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La Procura di Foggia precisa il “C’era una volta” sull’inchiesta dei Cera padre e figlio. Caduta di stile inquirenti e indagati non colpevoli fino a sentenza definitiva

Angelo e Napoleone Cera (foto RaiNews) ndr.

di Redazione

FOGGIA, 15 GIU. (Com. St.) - Dopo il comunicato stampa del 10 giugno 2020, divulgato dalla Procura di Foggia il Comando Prov.le della Guardia di Finanza, sull’inchiesta che ha riguardato i due politici  Angelo e Napoleone Cera, padre e figlio, non son mancate reazioni opposte al nome conferito all’inchiesta. “C’era una volta…”, appunto, che avrebbe lasciato all’immaginario comune significati fuorvianti. Gli avvocati dei due prosciolti hanno parlato di “caduta di stile”, riferendosi agli inquirenti.

Di seguito la nota della Procura di Foggia che precisa quanto accaduto.

«Con riferimento al comunicato stampa emesso da questo Ufficio in data 10 giugno 2020, si precisa quanto segue.
L’espressione, certamente infelice, ‘C’era una volta’ — decisa ed utilizzata dalla polizia giudiziaria (come solitamente avviene) per denominare l’attività di indagine svolta — non intende in alcun modo esprimere valutazioni negative, di natura personale e politica, nei confronti dei soggetti sottoposti alle indagini preliminari, né anticipare l’esito del giudizio. Al contrario, come precisato nello stesso comunicato del 10 giugno, Angelo e Napoleone Cera (così come gli altri indagati) si presumono non colpevoli fino a sentenza definitiva
».


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