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Bari,. Arrestato il boss Gino Strisciuglio: torna in carcere dopo appena 6 mesi dalla liberazione [CRONACA DEI CC. ALL'INTERNO]

Controlli dei CC. a Bari. (foto cc.) ndr.

di Redazione

BARI, 8 APR. (COMUNICATO STAMPA) - I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari (ufficio esecuzioni penali), nei confronti di Sigismondo (detto Gino) Strisciuglio, fratello di Domenico Strisciuglio, ritenuti i capi dell’omonimo clan operante nella città metropolitana di Bari. Gino Strisciuglio, detto anche Gino “la luna”, 48enne, già condannato in via definitiva in qualità di promotore di associazione di tipo mafioso e associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, nell’ambito dell’operazione Agorà condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari e coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, era stato scarcerato nel settembre 2022 dalla Casa di Reclusione di Milano - Opera, dopo aver scontato circa 22 anni di carcere. Con il provvedimento emesso dalla Procura Generale, il capoclan dovrà espiare la pena di un anno e due giorni di reclusione, nonché la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di tre anni. 

Bari e Melfi (PZ). Spari in luogo pubblico, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, spaccio di sostanze stupefacenti, il tutto aggravato dal metodo mafioso 

I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito sei provvedimenti definitivi di carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari (ufficio esecuzioni penali), nei confronti di altrettante persone destinatarie di sentenze definitive di condanna per gravi reati commessi a Bari, tra il 2017 e il 2018, appartenenti al gruppo criminale Di Cosimo - Rafaschieri, vicino al clan Strisciuglio. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotte, in diverse fasi, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, attività tecniche, nonché supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avevano consentito, già nel dicembre del 2018, di eseguire 15 provvedimenti di fermo. L’inchiesta, convenzionalmente denominata Madonnella, ha svelato l’esistenza e l’operatività del gruppo criminale, documentandone la genesi, con il tentativo di affermare e consolidare il proprio potere nel rione Madonnella di Bari, in contrasto con soggetti facenti capo alle famiglie Parisi-Palermiti-Milella, per la spartizione delle attività illecite di quel quartiere, in particolar modo per lo smercio di stupefacenti. Le indagini svolte, inoltre, consentirono di fare luce anche su due estorsioni in danno di commercianti baresi. Le contrapposizioni criminali, all’epoca, sfociarono in numerosi gravissimi fatti di sangue, tra cui diversi ferimenti con colpi d’arma da sparo e l’omicidio di un trentatreenne. Le pene inflitte con gli odierni provvedimenti oscillano tra uno e sette anni di reclusione.



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