Co.Co.Co. Comune Monte Sant’Angelo. Termini scaduti. L’appello dei precari, il silenzio delle istituzioni e il barlume di una stella
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Il Comune di Monte Sant'Angelo e i Co.Co.Co. in protesta (foto NOC Press) ndr. |
MONTE SANT'ANGELO (FG), 28 DIC. (fonte NOC Press) - I termini sono scaduti e per i Co.Co.Co. del Comune di Monte Sant’Angelo parrebbe anche l’esperienza ultra ventennale di lavoro, al servizio di una comunità che negli anni li ha apprezzati e considerati oramai effettivi.
Il silenzio istituzionale confermerebbe la fine di un contratto che si è
protratto e rinnovato in conformità a “ripassi” di leggi, che invece di
cementare un contratto lo ha disgregato man mano l’avvicendamento di
Amministrazioni e Governi. A Monte Sant’Angelo l’attuale Amministrazione
comunale, pur avendo discusso e incontrato i lavoratori Collaboratori
Coordinati e Continuativi, pare non abbia deciso il loro futuro. E i
continui sit-in pacifici, che da giorni si protraggono sotto Palazzo di
Città, non smuovono coscienze che dovrebbero interrogarsi sul futuro,
non solo precario, prossimo funereo di intere famiglie.
Nel comunicato stampa “Monte Sant’Angelo Co.Co.Co. in presidio”,
del rappresentante sindacale dei Co.Co.Co. di Monte, sig. Nunzio Gatta,
giunto presso le redazioni giornalistiche locali, si legge:
«Circa una settimana fa è stata inviata una missiva da parte del rappresentante sindacale di Co. Co. Co. impiegati presso il Comune di Monte Sant’Angelo, il sig. Nunzio Gatta, presso la Prefettura di Foggia avente come oggetto: “Proclamazione dello stato di agitazione dei Collaboratori Coordinati e Continuativi del Comune di Monte Sant’Angelo, con richiesta di incontro per l’espletamento delle procedure di raffreddamento e di conciliazione”.
Il contratto ha scadenza il 31 dicembre 2019 e sono già stati svolti incontri presso il Comune di Monte Sant’Angelo per addivenire a una soluzione positiva della vertenza.
I lavoratori, in coincidenza con la scadenza del contratto di collaborazione presidiano giornalmente, al termine della loro attività, la sede dell’ente comunale in maniera del tuto pacifica.
Sarebbe superfluo soffermarsi sull’importanza del contributo fornito da questi lavoratori in questi anni, impegnati giornalmente nelle più svariate opere di utilità sociale e a costi ridottissimi per l’ente.
L’esito positivo della vertenza rappresenterebbe uno snodo vitale per i collaboratori e le loro famiglie soprattutto in questo momento storico, dove il lavoro rappresenta il cardine della società, in un’epoca di così forti sproporzione del reddito tra chi ha avuto la fortuna e può contare su altro, che si aggrappa, per sopravvivere, solamente al proprio lavoro.
Questa platea di lavoratori, ormai storicizzata dal lontano 1996, ha sempre vissuto una fase di precarizzazione, che nell’arco del lasso di tempo lunghissimo, ha avuto modo di approfondire e valorizzare le proprie competenze e conoscenze.
Competenze che svanirebbero in un istante se non si dovesse procedere a concedere un’ulteriore proroga attraverso gli strumenti a disposizione, per dare poi seguito a un processo di stabilizzazione, così come previsto dall’Art. 20 comma 1 e 2 del Dlgs75/2017, e che vede avversare il sogno di tante famiglie montanare che stanno vivendo nell’incertezza da diversi anni.
Il lavoro è la base di un progetto di vita, un progetto che è venuto meno per questi lavoratori che non hanno mai avuto la fortuna di realizzare i propri sogni, costretti a vivere nell’incertezza e lottare quotidianamente per la sopravvivenza.
Coralmente ai lavoratori Co.Co.Co. del Comune di Monte Sant’Angelo, che umilmente mi onorano della loro fiducia e rappresentanza, sono fiducioso dell’esito positivo della vertenza, anche in considerazione che questi lavoratori, noi tutti, hanno rappresentato una risorsa per l’ente, operando in maniera brillante nell’esclusivo interesse della comunità.
Un ringraziamento particolare è rivolto a coloro, istituzioni, parlamentari, che stanno guardando con interesse l’evoluzione e lavorando alla risoluzione del problema».
«Circa una settimana fa è stata inviata una missiva da parte del rappresentante sindacale di Co. Co. Co. impiegati presso il Comune di Monte Sant’Angelo, il sig. Nunzio Gatta, presso la Prefettura di Foggia avente come oggetto: “Proclamazione dello stato di agitazione dei Collaboratori Coordinati e Continuativi del Comune di Monte Sant’Angelo, con richiesta di incontro per l’espletamento delle procedure di raffreddamento e di conciliazione”.
Il contratto ha scadenza il 31 dicembre 2019 e sono già stati svolti incontri presso il Comune di Monte Sant’Angelo per addivenire a una soluzione positiva della vertenza.
I lavoratori, in coincidenza con la scadenza del contratto di collaborazione presidiano giornalmente, al termine della loro attività, la sede dell’ente comunale in maniera del tuto pacifica.
Sarebbe superfluo soffermarsi sull’importanza del contributo fornito da questi lavoratori in questi anni, impegnati giornalmente nelle più svariate opere di utilità sociale e a costi ridottissimi per l’ente.
L’esito positivo della vertenza rappresenterebbe uno snodo vitale per i collaboratori e le loro famiglie soprattutto in questo momento storico, dove il lavoro rappresenta il cardine della società, in un’epoca di così forti sproporzione del reddito tra chi ha avuto la fortuna e può contare su altro, che si aggrappa, per sopravvivere, solamente al proprio lavoro.
Questa platea di lavoratori, ormai storicizzata dal lontano 1996, ha sempre vissuto una fase di precarizzazione, che nell’arco del lasso di tempo lunghissimo, ha avuto modo di approfondire e valorizzare le proprie competenze e conoscenze.
Competenze che svanirebbero in un istante se non si dovesse procedere a concedere un’ulteriore proroga attraverso gli strumenti a disposizione, per dare poi seguito a un processo di stabilizzazione, così come previsto dall’Art. 20 comma 1 e 2 del Dlgs75/2017, e che vede avversare il sogno di tante famiglie montanare che stanno vivendo nell’incertezza da diversi anni.
Il lavoro è la base di un progetto di vita, un progetto che è venuto meno per questi lavoratori che non hanno mai avuto la fortuna di realizzare i propri sogni, costretti a vivere nell’incertezza e lottare quotidianamente per la sopravvivenza.
Coralmente ai lavoratori Co.Co.Co. del Comune di Monte Sant’Angelo, che umilmente mi onorano della loro fiducia e rappresentanza, sono fiducioso dell’esito positivo della vertenza, anche in considerazione che questi lavoratori, noi tutti, hanno rappresentato una risorsa per l’ente, operando in maniera brillante nell’esclusivo interesse della comunità.
Un ringraziamento particolare è rivolto a coloro, istituzioni, parlamentari, che stanno guardando con interesse l’evoluzione e lavorando alla risoluzione del problema».
Speranza è quella che si legge nell’appello dei Co.Co.Co. Ma un
contratto non può reggersi su aspettative, miraggi fiduciari indotti
dalla necessità di un lavoro e campagne elettorali trascorse, e
prossime, le più insidiose poiché nella “disperazione” diventano il
cappio al quale affidarsi.
Si potrebbe non aggiungere altro. Tuttavia è doveroso portare alla luce
alcuni particolari che l’opinione pubblica deve conoscere, perché se
questi storici lavoratori di Monte Sant’Angelo dall’1 gennaio 2020 non
potranno più portar il pane a casa loro, le colpe son ripartite tra vari
enti, non solo del Comune. Lo stesso ente che li paga col minimo
sindacale per lavori che costerebbero anche fino a cinque volte la paga
di altri Co.Co.Co., una cifra stimata se confrontata con le
remunerazioni previste per il servizio scuolabus scuola dell’obbligo per
14 alunni, trasporto dalla frazione di Macchia a Manfredonia, affidato
alla ditta di trasporti Totaro, pari a 2.227,50 euro per 15 giorni (dal
15/01/2019 al 31/01/2019), giornalmente di 135,00 oltre IVA, come è ben
dimostrato nella Determinazione Gestionale 1° Settore Affari Generali n. 130 del 08/02/2019, nella precedente n. 19 del 14/01/2019 di affidamento, nel documento all’Economato comunale Prot. n. 423 del 14/01/2019 e nel documento Me.P.A. sempre del 01/14/2019 ore 09:38:38, scaricabili cliccandoci sopra.
In precedenti articoli si è parlato di interventi parlamentari per
stabilizzare i precari comunali, mettendo mani alla Legge Finanziaria
2019, art. 1 comma 446 (Legge del 30 dicembre 2018 n° 145) che, di
fatto, prevede, per il triennio 2019-2022, che le Pubbliche
Amministrazioni, tra cui i Comuni, possono procedere all’assunzione a
tempo indeterminato, anche part-time, sia di LSU sia di Co.Co.Co.,
riservando loro almeno il 50% dei posti messi a bando, tenendo conto del
Piano di fabbisogno del personale e della dotazione organica del
Comune, come avallato dall’ANCI, da Funzione Pubblica e Aran. Ma a Monte la Giunta comunale si è fermata alla decisione di sei mesi fa, riferendosi al “Verbale di Deliberazione della Giunta Comunale n° 12 del 30/01/2019”, avente come oggetto: “Contratti di Collaborazione Coordinate e Continuative – Determinazione”, dove alla pagina 2 la Giunta Comunale per voce dell’Assessore al Personale Totaro riferisce, al punto 2: «la
legge di bilancio n.145 del 2018 all’art.1 comma 1131 ha prorogato il
divieto di stipulare contratti di collaborazione dal 01/07/2019
consentendo il rinnovo dei contratti fino al 30/06/2019». Un blocco
comunale anche in vizio, e non in virtù, di un verbo scritto
nell’applicazione dell’art. 1 comma 446 della Legge Finanziaria 2019
(Legge del 30 dicembre 2018 n° 145), dove il sindaco d’Arienzo, nel
luglio 2019, ha categoricamente posto il veto sul «possono» anziché del
“devono”, più volte al centro della polemica tra l’Amm.ne Comunale, il
M5S e Funzione Pubblica.
Nel frattempo questi lavoratori hanno continuato a svolgere
doviziosamente il loro dovere, attendendo proroghe e sperando in cambi
di stato contrattuale, anche in interventi della Prefettura, quale
organo del Governo che aveva assicurato un intervento positivamente
definitivo. Di casi di Co.Co.Co. stabilizzati l’Italia ne è piena: basta
che vi sia la volontà delle istituzioni preposte, utilizzando
determinazioni e delibere locali, leggi regionali e nazionali. È il caso
di quelli del comune di Racalmuto, paese della provincia di Agrigento,
dove 75 precari son stati stabilizzati a 22 ore settimanali. Qui è
stato il Sindaco a voler fortemente la stabilizzazione, che ha regalato
serenità e futuro, prima del Santo Natale 2019. Lo stesso poteva essere
fatto a Monte.
A oggi dal Palazzo di Città montanaro non si sa nulla. In Parlamento a
Roma, da pochi giorni, si sta discutendo la Legge cosiddetta
“Milleproroghe” e chissà se in essa, se passerà, non vi siano i
presupposti per risolvere una vertenza che affligge il locale mondo del
lavoro. Ci sono commi di leggi in discussione nelle Commissioni
parlamentari su cui si sta lavorando per giungere a soluzioni definitive
per stabilizzare i Collaboratori Coordinati e Continuativi del Comune
di Monte Sant’Angelo.
Il 31 dicembre è giunto e, per ora, l’unica certezza è il “sciogliere le
righe” che il Comune ha in serbo, salvo che non vi sia l’ennesimo colpo
di coda dell’Amministrazione d’Arienzo come avvenne il 01 luglio 2019,
che responsabilizzava il Governo anziché assumersi responsabilità locali
che altri comuni, seri e virtuosi, hanno fatto nei giorni scorsi, come è
avvenuto a Racalmuto.
Un dato è certo e le prove sono in calce nero su bianco: a Roma si sta
lavorando per i Co.Co.Co. montanari. L’On. MariaLuisa Faro e l’On. Carla
Giuliano, del M5S, che da mesi stanno sul caso, in un o.d.g. hanno già
depositato al Governo un’impegnativa dove si legge testualmente:
ODG – Faro «La Camera, premesso che:
l’ultima riforma previdenziale, cd. quota cento e il blocco del turn over, ha determinato per alcuni comuni, sparsi sull’intero territorio nazionale, una momentanea carenza di organico a cui non tutti i predetti comuni sono riusciti a far fronte, anche a causa dell’impossibilità nell’immediato di procedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari di cui all’art. 1 comma 446 della Legge di Bilancio 2019 (L. 145/2018) e ciò anche, in alcuni casi perché nell’immediato è stato impossibile aggiornare la programmazione triennale del fabbisogno di organico.
Pur non contravvenendo alla ratio della norma contenuta nell’art. 1 comma 446 della Legge di Bilancio 2019 e all’esigenza di azzerare il lavoro precario specialmente con riferimento ai comuni, appare utile offrire una ulteriore possibilità a quegli enti che non hanno potuto adeguarsi alla norma richiamata nell’immediato, ma che nel contempo si trovano nell’impossibilità di garantire servizi necessari ai cittadini che prima avrebbero potuto garantire attraverso la stipula di contratti di collaborazione coordinata, o comunque attraverso l’organico di cui oggi sono rimasti scoperti a seguito delle richieste di pensionamento.
Proprio per garantire il rispetto della ratio delle norme sopra richiamate, la possibilità di derogare al divieto di stipula di contratti di lavoro atipici contenuta nella norma di cui all’art. 22 comma 8 D.lgs. 75/2017, l’impegno richiesto al Governo dovrà essere circoscritto in ogni caso all’interno dei limiti del Patto di Stabilità Interno, creando una deroga limitata a 12 mesi per i contratti, anche atipici, pendenti nell’attesa che si verifichino tutte le condizioni necessarie per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori di cui al comma 446 dell’art. 1 della legge di Bilancio 2019.
Impegna il Governo, a valutare l’opportunità, di concedere nel primo provvedimento utile, una deroga al divieto di cui all’articolo 22, comma 8 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, per i Comuni che, alla data del 31 dicembre 2019, non sono in condizione di avviare le procedure di stabilizzazione di cui all’art. 1 comma 446 legge 145/18 per i motivi di cui in premessa, al fine di garantire i servizi essenziali ai cittadini nelle more dell’avvio delle procedure di stabilizzazione dei lavoratori precari». On. Marialuisa Faro
l’ultima riforma previdenziale, cd. quota cento e il blocco del turn over, ha determinato per alcuni comuni, sparsi sull’intero territorio nazionale, una momentanea carenza di organico a cui non tutti i predetti comuni sono riusciti a far fronte, anche a causa dell’impossibilità nell’immediato di procedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari di cui all’art. 1 comma 446 della Legge di Bilancio 2019 (L. 145/2018) e ciò anche, in alcuni casi perché nell’immediato è stato impossibile aggiornare la programmazione triennale del fabbisogno di organico.
Pur non contravvenendo alla ratio della norma contenuta nell’art. 1 comma 446 della Legge di Bilancio 2019 e all’esigenza di azzerare il lavoro precario specialmente con riferimento ai comuni, appare utile offrire una ulteriore possibilità a quegli enti che non hanno potuto adeguarsi alla norma richiamata nell’immediato, ma che nel contempo si trovano nell’impossibilità di garantire servizi necessari ai cittadini che prima avrebbero potuto garantire attraverso la stipula di contratti di collaborazione coordinata, o comunque attraverso l’organico di cui oggi sono rimasti scoperti a seguito delle richieste di pensionamento.
Proprio per garantire il rispetto della ratio delle norme sopra richiamate, la possibilità di derogare al divieto di stipula di contratti di lavoro atipici contenuta nella norma di cui all’art. 22 comma 8 D.lgs. 75/2017, l’impegno richiesto al Governo dovrà essere circoscritto in ogni caso all’interno dei limiti del Patto di Stabilità Interno, creando una deroga limitata a 12 mesi per i contratti, anche atipici, pendenti nell’attesa che si verifichino tutte le condizioni necessarie per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori di cui al comma 446 dell’art. 1 della legge di Bilancio 2019.
Impegna il Governo, a valutare l’opportunità, di concedere nel primo provvedimento utile, una deroga al divieto di cui all’articolo 22, comma 8 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, per i Comuni che, alla data del 31 dicembre 2019, non sono in condizione di avviare le procedure di stabilizzazione di cui all’art. 1 comma 446 legge 145/18 per i motivi di cui in premessa, al fine di garantire i servizi essenziali ai cittadini nelle more dell’avvio delle procedure di stabilizzazione dei lavoratori precari». On. Marialuisa Faro
La premessa, in sostanza richiama alla stabilizzazione prevista all’art.
1, comma 146, della Legge n. 145 del 2018, quella legge di Bilancio
dove è inserito anche quel discusso nodo da sciogliere sul verbo
«possono» anziché “devono” che il Sindaco d’Arienzo ha evidenziato nel
luglio 2019.
Tuttavia, come è avvenuto a Racalmuto, i Co.Co.Co. e chi vuole che a
Monte si stabilizzino lavoratori che quotidianamente dal 1996 adempiono
al loro dovere, senza batter ciglio, dovrebbero essere oggetto di
decisone prioritaria del Comune di Monte Sant’Angelo, se davvero tiene
ai suoi concittadini. Derogare il Governo significa scrollarsi di
dosso responsabilità che altri Sindaci hanno avuto il coraggio di
intraprendere, anche in difficoltà economiche che a Monte oggi non
sussistono.
Come sempre si attendono dichiarazioni del Sindaco Pierpaolo
d’Arienzo e della sua Amministrazione, che la redazione con lo scrivente
proporrà e sarà lieta di pubblicare.
Qui lo spazio è aperto a tutti e per tutti.
Qui lo spazio è aperto a tutti e per tutti.
FOCUS:
- Co.Co.Co. Comune Monte Sant’Angelo. Contratto prorogato per tutto il 2019. Plaude il M5S. Il verbale, i documenti, il comunicato stampa
- Co.Co.Co. Comune Monte Sant’Angelo in Prefettura. Pare nulla di fatto
- dlg_Delibera_31-01-2019_CONTRATTI DI COLLABORAZIONE COORDINATE E CONTINUATIVE - DETERMINAZIONE
- CoCoCo-Monte_comunicatostampa3-2019-2_M5SFaro-Giuliano
- Verbale CoCoCo-Sindacati-dArienzo-PrefetturaFG27062019
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