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L’albo professionale dei pedagogisti e degli educatori un’occasione da non perdere. Ce ne parla la dott.ssa Tiziana Conte, pedagogista ANPE

Il logo dell'associazione (foto ANPE) ndr.

di Redazione

BARI, 18 LUG.
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Il 15 aprile 2024 viene emanata la legge n. 55 Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali. Oggi in relazione alla legge intervistiamo la dottoressa Tiziana Conte pedagogista ANPE Puglia e Basilicata.

Dottoressa vorrebbe raccontarci in breve cosa significa essere pedagogista?

Certamente, sono trascorsi ben 24 anni da quando nel febbraio del 1999 ho conseguito la laurea magistrale in scienze dell’educazione, da quel momento nonostante come attività principale ho il profilo di docente di scuola dell’infanzia non ho mai smesso di fare pedagogia. Vede la pedagogia è sicuramente una scienza ma è soprattutto un sentire. Mi è capitato di recente di sentirmi dire da un docente universitario in un corso di formazione a cui abbiamo partecipato, le ripeto le testuali parole “cara Tiziana tu non formi, tu educhi”. Chi è del mestiere sicuramente capirà il senso alto di questo messaggio. Essere pedagogista significa mettere in campo azioni educative di prevenzione e cura pedagogica della persona nell’intero arco della sua vita, con meticolosità scientifica, professionale, umana. È un occhio attento all’agire della persona nei suoi contesti sociali e privati educando l’individuo a realizzare sé stesso nel rispetto delle libertà altrui e delle regole civili, oltreché agire nei contesti fondamentali della crescita umana in particolare famiglia e scuola. Un esempio fra tutti potrebbe essere l’intervento educativo sulla violenza di genere, sul bullismo, sulla violenza domestica, ma l’elenco è lunghissimo degli ambiti in cui il pedagogista può operare.

Bene, dottoressa, quindi lei ci sta evidenziando l’importanza di una professione per molto tempo poco considerata?


Proprio così! La battaglia per la costituzione dell’albo professionale e dell’ordine, ha radici e storia lunga, sono trascorsi ben 34 anni da quando in piccolo gruppo di giovani pedagogisti costituirono l’ANPE (associazione nazionale pedagogisti) allo scopo di costituire l’albo professionale, ed oggi dopo tante delusioni ci siamo riusciti, grazie alla tenacia e determinazione della dottoressa Mariangela Grassi (presidente nazionale ANPE e socia fondatrice), è stata un’emozione fortissima. Per decenni molti degli ambiti lavorativi destinati ai pedagogisti per tipologia di intervento sono stati occupati da altre figure professionali relegando me e i miei colleghi a ruoli marginali o di profilo differente. Da oggi con la costituzione dell’albo non sarà più possibile questa discriminazione, i nuovi pedagogisti le nuove generazioni avranno possibilità lavorative coerenti con il percorso di studio effettuato.

Ci diceva di volere fare un appello ai suoi colleghi pedagogisti, precisamente?


Sicuramente, e vi ringrazio per l’opportunità che mi state dando. Mi sento di dover chiamare all’appello tutti i colleghi pedagogisti pugliesi ancora indecisi a formalizzare l’iscrizione all’albo professionale entro il 6 agosto 2024 con le modalità indicate dal Tribunale di Bari. Carissimi, abbiamo aspettato e sofferto per tanti anni, abbiamo spesso rinunciato alla nostra professionalità pur di lavorare, oggi vinta la battaglia è necessario se pur stremati non arrendersi, riprendere quell’entusiasmo assopito che avevamo nelle aule universitarie quando studiando ci immaginavamo in ruoli professionali gratificanti e idonei. Oggi abbiamo la possibilità di dar vita alla nostra identità professionale dobbiamo essere in tanti, affinché la nostra storia e le nostre storie diano vita all’albo professionale per dare voce e vita alla pedagogia.


Prima di concludere sappiamo che voleva condividere la lettera aperta di una sua collega. Ci dica.


Più che collega il mio mentore. la dottoressa Eufrasia Capodiferro. anche lei storica socia dell’ANPE, che ha redatto questo documento al fine di spiegare l’importanza dell’iscrizione all’albo in particolare per i pedagogisti, lei più di me ha vissuto le battaglie condotte in questi anni, e la ringrazio pubblicamente per avermi presa per mano appena laureata e avermi condotta a comprendere il ruolo fondamentale della pedagogia nella società. 
 

 


Dottoressa la ringraziamo per questa breve convesazione, fornendo anche a noi giornalisti dei riferimenti importanti in relazione alla sua professione. 
 
Io a nome dei miei colleghi pedagogisti la ringrazio per l’opportunità data nel fornire indicazioni, siamo all’inizio di una nuova storia e dobbiamo essere veramente in tanti.



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