criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti tra la Puglia ed il Molise. In particolare, per quattro di loro è stata disposta la custodia in carcere, per tre gli arresti domiciliari e per gli altri due il divieto di dimora.
Il provvedimento restrittivo giudiziario in questione giunge all’esito
di una complessa e prolungata attività investigativa risultato di una
perfetta convergenza di due distinte indagini svolte rispettivamente tra
i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia
Carabinieri di Lucera ed i Finanzieri della Tenenza della Guardia di
Finanza dello stesso centro, che hanno così dato un’unica compatta
risposta investigativa al fenomeno delittuoso contrastato, il tutto
sotto la attenta e scrupolosa direzione della Procura della Repubblica
di Foggia, che ha condotto le indagini.
Anche l’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria ha
collaborato attivamente alle operazioni di P.G. sviluppate. L’indagine è
nata nel novembre 2016, quando i militari della Guardia di Finanza di
Lucera arrestarono in flagranza di reato due giovani del posto trovati
in possesso di circa un chilogrammo di sostanza stupefacente del tipo
hashish, droga che avevano occultato all’interno di un garage di tale
Centro. Sono state successivamente svolte delle mirate attività
tecniche, unitamente all’Arma dei carabinieri che nel frattempo aveva
avviato indagini autonome sullo stesso gruppo criminale, consistite in
intercettazioni che hanno così consentito di riscontrare in termini
probatori l’esistenza di un’imponente “rete” di spaccio di droga nel
comune di Lucera e nella vicina provincia di Campobasso, gestita appunto
dal gruppo criminale in parola. Più nel dettaglio, è stato accertato il
ruolo primario di due coniugi gestori di un autolavaggio nel centro
federiciano, da cui appunto il nome convenzionale dell’importante
indagine di polizia giudiziaria eseguita, i quali si avvalevano, per lo
spaccio al dettaglio e per la custodia dello stupefacente, della
collaborazione di altri soggetti destinatari dell’analogo provvedimento
cautelare.
Alcuni componenti del gruppo criminale, inoltre, avevano anche rapporti
con un referente del clan foggiano “MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”, il quale
a sua volta cedeva alla coppia grossi quantitativi di sostanze
stupefacenti, prevalentemente cocaina e hashish: è stato infatti
riscontrato come in un’occasione venne specificatamente acquistato un
chilogrammo di cocaina, pagandolo 40.000 euro in contanti. E’ importante
evidenziare come questa sia la prima volta in cui vengono riscontrati
collegamenti affaristici tra la criminalità comune lucerina e la
“Società foggiana”. Un dato, questo, sicuramente significativo anche
sotto il profilo della riconfigurazione territoriale degli equilibri di
“potere” e di “alleanza” criminale anche in provincia nel settore del
traffico di sostanze stupefacenti. È interessante poi evidenziare come
la donna contitolare dell’autolavaggio si occupasse principalmente della
gestione degli introiti delle attività di spaccio, nonché del
confezionamento in dosi dello stupefacente, che talvolta avveniva anche
presso la sua stessa abitazione. Diversi sono stati inoltre i riscontri
investigativi eseguiti, che hanno consentito così di documentare
compiutamente nel corso del tempo le articolate attività di spaccio del
sodalizio. È necessario poi sottolineare come anche sia stato
particolarmente difficoltoso eseguire riscontri diretti sugli
acquirenti, stante le attente modalità adottate dai soggetti indagati al
fine di eludere eventuali controlli delle Forze di Polizia. È stato poi
particolarmente complesso ricostruire specificatamente il ruolo
dell’altro titolare dell’autolavaggio, l’uomo. Questi, per tutta la
durata dell’indagine, non ha mai utilizzato dispositivi cellulari mobile
ed è stato infatti possibile risalire alla sua persona solo grazie a
specifiche nonché mirate attività di tipo “tradizionale”. Quest’ultimo,
infatti, si recava presso l’autolavaggio in argomento per concordare
direttamente le modalità dello spaccio. Particolare rilevanza, infine,
assumono i toni di alcune conversazioni captate da Carabinieri e
Finanzieri in cui emerge manifestamente la spregiudicatezza del gruppo
criminale “smantellato”, sfociata a tratti anche in veri e propri atti
di violenza nello svolgimento delle loro attività delittuosa (arrivando
addirittura ad incendiare l’autovettura di uno dei clienti) o nelle
modalità di recupero del credito nei confronti dei debitori (“…Devo
picchiare a lui, alla moglie e al figlio......alla fine della settimana
se non mi da i trecentotrenta euro lo uccido…quello là della montagna
come l'ho picchiato......quella sera bam bum pugni in bocca, schiaffi in
bocca, ....pugni nei denti. Adesso efes e come viene regolare…..”). A
volte gli spacciatori si spingevano addirittura anche minacciando gli
acquirenti di far sapere ai relativi familiari della dipendenza da
stupefacenti in cui era finito il proprio congiunto (“…ti dico soltanto
che se oggi non sistemi vengo a casa tua...papapum e gli ho spento il
telefono...come ci dici vengono a casa tua...eh.....3350...ci dicevo
alla mamma vedi che tuo figlio mi deve 3350….”).
Addirittura ci sono intercettazioni in cui uno degli indagati si vantava
di aver ridotto in un grave stato di tossicodipendenza uno dei clienti
(“….l’ho fatto diventare io tossico amò... vedi che ***** se lo mangiava
il romano, ma non se lo mangiava così…, io l’ho fatto diventare tossico
perchè quello più ce la dai e più diventi tossico hai capito…”).
Di diverse decine di migliaia di euro in vertiginoso volume d’affari
messo in atto dal gruppo criminale “decapitato” da Carabinieri e Guardia
di Finanza nell’operazione “Drug wash”.
Gli indagati, sottoposti alla misura custodiale massima del carcere sono
stati quindi tutti associati presso la Casa Circondariale di Foggia,
mentre i restanti sottoposti alle rispettive misure restrittive (arresti
domiciliari o divieto di dimora).
Operazione “Car Wash” - Soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare
1. SPIRITOSO Lorenzo, classe ‘81 di Foggia, applicazione della custodia cautelare in carcere;
2. DI CORSO Vincenzo, classe ‘85 di Lucera, detto Valentino, applicazione della custodia cautelare in carcere;
3. MARSICO Fabiola, classe ‘90 di Lucera, moglie del Di Corso, applicazione degli arresti domiciliari;
4. MONTEPELOSO Mario, classe ‘92 di Lucera, applicazione della custodia cautelare in carcere;
5. FRUSCIONE Fabiana, classe ‘97 di Lucera, fidanzata del Montepeloso, applicazione della misura del divieto di dimora.
6. PELLEGRINO Francesco, classe ‘92 di Lucera, cognato del Montepeloso, applicazione degli arresti domiciliari;
7. CATENAZZO Lucio, classe ‘94 di Lucera, applicazione della custodia cautelare in carcere;
8. PETRONE Diego, classe ‘95 di Lucera, applicazione della custodia cautelare degli arresti domiciliari;
9. RICCIO Gianmaria, classe ‘97, applicazione della misura del divieto di dimora.
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