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Coronavirus: Giuseppe Conte il codardo di Stato

Giuseppe Conte. (foto web) ndr.

di Mimmo Loperfido

BARI, 11 MAR. - Ancora un braccio di ferro fra il Presidente del Consiglio e le Regioni. Queste ultime vorrebbero chiudere tutto: baracche chiuse e burattini tutti a casa, in quarantena. Il Presidente del Consiglio si ostina a dire no, ma non no perentorio: in realtà un traccheggio di Chiara natura accademica. A suo giudizio – ed è vero - esistono diritti individuali garantiti dalla carta costituzionale. Così come, ed è vero anche questo, che anche il diritto di impresa è stato sancito dai Padri della Patria. Tutto giusto. Ottimo per uno studente di giurisprudenza che sta per presentare una tesi in diritto costituzionale; ma per quanti gli studi gli hanno già completati, oppure non li hanno mai affrontati, c’è un vecchio motto francese che la dice tutta in questo momento: la guerra è guerra. Molti continuano a chiedersi cosa c’è dietro questa ostinazione? In realtà i suoi consiglieri non sono d’accordo con le Regioni. Perché temono conseguenze catastrofiche situazioni irreversibili. E questo dubbio lo hanno insinuato anche nel Presidente del Consiglio. Giuseppe Conte ha paura, ha paura di sbagliare ancora. 

In realtà fino a questo momento gli errori non sono stati tutti suoi: Però pesano tutti sulle sue spalle, quelle di un docente universitario che poco più di due anni fa era in cattedra ad insegnare il diritto e oggi si ritrova al cospetto di un problema enorme, pandemico. Ha paura dunque, ma chi non l’avrebbe al suo posto? Il punto non è solo questo: da una parte le gambe fanno "Giacomo Giacomo", dall’altro il Premier non ci sta proprio a farsi dire dai presidenti delle Regioni “Facciamo così, decidiamo noi”. Conte vuole essere il Presidente del Consiglio e tra le paure c’è anche quella che tanta autonomia da parte delle regioni non gli piace. Fra le altre cose 'Autonomia' vuol dire telecamere, giornalisti, popolarità, Talkshow e possibili medaglie da puntarsi sul petto. C’è un fatto però che non può essere trascurato. Aldilà delle decisioni che prenderà il Consiglio dei Ministri e le Regioni, commercianti negozianti, imprenditori, professionisti e cittadini, hanno già deciso: serrande giù e tutti a casa. Tutti in quarantena. Arciconvinti (e ce lo chiedono anche gli scienziati.), che questo è l’unico modo per salvare il paese, per garantirci una sopravvivenza fisica e non solo economica.. 

Peraltro si registra un allarme di proporzioni inimmaginabili: Il Sud trema. Il treno della speranza questa volta è partito dal Nord e si è fermato al Sud. Come si diceva una volta il cane che ne becca di più è quello zoppo…



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