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Calcio. Foggia un pari che brucia tanto

Davide Martino suo il fallo da rigore costato il pari (foto web) ndr

di Mario Schena


FOGGIA, 19 SETT. – Pareggiare per un calcio di rigore subito a quattro minuti dalla fine fa rabbia. Il Foggia esce dal Francioni di Latina con un uno a uno che decisamente lo penalizza. Dopo tre giornate di campionato Latina e Foggia erano appaiate a quota quattro punti. Abile e arruolato Alexis Ferrante dopo il piccolo affaticamento muscolare che gli aveva fatto saltare la gara contro la Turris, mentre non sono stati della partita er Maselli, alle prese con la lussazione alla spalla rimediata contro la Turris, Markic, fermo nuovamente per un affaticamento muscolare e Di Pasquale, che nella gara in Coppa contro l’ACR Messina, ha riportato un leggero risentimento all’adduttore della coscia destra. Zeman ha mandato il Foggia con il suo canonico quattro-tre-tre composto da Alastra tra i pali, in difesa sulle fasce Nicoletti e Martino, centrali Sciacca e Girasole, centrocampo composto da Gallo, Permann e Rocca, trio d’attacco formato da Di Grazie e Curcio sull’esterno e Ferrante punta centrale. Ha diretto Paolo Bitonti, della sezione di Bologna, alla sua cinquantanovesima designazione. Un solo precedente contro il Foggia ed è della scorsa stagione. Alla sesta giornata diresse Foggia-Avellino allo Zaccheria con successo degli irpini. Bitonti è stato coadiuvato da Lorenzo Poma della sezione di Trapani e Mirco Carpi Melchiorre della sezione di Orvieto, quarto ufficiale di gara Francesco Carrione della sezione di Castellammare di Stabia.


Primo Tempo – Si inizia al piccolo trotto con il Latina che pare intenzionato a far da padrone. Sembra più in palla la squadra laziale che comincia ad impensierire la difesa rossonera già dal primo minuto con Tessiore che manda fuori con un colpo di testa un ottimo pallone servitogli sul secondo palo. Il Foggia ha difficoltà ad interrompere il fraseggio dei nerazzurri e Carletti al sedicesimo si fa anticipare da Girasole al momento di tirare. Bravissimo Alastra su Tessiore che entra in area, ma si fa chiudere dal portiere del Foggia bravissimo di piede. Il Foggia però inverte l’inerzia della gara, sembra aver preso le misure al Latina e passa addirittura in vantaggio con Ferrante che di testa è implacabile sotto porta. Il Latina accusa il colpo e non trova la reazione, ma il Foggia non ne approfitta e non cerca con incisività il raddoppio. Due minuti di recupero e tutti negli spogliatoi per l’intervallo.

Secondo Tempo – al cinquantatreesimo Petermann batte un calcio di punizione che centra l’incrocio dei pali alla sinistra di Cardinali, la sfera termina sui piedi di Ferrante che calcia alto sulla traversa fallendo incredibilmente il raddoppio. Sul capovolgimento di fronte ancora una volta è bravo Alastra a mettere in tuffo in calcio d’angolo il diagonale di Rossetti che si era involato verso la porta rossonera. Se al settantaduesimo il tiro di Curcio, un pallonetto da oltre venti metri, fosse entrato in rete staremmo descrivendo un eurogol, il pallone, invece si stampa sul palo alla destra di Cardinali. Ci prova nuovamente Curcio al settantaseiesimo, ma il suo tiro termina di un nulla sul fondo. Il Foggia è padrone del campo e sembra capace di andare in gol e chiudere la gara, ma la squadra di Zeman pecca spesso sull’ultimo passaggio e non trova il raddoppio. A sette minuti dal novantesimo Rossi mette fuori di pochissimo. All’ottantacinquesimo il Foggia si suicida. Pecca difensiva che consente a Sane di entrare in area su lui c’è Martino che allarga il braccio e ostacola il giocatore del Latina che termina a terra. Per Bitonti è calcio di rigore e rosso per il difensore del Foggia. Sul dischetto va Tessiore che piazza la sfera nell’angolo basso alla destra di Alastra. Cinque i minuti di recupero, ma non accade più nulla. Il Foggia recrimina, ma deve ancora una volta meditare sui suoi errori. Errori di impostazione e soprattutto errori difensivi che concedono troppo spesso agli avversari di presentarsi davanti al portiere. Il pareggio furi casa non lo si butta mai via, ma questo fa, ripetiamo, molta rabbia.

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