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Giornata antiviolenza sulle donne. Contro la violenza sulle donne nel 2020

Giornata contro la violenza sulle donne (foto web) ndr.

di Ilaria Vacca

BARI, 1 DIC. - L'Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi dell'Emilia-Romagna scrive alle donne per incoraggiarle ad uscire dal silenzio. Il 25 novembre 2020, è il giorno che passerà alla storia non soltanto come anno della Pandemia ma anche come momento storico di protezione delle donne che, grazie ad una rete regionale e nazionale antiviolenza, hanno intrapreso un cammino di denuncia. In pieno stato d’emergenza, vi è stato un incremento di abusi domestici , lo conferma il vice capo della polizia Vittorio Rizzi: << In fase di lockdown sono calati i crimini, persino gli omicidi, unica eccezione i femminicidi>> . Nei primi sei mesi sono stati 59 i casi, in solo due mesi di quarantena nazionale, 12 donne sono state ammazzate dai partner e quante altre offese e maltrattate, gli ultimi dati sono riscontrati dal centro antiviolenza direcontroviolenza.it, questi ultimi rivelano che dal 2 marzo al 3 maggio i centri hanno seguito circa 3mila donne, mentre nel 2018 la media è stata di 1600, ciò significa che tantissime hanno subito senza chiedere aiuto. La data del 25 novembre inaugurata come giornata mondiale contro le donne, non è stata scelta casualmente, ma per un evento che accadde nell’anno 1960, in quel giorno tre donne , attiviste oppositrici del regime dittatoriale di Rafael Leònidas Trujillo, si recarono a far visita ai loro mariti in carcere a Malcedo precisamente in Repubblica Dominicana, al ritorno da casa furono bloccate da agenti del servizio di informazione militare che le portarono nascostamente in un luogo losco, ove furono seviziate e torturate brutalmente, dopo di che gli agenti fecero di tutto per simulare un incidente stradale gettando i loro corpi in un dirupo. Le tre donne sono state nominate “les mariposas” che tradotto vuol dire le farfalle in onore del coraggio nella lotta contro la dittatura per i diritti delle donne. Il fenomeno sempre più frequente contro le donne sfoggia nel termine femminicidio. Si tratta di un termine relativamente nuovo, entrato a far parte del vocabolario italiano solo a partire dal 2001. Altrettanto recente è la sua diffusione, a partire dal 2008, anno in cui Barbara Spinelli ha pubblicato un libro intitolato Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale”, segnando l’ingresso di una nuova parola dapprima nel mondo della stampa e dei giornali, ed in seguito anche nella lingua comune. Prima del 2001, l’unica parola esistente di significato analogo era “uxoricidio” ,che ha origine latina dalla radice uxor (moglie). Il termine precedente a quello utilizzato in lingua corrente, limitava il significato dell’uccisione di una donna in quanto moglie o, più in generale, all’uccisione del coniuge, dal momento che il termine veniva utilizzato anche per gli uomini. Una forma più frequente di femminicidio secondo la media statistica in Italia è riscontrata dalla violenza domestica, un fenomeno molto diffuso ma ancora poco denunciato per il timore di ripercussioni, per causa di minacce verbali, psicologiche e fisiche, per la paura di rimanere sole e soprattutto molto sottovalutato, riguarda tutte le classi socio-culturali ed economiche, senza distinzioni di età, credo religioso o razza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha considerato la violenza contro le donne come un grave problema di salute pubblica, con una pesante ricaduta sul benessere psicologico e fisico delle donne. In Italia sono stati inizialmente i Centri Antiviolenza e le Case delle Donne sparse sul territorio, a celebrare questa giornata. In seguito, si è sviluppato in modo graduale l’interesse anche da parte delle istituzioni locali e nazionali che hanno sostenuto iniziative e progetti per divulgare e diffondere la necessità di essere vicini alle donne che subiscono ogni giorno abusi e violenze di ogni tipo, violenze che sempre più spesso portano a drammatici epiloghi. Anche quest’anno, quindi, il nostro Paese ha organizzato programmi a tema nelle maggiori città italiane.



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