Spesa farmaceutica, Amati e Tutolo: “Se le Asl sprecano decade il Direttore generale. Depositata proposta di legge
Lo dichiarano Fabiano Amati e Antonio Tutolo, rispettivamente Presidenti delle Commissioni regionali Bilancio e Affari generali, firmatari della proposta di legge presentata oggi e recante Misure per il contenimento della spesa farmaceutica.
“Il dovere di offrire salute non
corrisponde al diritto di sprecare, perché le risorse sprecate
potrebbero essere impiegate per servizi allo stato carenti. Nel 2020 il
Fondo sanitario nazionale ha assegnato alla Puglia 7.909.197.395 euro.
Per gli acquisti diretti dei farmaci (al netto dunque dei gas medicali)
il tetto massimo era ed è pari al 6,69 per cento, dunque 529.125.306
euro. Le Asl hanno speso, nel 2020, invece 792.933.887 euro, con uno
scostamento di 263.808.582 euro. E nel 2021 non sta andando certo
meglio.
Facendo un riscontro tra gennaio e aprile 2021 e gennaio e
aprile dello scorso anno i dati non sono dissimili: nei primi quattro
mesi del 2020 la spesa per gli acquisti diretti di soli medicinali è
stata pari a 295.234.656 euro, con uno sforamento di 119.687.609 euro;
nei primi quattro mesi del 2021 la spesa per gli acquisti diretti di
soli farmaci è stata di 275.580.948 euro, con uno scostamento di
73.896.415 euro. Non diversa la situazione nell’acquisto diretto da
parte delle Asl dei gas medicali. Il raffronto tra i primi quattro mesi
del 2020 e i primi quattro mesi del 2021 non ha molti margini di
variazione. Tetto massimo sul Fsn stabilito lo 0,20 per cento. In quei
primi quattro mesi del 2020– unici dati ad oggi a disposizione per il
raffronto – su un tetto di 5.248.043 euro ne sono stati spesi 9.224.958,
con uno scostamento di 3.976.914 euro. Nello stesso periodo di
riferimento per il 2021, su un tetto con la stessa percentuale pari a
5.272.798 euro ne sono stati spesi 9.348.116 euro, con uno scostamento
di 4.075.318 euro.
La situazione è dunque particolarmente grave, per cui c’è la necessità di adottare misure drastiche.
La nostra proposta di legge prevede dunque una maggiore
responsabilizzazione dei manager delle aziende sanitarie, i quali devono
sapere che la mancata adozioni di atti di contenimento della spesa
comporta la decadenza dall’incarico per dettato di legge.
Non si
tratta ovviamente di una criminalizzazione, poiché vorremmo che
l’approvazione della nostra proposta coincida con la soluzione del
problema e che quindi non ci sia bisogno di far decadere i direttori
generali. Facciamo infatti affidamento sul dato d’esperienza che gli
uomini prestano maggiore attenzione alle attività per cui vengono
adibiti quando il mancato raggiungimento degli obiettivi può far
scattare una conseguenza di carattere diretto, come appunto lo è la
decadenza”.
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