Eventi. Dispersione scolastica e pandemia di Katia Blasi
Dispersione scolastica e pandemia. (foto com,) ndr. |
L’utilizzo del mezzo elettronico e i risvolti sul gesto grafico
di Rocco Adamuccio
BARI, 3 MAG. - continua ancora domani 04 maggio, il percorso formativo organizzato dall’associazione pedagogisti di Puglia e Basilicata in provincia di Bari rivolto agli alunni e insegnanti delle primarie con un argomento importante come la dispersione scolastica.
Nel corso dell’incontro che si svolgerà su piattaforma gsuite la dott.ssa Katia Blasi, pedagogista, interverrà sulla grafologa giudiziaria e dell’età evolutiva, parlerà di come la dispersione scolastica già prima della pandemia aveva un trend del tredici per cento e che in questi numeri rientravano solo determinate categorie di studenti cioè quelle “svantaggiati” sul piano sociale. La dottoressa Blasi da studi fatti nell’ultimo anno afferma che la gravità della dispersione data dalla pandemia, riguarda notevolmente tutti gli l'ambienti di apprendimento e ci sta portando non solo alla limitazione delle interazioni sociali ma all'utilizzo massivo dello strumento elettronico in cui l’utilizzo può avere dei riflessi importanti sulla scrittura. La dispersione scolastica allo stato attuale non riguarda il ministero di viale Trastevere in quanto i numeri sono di poco superiore alla media nazionale, quindi rientranti nel monitoraggio normale ma nel frattempo gli effetti sociali del prolungamento della didattica a distanza ha causato l’aumento delle diseguaglianze educative, pertanto solo l’aumento e il rafforzamento delle comunità educanti con alleanze educative tra scuola, famiglie e Istituzioni locali può far rinascere la popolazione scolastica.
La Blasi nel proseguire il suo intervento rafforzerà un concetto motivazionale importante ai docenti e sarà sul progresso dell’insegnamento a distanza, che servirà per trasmettere e aprire una breccia motivazionale di impegno di studio nei ragazzi proprio come disse Papa Giovanni Paolo II “Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei diventato Papa, avrei studiato con più impegno”.
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