Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

A Foggia in carcere detenuto aggredisce un agente della Penitenziaria. È quello del saluto di capodanno alla “società” foggiana. SAPPE e USPP insorgono

L'uomo che spara (fotogramma PS - CC) ndr.

di Redazione

FOGGIA, 04 OTT. - Non gli è bastato balzare alle cronache nazionali salutando a Capodanno scorso con pistolettate in strada la mafia foggiana "Buon anno a tutta la malavita di Foggia" le parole di un uomo vicino alla mafia foggiana, la "società", in particolare alla batteria "Moretti - Pellegrino - Lanza". Ora è nuovamente è al centro dell’attenzione per aver aggredito un agente della Polizia Penitenziaria nel carcere di Foggia.

Voleva utilizzare il servizio di barberia ma nei giorni festivi è chiuso. E così ha protestato dopo il diniego dell’agente, aggredendolo con schiaffi e pugni al volto, tanto da ferirlo e farlo soccorrere dai sanitari, che gli hanno diagnosticato un danno all’apparato uditivo.

L’aggressione è avvenuta ieri, 03 ottobre 2021.

Questa è l’ennesima aggressione che agenti della Penitenziaria di Foggia subiscono dai detenuti.  Insorge il SAPPE -Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria- con Federico Pilagatti: «I detenuti sono convinti di poter fare tutto ciò che vogliono, con arroganza e prepotenza, mentre i poliziotti che cercano di far rispettare le leggi e la legalità sono sottoposti, giornalmente, a minacce, aggressioni verbali e di fatto. Purtroppo tutto ciò accade anche perché una istituzione voluta da un certa politica - i “garanti dei detenuti” - non si preoccupano di verificare in maniera corretta quello che effettivamente accade nelle carceri: sono in prima fila a denunciare, stigmatizzare e talvolta calunniare la polizia penitenziaria, poi di fronte alle decine di aggressioni agli agenti e alle centinaia episodi di violenza verbale e fattuale diventano invisibili.

Dello stesso avviso è Vito Messina, Segretario interregionale USPP Puglia e Basilicata aggiunto del sindacato Unione sindacati di Polizia Penitenziaria, non ci sta e replica: «Ora basta! Siamo stanchi di essere la valvola di sfogo dei detenuti che mettono a costante rischio l'incolumità del personale. Esprimiamo al collega la nostra vicinanza e annunciamo l'intenzione di continuare a manifestare la nostra protesta per le condizioni nelle quali siamo costretti a lavorare. Continuiamo lo stato di agitazione, già annunciato sia a livello nazionale che regionale, per l’assenza del ministro Cartabia e di seguito di tutti i livelli del D.A.P., quali emettono provvedimenti che portano a disastri come questi e altri che sono alla ribalta nazionale».


 




lagazzettameridonale.it © All Rights Reserved (Tutti i diritti di questo articolo sono Riservati)

Nessun commento